NON TOCCATE I MIEI EVASORI - IL TESORO USA SI SCHIERA A DIFESA DI APPLE, ACCUSATA DALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ELUDERE DECINE DI MILIARDI DI TASSE CON LE SUE SCATOLE CINESI IN IRLANDA: ''DISCRIMINATE CONTRO LE AZIENDE USA'' - DIETRO C'È IL RICCO FINANZIAMENTO DI APPLE A ENTRAMBI I PARTITI E IL TIMORE CHE, UNA VOLTA TASSATE IN EUROPA, L'AMERICA NON POTRÀ PIÙ CHIEDERE IL CONTO ALLE SUE MULTINAZIONALI FURBETTE

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Jack Lew Jack Lew

Federico Rampini per ''la Repubblica''

 

Un documento di 25 pagine del Tesoro americano, rivolto alla Commissione europea, è l' ultima bordata dell' offensiva in difesa di Apple. Al centro del contenzioso c' è la maxi-elusione fiscale delle multinazionali, un tema in primo piano da qualche anno per l' immensità del gettito sottratto agli Stati (250 miliardi l' anno secondo le stime più autorevoli).

 

Apple è una delle maestre mondiali, in quel gioco che consiste nello spostare fatturati e profitti da una filiale all' altra, da un paese all' altro, in cerca delle aliquote più basse. La Commissione Ue ha avviato un procedimento per recuperare imposte che a suo avviso erano dovute. In questo caso si tratta del trattamento troppo favorevole che Apple negoziò con l' Irlanda, fino a ridurre allo 0,2% il prelievo sugli utili, per poi spostare artificiosamente nelle sue filiali irlandesi tanta parte dei suoi profitti globali.

tim cook tim cook

 

"Aiuti di Stato": il favoritismo di Dublino verso Apple sarebbe un' infrazione alle regole del mercato unico e su questa base la Commissione sta procedendo. Washington però la vede diversamente. Il Dipartimento del Tesoro ha appena rilanciato le sue accuse: la Commissione Ue starebbe prendendo di mira le multinazionali americane, con un trattamento discriminatorio (oltre ad Apple, nel mirino Ue sono finiti altri giganti come Amazon, Google e Starbucks).

 

tim cook tim cook

Il lungo rapporto dell' Amministrazione Obama aggiunge che Bruxelles sta rompendo unilateralmente lo status quo, sta "ribaltando il progresso internazionale" in materia di tassazione delle imprese. Il segretario al Tesoro Jack Lew aggiunge l' accusa che la Commissione Ue si sta trasformando in una sorta di "autorità fiscale sovranazionale". Da Bruxelles le accuse vengono rintuzzate una per una, a cominciare dalla presunta discriminazione: non sono nel mirino soltanto aziende americane bensì anche delle multinazionali europee tra cui Fca-Fiat Chrysler, per gli stessi comportamenti.

 

La rinnovata offensiva di Washington in difesa di Apple s' inserisce in un clima di crescenti difficoltà bilaterali, con la complicazione della campagna elettorale in corso negli Stati Uniti, che sta già annoverando tra le sue vittime collaterali il trattato di libero scambio Ttip. Che Obama si schieri in aiuto al suo amico Tim Cook, chief executive di Apple, non stupisce. Fa parte di una pratica consolidata la difesa d' ufficio delle multinazionali Usa.

OBAMA AL TAVOLO CON I BIG DELLA SILICON VALLEY OBAMA AL TAVOLO CON I BIG DELLA SILICON VALLEY

 

In questo caso però balza agli occhi una contraddizione: la stessa Amministrazione Obama, per una volta in sintonia col Congresso, ha deprecato l' elusione fiscale delle multinazionali americane e i trucchi con cui parcheggiano all' estero i loro profitti, perfino quelli realizzati dentro gli Stati Uniti. Il riflesso pavloviano che spinge Obama e Lew a schierarsi con Cook, può sembrare autolesionista: il fisco americano è danneggiato dai comportamenti di Apple, tanto quanto il fisco europeo.

BARACK OBAMA INCONTRA I CAPI DELLA SILICON VALLEY YAHOO TWITTER FACEBOOK MICROSOFT NETFLIX GOOGLE APPLE BARACK OBAMA INCONTRA I CAPI DELLA SILICON VALLEY YAHOO TWITTER FACEBOOK MICROSOFT NETFLIX GOOGLE APPLE

 

La diatriba sembra confermare che alla fine le lobby del denaro prevalgono sempre, e che i generosi contributi "bipartisan" di Apple (Cook finanzia sia i democratici sia i repubblicani) alla fine garantiscono il servilismo dei politici.

 

C' è un' interpretazione meno negativa della mossa del Tesoro Usa, e si lega con la scadenza elettorale. In questa campagna il tema dell' elusione fiscale delle grandi imprese è stato dibattuto. Bernie Sanders per primo, ma anche Hillary Clinton e Donald Trump, hanno evocato la necessità di cambiare le leggi fiscali per togliere alle multinazionali la libertà di parcheggiare i loro profitti in paradisi offshore.

 

TRUMP CLINTON TRUMP CLINTON

La preoccupazione di Obama: se l' Europa si muove per prima nel tassare i profitti di Apple, la riforma americana potrebbe arrivare troppo tardi; poiché gli accordi internazionali vietano la doppia imposizione, il "bottino" verrebbe catturato dagli europei e gli americani resterebbero a bocca asciutta. Tuttavia la riforma fiscale americana è tutt' altro che una certezza, chiunque vinca le elezioni. In questo caso Washington sarebbe colpevole di "wishful thinking", quella forma di ottimismo ingenuo che scambia i desideri per realtà.

 

 

 

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