LETTA E SACCOMANNI PROVANO A SFORBICIARE DEL 25% GLI STIPENDI DEI MAGNAGER DI STATO (MA CON MILLE CAVILLI PER EVITARLO)

Il governo prova a riproporre una norma che da due anni è ferma in Parlamento: ridurre del 25% i compensi dei manager, ma solo quando si rinnoveranno i vertici e solo se nei 12 mesi precedenti non s’è già tagliato - Stop a bonus di fine mandato, ma non per i manager delle aziende pubbliche quotate…

Condividi questo articolo


Flavia Amabile per "la Stampa"

Si sta studiando un sistema «differenziato» per porre un tetto agli stipendi dei manager. Con un emendamento al decreto del Fare presentato dal governo nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato il governo prova a riproporre una norma che da due anni non riesce a farsi strada in Parlamento.

LETTA, ALFANO, SACCOMANNILETTA, ALFANO, SACCOMANNI

L'emendamento, fortemente voluto dal governo e dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, anche stavolta non vede d'accordo tutti i gruppi politici. E nella seduta fiume della notte si proverà a raggiungere l'intesa definitiva sul testo. Per il momento la norma prevede che il tetto ai compensi dei manager non si applichi soltanto alle società controllate da capigruppo con titoli azionari quotati. Per le società quotate a controllo pubblico si prevede una riduzione del 25% dei compensi, ma solo in sede di rinnovo degli organi di amministrazione.

Enrico Salza (Intesa San Paolo) - Fabrizio Saccomanni (Bankitalia) - Luigi Grillo (Pdl) - Gianni LettaEnrico Salza (Intesa San Paolo) - Fabrizio Saccomanni (Bankitalia) - Luigi Grillo (Pdl) - Gianni Letta

Le novità, secondo il testo del governo, si applicano dal primo rinnovo successivo all'entrata in vigore della legge, tranne se nei 12 mesi precedenti già si siano adottate riduzioni dei compensi «almeno pari» a quelle previste con la nuova norma.

Per le società emittenti titoli azionari quotati, in sede di rinnovo degli organi di amministrazione, si prevede che venga sottoposta all'approvazione dell'assemblea degli azionisti una proposta in materia di remunerazione degli amministratori con deleghe conforme ai criteri richiamati, con l'obbligo per l'azionista di controllo pubblico, di votare favorevolmente alla proposta.

Fulvio ContiFulvio Conti

La proposta di modifica prevede inoltre il divieto per tutte le società a controllo pubblico, ad eccezione di quelle emittenti titoli azionari quotati e loro controllate, di corrispondere agli amministratori con deleghe bonus, indennità o benefici economici di fine mandato. La disposizione pone anche l'obbligo per gli amministratori con deleghe di riversare i compensi percepiti per incarichi in società controllate o partecipate.

paolo scaronipaolo scaroni

Intanto, finalmente una buona notizia sul versante fiscale. Con la pubblicazione di una circolare dell'Agenzia delle Entrate, d'ora in poi chi verserà le imposte dovute per il saldo, il primo acconto Irpef, Ires e Irap in ritardo, ma entro i 30 giorni successivi alla scadenza e in misura inferiore al dovuto verranno almeno in parte «graziati».

In particolare, secondo quanto comunica una nota dell'Agenzia delle Entrate, sia le eventuali sanzioni in caso di controlli (30%) sia quelle ridotte previste per il ravvedimento operoso, vanno calcolate solo sull'importo residuo non pagato, senza distinzione fra imposta e maggiorazione dello 0,40%.

MASSIMO SARMIMASSIMO SARMI

Così, il contribuente che si accorge di aver commesso un errore ha a disposizione due scadenze per mettersi in regola attraverso l'istituto del ravvedimento operoso, a patto che l'Amministrazione finanziaria non abbia già iniziato un'attività di controllo. Potrà, cioè, versare tributi e relativi interessi entro i 30 giorni successivi alla scadenza, beneficiando così dell'agevolazione della sanzione ridotta al 3% dell'importo versato in ritardo, oppure entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all'anno in cui è stata commessa la violazione; in questo caso, la sanzione passa al 3,75%.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

PRESTA, CHE “BRUCIO”! - L’INTERVISTA AL “GIORNALE” DAL TELE-AGENTE HA SCATENATO IL PANICO NEGLI UFFICI LEGALI RAI - SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELL’AGCOM, SE NON ARRIVA PRIMA LA PROCURA, POTREBBE FINIRE LA DETTAGLIATA RICOSTRUZIONE DELL’OSPITATA A SANREMO DI JOHN TRAVOLTA SQUADERNATA DA LUCIO PRESTA: “MI CHIESERO SE ERAVAMO INTERESSATI ALLA PRESENZA DELL'ARTISTA AD UNA CIFRA MOLTO BASSA PERCHÉ LO SPONSOR DELLE SCARPE ERA DISPOSTO A PAGARE LA DIFFERENZA DEL SUO CACHET” - AMADEUS AVREBBE CHIESTO E OTTENUTO 90 MILA EURO NON DOVUTI SUL FORMAT “ARENA SUZUKI”: SAREBBE UNA VIOLAZIONE DI UNA DELIBERA DELLA VIGILANZA - I DIRIGENTI MELONIANI GODONO PER IL CALCIONE AL “TRADITORE” AMADEUS E IL FUTURO (NERO) PER I TELE-AGENTI…

FLASH! - PUNTO DI SVOLTA IN MEDIO ORIENTE: NELLE PROSSIME ORE SARA' ANNUNCIATA LA TREGUA TRA GAZA E ISRAELE IN CAMBIO DEL RILASCIO DEI 35 OSTAGGI IN MANO AD HAMAS - 45 GIORNI PER NEGOZIARE UN ACCORDO DEFINITIVO - NETANYAHU, CHE VOLEVA INVADERE RAFAH, COSTRETTO A PIU' MITI CONSIGLI DALL'AZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA, GENERALE GANTZ ("GLI OSTAGGI SONO PIU' IMPORTANTI DI RAFAH") E DALL'ALTOLA' DI BIDEN A BIBI ("SE ISRAELE INVADE RAFAH GLI AIUTI MILITARI AMERICANI VENGONO RIMESSI IN DISCUSSIONE")....

L’EFFETTO VANNACCI È SVANITO? – IL SECONDO LIBRO DEL GENERALE, "IL CORAGGIO VINCE", È UN MEZZO FLOP RISPETTO ALL’ESORDIO: 14MILA COPIE IN UN MESE E MEZZO CONTRO LE 240MILA DI “IL MONDO AL CONTRARIO” – SALVINI, CHE HA CANDIDATO IL GENERALE ALLE EUROPEE, HA SOTTOVALUTATO LE CONSEGUENZE DELLA SOVRAESPOSIZIONE DI VANNACCI: DOPO UN ANNO DI INTERVISTE E OSPITATE TV, IL MILITARE HA PERSO SMALTO. E IL SUO LIBRO VENDE SOPRATTUTTO NEL NORD-EST, BACINO STORICO DELLA LEGA, E POCO O NIENTE AL SUD E AL CENTRO (DOVE VANNACCI È CAPOLISTA)