(RI)PARTE L’ASSALTO A GENERALI – DELFIN, LA HOLDING FINANZIARIA DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO, È STATA AUTORIZZATA DALL’IVASS A SALIRE OLTRE IL 10% DEL CAPITALE DEL LEONE, FINO ALLA QUOTA DEL 20 – LA RICHIESTA ERA STATA PRESENTATA AD APRILE DOPO IL SUPERAMENTO “INVOLONTARIO” DELLA SOGLIA DEL 10%. MILLERI HA COLTO LA PALLA AL BALZA E HA CHIESTO L’AUTORIZZAZIONE DELLA VIGILANZA – CHE SUCCEDE ORA? LA PARTITA SI INTRECCIA CON QUELLA DI MEDIOBANCA (CHE HA IL 13% DEL LEONE)

-

Condividi questo articolo


FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

GENERALI: REPUBBLICA, DELFIN AUTORIZZATA A SALIRE AL 20%

(ANSA) - La Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio,è stata autorizzata dall'Ivass, l'authority di vigilanza sulle assicurazioni, a salire oltre il 10% del capitale di Generali fino alla quota del 20%. Lo riporta il quotidiano La Repubblica che titola in prima pagina "Assalto a Generali" affermando che si riaprono i giochi per il controllo della società triestina. La richiesta era stata presentata senza squilli di tromba lo scorso 17 aprile perché - avendo già il 9,8% del capitale di Generali - Delfin aveva "involontariamente" superato la soglia del 10% per effetto del riacquisto di azioni proprie da parte della compagnia.

 

SCALATA A GENERALI LA HOLDING DEL VECCHIO POTRÀ SALIRE AL 20%

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

philippe donnet philippe donnet

Si riaprono i giochi per il controllo delle Generali di Trieste, la più grande compagnia assicurativa del paese con oltre 500 miliardi di attività in gestione. La novità arriva dall’Ivass, l’autorità che vigila sul mercato assicurativo, che venerdì 30 ha autorizzato la Delfin, la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, a salire oltre il 10% del capitale di Generali.

 

La richiesta era stata presentata senza squilli di tromba lo scorso 17 aprile perché - avendo già il 9,8% del capitale di Generali - Delfin aveva “involontariamente” superato la soglia del 10% per effetto del riacquisto di azioni proprie da parte della compagnia triestina.

FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK FRANCESCO MILLERI E LEONARDO DEL VECCHIO CON I RAY BAN STORIES - GLI OCCHIALI SMART DI LUXOTTICA E FACEBOOK

 

Un fatto tecnico, che però ha indotto Francesco Milleri […] a cogliere la palla al balzo e chiedere alla Vigilanza di poter restare sopra il 10% ed eventualmente salire oltre. Milleri poteva vendere un piccolo pacchetto di azioni e tornare sotto il 10%, ma non l’ha fatto. Ha preferito puntare in alto, ottenendo disco verde. […]

 

Che cosa significa tutto ciò per le battaglie finanziarie che fin dai tempi di Enrico Cuccia si combattono intorno alla galassia Mediobanca- Generali? Vuol dire che a poco più di un anno dal duro scontro tra i soci andato in scena nell’assemblea 2022 della compagnia, i giochi possono riaprirsi.

 

leonardo del vecchio leonardo del vecchio

Un anno fa una compagine di azionisti composta da Leonardo Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Benetton, la Fondazione Crt e altri piccoli imprenditori aveva sfidato apertamente la lista promossa dal consiglio di amministrazione e sostenuta da Mediobanca, primo socio di Generali con il 13%. La compagine degli sfidanti perse, raccogliendo quasi il 30% del capitale, mentre la lista del consiglio vinse con oltre il 40%, grazie al sostegno di tutti gli investitori di mercato. Così l’amministratore delegato Philippe Donnet è stato riconfermato nel suo ruolo per altri tre anni.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Adesso però le cose potrebbero cambiare: se Delfin, forte del nulla osta dell’Ivass, nei prossimi mesi incrementasse la sua partecipazione fin quasi al 20%, con un notevole esborso di denaro, va detto, gli equilibri potrebbero ribaltarsi alla prossima conta delle azioni.

