IL GRANDE BLUFF DI UNICREDIT - GHIZZONI AD APRILE DICEVA: "NON CHIEDEREMO ALTRI SOLDI AGLI AZIONISTI" - IN CINQUE ANNI LE BANCHE HANNO RASTRELLATO OLTRE 33 MILIARDI, TUTTI BRUCIATI - ORA TOCCA A MPS, UBI E BANCO POPOLARE: SE USERANNO LO STESSO SCONTO DI UNICREDIT SARÀ UN BAGNO DI SANGUE - L'ULTIMO AUMENTO DI MPS DOVEVA SERVIRE A RIMBORSARE 1,9 MILIARDI DI TREMONTI BOND (COME DA PROSPETTO): INVECE SONO ANCORA LÌ E ORA SIENA CHIEDE ALTRI SOLDI...

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Nicola Borzi per Plus24 - Il Sole 24 Ore

UniCredit ha bruciato sul tempo la concorrenza con l'aumento di capitale varato il 4 gennaio. Entro venerdì 20 gennaio, però, anche altre banche italiane considerate sottopatrimonializzate dall'European Banking Authority (Eba) dovranno approntare e presentare alla Banca d'Italia i piani aziendali di rafforzamento del capitale. Tra i cinque gruppi (su 71 in Europa) sottoposti agli stress test da Eba, l'unico a non aver esigenze di capitale aggiuntivo è Intesa Sanpaolo.

FEDERICO GHIZZONIFEDERICO GHIZZONI

Quello guidato da Federico Ghizzoni ha risposto con un aumento da 7,5 miliardi a una richiesta di rafforzamento indicata dall'Autorità europea in 7,97 miliardi. Eppure solo il 15 aprile scorso l'ad di UniCredit ribadiva al «Sole 24 Ore» che, dopo i due aumenti 2008-09 e 2009-10 (per 7 miliardi), «non riteniamo di chiedere altri capitali ai soci. Noi siamo a posto. Con la generazione interna di capitale saremo all'8,4% di Core Tier 1 nel gennaio 2013, avvio di Basilea 3, ben sopra i requisiti». Banca Monte dei Paschi di Siena, secondo Eba, ha un fabbisogno patrimoniale di 3,27 miliardi circa, Banco Popolare di 2,73 e Ubi di 1,39.

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Se anche solo una parte delle nuove risorse fosse reperita seguendo la strada tracciata da Piazza Cordusio, che ha varato l'aumento con sconto del 43%, per i grandi azionisti e milioni di piccoli risparmiatori che possiedono azioni bancarie sarà un bagno di sangue. Se n'è già accorta Piazza Affari, dove il crollo dei titoli creditizi seguito alla mossa di UniCredit ha trainato al ribasso l'intero listino.

Certo non tutti i 15,37 miliardi necessari a ripatrimonializzare i gruppi dovranno essere raccolti tra gli azionisti. La Banca d'Italia potrà «concordare che parte dell'obiettivo patrimoniale sia conseguito mediante cessioni di specifiche attività da parte delle banche... Riduzioni delle attività ponderate per il rischio che riflettono la validazione dei modelli interni o la loro estensione a nuovi portafogli non saranno consentite a meno che esse non siano state già pianificate e concordate con le autorità competenti.

UNICREDITUNICREDIT

Per soddisfare l'obiettivo di capitale, le banche dovranno, in prima istanza, utilizzare risorse private, che possono provenire da utili non distribuiti, restrizioni sui bonus aziendali, aumenti di capitale della migliore qualità, emissioni presso investitori privati di strumenti di debito convertibili in azioni, ristrutturazione in Core tier 1 di strumenti ibridi esistenti, se effettuata entro la fine di ottobre 2012 e altre misure di gestione del passivo».

Se si guarda alla tabella in basso, che riporta 15 aumenti degli ultimi cinque anni (quasi 26 miliardi raccolti che potrebbero salire a 33,4 se quello di Piazza Cordusio avrà pieno successo), in media lo sconto sui corsi di mercato è stato del 18,5% circa. Ma, se si escludono le operazione di Intesa Sanpaolo di maggio e quella di Ubi di giugno, tutte quelle realizzate nell'ultimo biennio sono state effettuate con uno sconto medio di circa il 40% sul valore teorico del titolo dopo l'esercizio dei diritti.

ubi bancaubi banca

Se questo fosse lo sconto anche per le prossime operazioni, un ipotetico aumento di Ubi scatterebbe a un prezzo unitario di 1,93 euro circa, quello del Banco Popolare intorno ai 60 centesimi. Mentre il terzo aumento di Mps in quattro anni dovrebbe avvenire intorno ai 15 centesimi. L'operazione di Rocca Salimbeni del giugno scorso doveva servire a "creare le condizioni per il futuro rimborso, previa autorizzazione della Banca d'Italia, dei Tremonti Bond emessi per un importo pari a 1,9 miliardi" (pagina 39 del prospetto dell'aumento). Ma quel debito (che costa interessi per 160 milioni l'anno) non sarà per ora rimborsato, ha deciso a fine ottobre Mps, per non ridurre ulteriormente i requisiti patrimoniali.

ENZO ChiesaENZO Chiesa

Per scegliere se aderire o meno, i risparmiatori dovranno guardare alla forma e ai contenuti dei futuri aumenti. Quello recente di Popolare di Milano non ha "entusiasmato" (eufemismo) i piccoli azionisti. Qualche investitore può aver interesse a mediare al ribasso valori di carico ormai fuori mercato. Ma maggiore sarà lo sconto, maggiore sarà la diluizione e più pesante sarà l'impatto patrimoniale in termini di book value tangibile per azione (dunque il titolo è meno "valido"), e reddituale (l'utile si dividerà tra più titoli, dunque calerà l'earning per share). Andrà comunque rispettata la direttiva Mifid che tutela i risparmiatori sul fronte del profilo di rischio.

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