MUSSARI’S STORY, OVVERO DIECI ANNI PER SBANCARE UNA BANCA - L’IRRESISTIBILE ASCESA DI UN AVVOCATO CALABRESE DIVENTATO PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE MPS A 39 ANNI, INNALZATO DALL’ASSE PCI-PDS-DS-PD NELL’ALL STAR BANCARIA - NON SI E’ MAI CAPITO PERCHE’ ABBIA DEMOLITO MPS NEL 2007 CON L’ASSURDA OPERAZIONE ANTONVENETA (PAGATA 9 MLD €) - NEL 2010 DIVENTA ANCHE PRESIDENTE ABI CON IL CONSENSO DI TUTTI…

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Antonio Quaglio per il "Sole 24 Ore"

Presidente della Fondazione Montepaschi a 39 anni, al vertice della banca di Rocca Salimbeni a 44, presidente dell'Abi a 48, fuori da tutto a 50. È una parabola singolare quella disegnata da Giuseppe Mussari sotto i cieli bancari italiani. È il 2001 quando il sindaco di Siena, Pierluigi Piccini sponsorizza il giovane avvocato calabrese (salito a studiare all'ateneo toscano) come presidente dell'unica fondazione rimasta padrona di una grande banca nazionale.

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Come sempre, attorno a Piazza del Campo, sono impalpabili i confini fra relazioni personali e appartenenza a quella "sinistra senese" che ha sempre avuto tessera Pci-Pds-Ds-Pd. Certamente i dieci anni di Mussari ai diversi piani della Rocca sono stati fra i più turbolenti in 538 anni di storia.

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Poco dopo la quotazione in Borsa, nel 1999, è nell'era Mussari che il Monte apre il suo capitale non solo al mercato ma anche ad altri partner strategici come Axa. Gli anni della Fondazione sono per Mussari i meno problematici: come vicepresidente dell'Acri (già pilotata da Giuseppe Guzzetti) diventa un portavoce ascoltato degli enti, sempre sotto pressione sul crinale fra finanza e politica.

Ma è nell'autunno 2007 che Mussari viene catapultato sotto i riflettori della grande scacchiere bancario: con un'operazione-blitz acquista l'AntonVeneta dal Santander, che l'aveva appena ricevuta in eredità dalla spartizione delle spoglie dell'Abn Amro, oggetto della più grande Opa bancaria mai lanciata in Europa.

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E' il Monte di Mussari che riporta in Italia la banca padovana due anni dopo la bollente estate 2005: quando era stata la Popolare Italiana di Gianpiero Fiorani a contendere Antonveneta all'Abn, mentre Unipol tentata di "difendere" Bnl dall'Opa del Bbva. Mps non nel 2005 si schiera, benché siano solidi sia i legami sia con la "razza padana" che dall'Opa Telecom è passata all'appoggio a Fiorani; sia le relazioni con le coop toscane e quelle emiliane.

GIUSEPPE MUSSARIGIUSEPPE MUSSARI

Mps - che ha già sostenuto la "contro scalata nazionale" alle Generali, è nel frattempo entrato anche in Mediobanca e l'acquisizione di Antonveneta lo proietta definitivamente alle spalle di Intesa Sanpaolo e UniCredit-Capitalia, le mega-fusioni perfezionate quell'anno. Nessuno si stupisce quindi che sia proprio Mussari ad emergere come presidente dell'Abi, nel 2010, dopo due presidenze molto "istituzionali" come quelle di Maurizio Sella e Corrado Faissola: lo appoggiano tutte le componenti Abi; i giganti e le grandi Popolari, le piccole banche.

PIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARIPIERLUIGI BERSANI GIUSEPPE MUSSARI

Piace il suo stile aggressivo nel difendere il sistema dalle crescenti ondate di impopolarità: in Italia (quando fa dimettere la presidenza Abi in polemica con il governo Monti sulle commissioni) o quando attacca frontalmente l'Eba dopo lo stress test di fine 2011. Il suo tallone d'Achille rimane l'acquisizione "impossibile" di AntonVeneta: 9 miliardi di euro. I conti della banca non ce la fanno nonostante acrobazie sul capitale. E nelle primavera scorsa la Procura di Siena apre un fascicolo sugli ultimi anni. Mussari non è indagato, e dopo una pausa di riflessione chiesa dal presidente di Intesa Sanpaolo Giovanniu Bazoli, i saggi Abi lo riconfermano. Con una scommessa perduta ieri.

 

 

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