QUANTO SONO MOBILI GLI IMMOBILI – IL PRINCIPE AL WALEED A CORTO DI LIQUIDI SI VENDE l’HOTEL SAVOY SENZA NEMMENO ASPETTARE LA FINE DEI RESTAURI – perché la famosa Galleria Colonna (ora Galleria Sordi) di Roma passa continuamente di mano?... -

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1 - IL PRINCIPE AL WALEED VENDE l'HOTEL Più FAMoSO D'INGHILTERRA...
Da "Il Riformista"

GALLERIA COLONNA ROMAGALLERIA COLONNA ROMA

L'hotel Savoy di Londra è in vendita. La notizia ha scosso l'establishment britannico tanto che l'Evening Standard ne ha aperto il suo inserto settimanale. Il principe Al Waleed bin Talal, proprietario dal gennaio 2005 dell'albergo più famoso d'Inghilterra dove soggiornarono Sarah Bernhardt, Vivien Leigh, Marlon Brando, Marilyn Monroe e tanti altri, ha bisogno di liquidità.

Secondo molti analisti sarebbe troppo esposto con le banche. Il principe subisce i contraccolpi della crisi economica. Secondo la rivista Fortune, il tycoon saudita avrebbe perso nell'ultimo anno una barca di soldi. Il suo patrimonio sarebbe precipitato dai 21 miliardi di dollari del 2008 ai 13 miliardi di quest'anno. Lo sceicco non vuole nemmeno attendere la fine dei restauri del Savoy.

PIERLUIGI TOTI - copyright PizziPIERLUIGI TOTI - copyright Pizzi

Sono cominciati nel dicembre 2007 e, fino a oggi, sono costati 100 milioni di sterline. Pierre Yves Rochon, l'interior designer che ha già dato una ristrutturato altri alberghi del magnate - come l'Hermitage di Montecarlo e il George V di Parigi - stava ridando al Savoy l'aspetto di un tempo: tra il vecchio stile edoardiano e qualche tocco Art Déco.

Al Waleed è considerato il Warren Buffett del Medio Oriente, eppure oggi i suoi investimenti hanno perso valore. Le azioni che detiene in Citigroup (ne possiede il 3,9 per cento) sono passate da 50 dollari l'una ad appena 3 dollari. La sua Kingdom Hotel Investments, quotata alla borsa di Londra, ha perso quasi il 70 per cento del suo valore nell'ultimo anno.

Il Savoy non è l'unico albergo che ha messo sul mercato, la stessa fine sta facendo lo storico Raffles di Singapore dove hanno dormito personaggi come Somerset Maugham, Joseph Conrad e Rudyard Kipling. Il suo palazzo a Riad rivaleggia con quello della famiglia reale saudita con cui è imparentato. La sua magione conta 420 stanze, 124 camerieri, tennis coperti.

al waleedal waleed

Romeo Rafon - ex campione di tennis - è stato ingaggiato a tempo pieno per farlo giocare. Si porta bene i suoi 54 anni, fissato con la dieta, possiede un numero imprecisato di automobili, una fattoria fuori Riad con palme e laghetti artificiali. Al Waleed non ha fatto fortuna con il petrolio, ma con investimenti immobiliari e finanziari.

Lavoratore instancabile e filantropo, ha acquisito consistenti pacchetti azionari in società come la catena dei Four Seasons, il Songbird Estates (Canary Wharf), Apple Inc., Hewlett Packard, Walt Disney, PepsiCo, Procter &Gamble, Motorola, News Corp e Eastman Kodak, tanto per citarne alcune.

GALLERIA COLONNA ROMAGALLERIA COLONNA ROMA

Ma non tutti gli investimenti gli hanno fruttato utili: come l'acquisto della catena di ristoranti Planet Hollywood (poi fallita) ed EuroDysney. Dicono che sia un abilissimo venditore. Può darsi che riesca a disfarsi del Savoy, ma la congiuntura non lo aiuta.

2 - Galleria Colonna, tourbillon di compravendite...
Dal "Corriereconimia" del "Corriere della Sera"

La domanda vera è: perché la famosa Galleria Colonna (ora Galleria Sordi) di Roma passa continuamente di mano? La risposta, ovvia, è che passandosela gli immobiliaristi che ci mettono le mani sopra riescono a guadagnarci, in un crescendo senza fine. L'ultimo a essersela comprata, la scorsa settimana, è un Fondo d'investimento immobiliare, Donatello (comparto David) di Sorgente sgr, uno strumento destinato ai soli investitori istituzionali.

Il prezzo pagato per la sola galleria commerciale, però, visto che gli uffici erano stati a suo tempo scorporati e veduti al demanio dello Stato (oggi sono utilizzati dalla limitrofa presidenza del Consiglio) è di 180 milioni. Un buon prezzo, visto che c'era stata da poco una perizia per un valore di 200 milioni.

L'operazione del Fondo Donatello è stata fatta pagando 100 milioni di equity e 80 di mutui. Il rendimento è del 5 per cento lordo (ci sono da togliere le fee della società di gestione e i costi di manutenzione). A questo rendimento standard assicurato dai contratti di affitto perché l'acquisto non riguarda soltanto le mura ma anche le licenze dei negozi della galleria commerciale si deve aggiungere in prospettiva anche la rivalutazione in conto capitale.

HOTEL SAVOY LONDRAHOTEL SAVOY LONDRA

«Questa operazione commenta Valter Mainetti, amministratore delegato di Sorgente srg dimostra che il mercato non si è affatto fermato per gli edifici di valore storico unici e irripetibili». In più, in questo caso, gioca a favore l'attività commerciale che vi è inserita e che non sembra risentire molto della crisi dei consumi.

La Galleria Colonna, un tempo di Beni Stabili, negli anni Novanta era pervenuta all'Acqua Marcia di Vincenzo Romagnoli. Quest'ultimo, entrato in crisi insieme a molti altri immobiliaristi nella prima metà degli anni Novanta, era stato costretto a cedere questa proprietà a San PaoloImi.

Dopo la fusione di quest'ultimo con Banca Intesa, l'immobile era stato ceduto alla Lamaro di Pierluigi Toti insieme a Rinascente e al gruppo Agnelli. Dopo l'uscita di Rinascente e degli Agnelli, Toti, abilmente, aveva spezzato in due l'immobile, la parte uffici da una parte e la galleria commerciale dall'altra. La parte uffici era stata venduta al Demanio dello Stato, il resto è stato venduto oggi al Fondo Donatello.

Il tourbillon di compravendite non è ancora finito. Mainetti dichiara di voler provare a ricomprare dal Demanio la parte uffici: «A noi piacerebbe avere l'immobile nella sua interezza. Vediamo se ci riusciremo, certo è che la trattativa con lo Stato andrà per le lunghe. Naturalmente il successo di questa trattativa dipenderà soprattutto da quale reddito sarebbe disposto a pagare lo Stato».

A proposito del rendimento del 5 per cento, che a qualcuno potrebbe sembrare basso, Mainetti ricorda: «A noi non piacciono gli immobili che rendono molto, l'8 o il 9 per cento, perché in questo caso si tratta di beni che si trovano nelle periferie o lontano dai grandi centri. È vero che rendono di più in termini di affitto, ma è anche vero che è difficile sperare in una grande rivalutazione in termini di capitale. Inoltre, in questo momento sono più esposti alla crisi di quanto non lo siano gli immobili di pregio centrali».

 

 

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