JACK MA-GNA - “ALIBABA” FIRMA UN MAXI ACCORDO CON IL CIO: FINO AL 2028 SARA’ PARTNER DELLE OLIMPIADI - SI TRATTA DI UNO SCAMBIO DA 800 MILIONI PER DATI E SERVIZI CON IL GRUPPO CINESE CHE FORNIRA’ UNA PIATTAFORMA DIGITALE ALL’INTERO MOVIMENTO OLIMPICO, COMPRESO IL CANALE TV APPENA NATO E CONSIDERATO STRATEGICO PER IL FUTURO

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Giulia Zonca per “la Stampa”

 

JACK MA E THOMAS BACH JACK MA E THOMAS BACH

Per raccontare come la Cina si compra lo sport, il miliardario cinese Jack Ma cita Forrest Gump: «Nessuno fa i soldi acchiappando balene, i soldi si fanno con i gamberi». Non è la prima volta che usa questa frase, è il suo film preferito. Solo che stavolta è andato a caccia di balene e ne ha presa una: le Olimpiadi.

 

Il fondatore di Alibaba, la compagnia leader nell' e-commerce, ha firmato un accordo con il Cio fino al 2028, sei edizioni dei Giochi di cui tre già assegnate all' Asia. L' evento più visto, più conteso, quello che attira l' attenzione globale e culla sogni di ogni tipo, trova il tredicesimo sponsor e come sottolinea il signor Ma, che ha fretta di definire il grado di intimità: «Sigla un matrimonio, non ci nasconderemo nulla perché siamo marito e moglie».

 

JACK MA JACK MA

Uniti persino oltre i tanti soldi che promette l'accordo. E infatti non si tratta solo di un marchio appeso ai Cinque Cerchi, ma di una partenership. Alibaba fornirà la piattaforma digitale dell' intero movimento olimpico, compreso il canale televisivo appena nato e considerato strategico per il futuro.

 

«Non si tratta di legare le Olimpiadi a un nome, ma di costruire una visione», una visione che arriva da un Paese che ancora censura internet e non ha risolto tutte le questioni sui diritti umani che hanno agitato le Olimpiadi del 2008.

 

Ma è la Cina che il suo stesso presidente vede come impero dello sport ed è una Cina che parla di globalizzazione e apertura. Una Cina dinamica che di certo si sposa bene all' idea di progresso, la Cina che ospiterà i Giochi invernali del 2022 anche perché nessun altro li ha voluti: troppo costosi.

ALIBABA ALIBABA

 

È una Cina che paga. In questo caso non si fanno cifre ufficiali però quelle ufficiose dicono 800 milioni di dollari per un flusso di dati e servizi, una struttura online, un database, una tecnologia raffinata e diffusa dal potenziale ancora da studiare: «Condividiamo le stesse idee», affermazione un po' spinta del presidente Bach che dopo mesi di trincea sul fronte doping russo si scioglie davanti alle premesse di un domani radioso.

 

Prendersi Tevez a fine carriera e Oscar in giovane età era solo il primo passo della Cina in espansione. Le Olimpiadi hanno già avuto uno sponsor cinese, Lenovo, ma mai a lungo termine e stavolta si fanno calcoli su un viaggio lunghissimo, oltre i cicli olimpici, oltre le presidenze del Cio. Investimenti sicuri per un' economia che ha smesso di crescere a dismisura, ma ha ancora uno stato che la asseconda. In tre giorni hanno mostrato la loro potenza: martedì il presidente della Cina Xi Jinping promuove la globalizzazione, mercoledì incontra il Cio a Losanna e giovedì il colosso Alibaba lega il suo nome alle Olimpiadi. Un azienda privata che si muove in nome di un intero Paese.

 

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