 

Tuttavia un primo test su cosa potrà accadere in futuro arriverà a breve e avrà come teatro il rinnovo dei vertici di Mediobanca, in calendario a ottobre. Le due partite sono intrecciate perché Piazzetta Cuccia ha in pancia il 13% di Generali e dunque controllare a monte significa avere un grande potere anche a valle.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

Del Vecchio l’aveva capito bene ed essendo azionista storico del Leone di Trieste nel 2019 aveva cominciato a comprare azioni Mediobanca, anche perché il socio storico Unicredit era uscito lasciando la banca d’affari in balia degli eventi.

 

Sulla scalata di Del Vecchio a Mediobanca, prima fino al 10% e poi al 20% del capitale, hanno influito anche aspetti personali. In particolare la sua irritazione nei confronti del management della banca per aver ostacolato il suo piano di investire 500 milioni nello Ieo (Istituto Europeo di Oncologia, fondato da Umberto Veronesi) per svilupparlo ancora di più come polo d’eccellenza a livello internazionale.

 

REPUBBLICA - DELFIN SALE SOPRA IL 10% DI GENERALI - 3 LUGLIO 2023 REPUBBLICA - DELFIN SALE SOPRA IL 10% DI GENERALI - 3 LUGLIO 2023

[…] Ora però la partita si scalda ancor di più. Secondo i dettami della Bce quel 20% di Delfin non può trasformarsi in una quota di controllo e di gestione di Mediobanca. Una banca può essere controllata solo da un soggetto vigilato dalla Banca d’Italia e nessun gruppo imprenditoriale singolarmente può controllare la maggioranza dei voti della lista vincente in assemblea.

 

Ecco che allora, in vista dell’appuntamento di ottobre per determinare la guida futura di Mediobanca, sono cominciate le manovre finanziarie. Caltagirone ha comprato azioni ed è salito poco sotto il 10%, alcuni rumor dicono che anche i Benetton, come avevano già fatto in Generali, abbiano messo insieme un pacchetto di azioni Mediobanca vicino al 5%.

 

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

E poi altri imprenditori, come Danilo Iervolino, hanno spostato i loro interessi su Piazzetta Cuccia, in una sorta di manovra a tenaglia. In pratica c’è un gruppo di soci che potrebbe contare su un 40% del capitale e che ambirebbe ad avere il controllo del cda. Ma senza un accordo con il cda uscente dovrebbe innescare un’altra battaglia come quella disputata un anno fa in Generali, rischiando una nuova sconfitta. Alberto Nagel, ad di Mediobanca, ha infatti già dimostrato di avere il mercato dalla sua parte, grazie a utili sostanziosi e generosi dividendi.

REPUBBLICA - ASSALTO A GENERALI - 3 LUGLIO 2023 REPUBBLICA - ASSALTO A GENERALI - 3 LUGLIO 2023

 

MEDIOBANCA MEDIOBANCA

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCONO NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSANO LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO

FLASH! - NELLO SCONTRO SULL'EREDITÀ AGNELLI CHE VEDE IN CAMPO QUATTRO FRATELLI DE PAHLEN CONTRO I TRE FRATELLI ELKANN, TUTTI FIGLI DI MARGHERITA AGNELLI, FA CAPOLINO IL GOSSIP - SI VOCIFERA CHE SIA SBOCCIATA UNA AFFETTUOSA AMICIZIA TRA LA BELLA E PIMPANTE ANNA DE PAHLEN E IL BALDO PETROLIERE UGO BRACHETTI PERETTI, SPOSATO E SEPARATO CON ISABELLA BORROMEO, SORELLA DELLA MOGLIE DI JOHN ELKANN. GOSSIP CHE A TORINO NON HA FATTO ALCUN PIACERE: IL PROCESSO VEDE ANCHE I FIGLI DI MARGHERITA CONTRO GLI ELKANN…