SCONGELATO LO SCORPORO DELLA RETE TELECOM – IL GOVERNO LETTA SI SVEGLIA DAL TORPORE, RIAPRE IL TAVOLO E PENSA ALLA GOLDEN RULE

L’esecutivo vuole ancora giocarsi la carta della moral suasion con gli spagnoli, per ottenere un accordo sullo spin-off, una volta che abbiano raggiunto il controllo di Telecom. Ma se la moral suasion non dovesse avere successo, Palazzo Chigi potrebbe alzare la voce, ricorrendo ai poteri speciali dello Stato sulla rete….

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Luca Fornovo per "la Stampa"

Francesco CaioFrancesco Caio

Il governo Letta riapre il tavolo dello scorporo societario della rete Telecom, cercando un nuovo accordo con Telefonica o in alternativa valutando i poteri speciali della golden rule. Il dossier era finito nel congelatore da qualche mese, dopo che il blitz che ha permesso al socio spagnolo di diventare maggior azionista di Telecom.

Oggi nell'agenda di Palazzo Chigi è previsto un incontro tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e Francesco Caio, commissario per l'attuazione dell'agenda digitale. Caio presenterà al premier il rapporto che ha redatto, avvalendosi dei due esperti Gerard Pogorel, professore emerito dell'Università ParisTech di Parigi e Scott Marcus, già advisor del regolatore Usa, la Federal Communication Commission.

Il rapporto Caio punterà il dito contro il rallentamento degli investimenti nella rete internet veloce che potrebbe seriamente ritardare il raggiungimento, da parte dell'Italia entro il 2020, degli obiettivi dell'Agenda digitale. Il rapporto sottolineerà inoltre l'obsolescenza delle reti in rame e come risulti insoddisfacente la realizzazione di reti di accesso alla banda larga, tanto che solo il 14% delle famiglie italiane ha accesso alla rete a velocità maggiori di 30 Mbit/s per scaricare dati, video e filmati.

Francesco CaioFrancesco Caio

Mentre sul fronte del digital divide, sono ancora 2,3 milioni gli italiani (il 4% della popolazione) rimasti senza una copertura da servizi a banda larga da rete fissa. Ritardi che, come avrà modo di sottolineare Caio, frenano la domanda di banda larga, lo sviluppo e la competitività delle nostre aziende. A dare un solido sostegno al rapporto Caio arriverà tra qualche mese l'indagine conoscitiva dell'Agcom, avviata il 9 gennaio, sulle prospettive di investimento nelle reti, che potrebbe anche suggerire interventi da attuare.

A fronte dei forti ritardi nell'internet veloce, esaminati nel rapporto Caio, il governo, come ha spiegato ieri il vice ministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, «vuole accelerare sullo sviluppo delle infrastrutture», tornando alla carica con la separazione societaria della rete.

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L'obiettivo è ripartire dalla bozza di accordo con Telecom che sembrava gradita all'ex presidente Franco Bernabè, prima di ritrovarsi gli spagnoli alla porta. Il piano prevede che Telecom conferisca la sua rete a una società di cui sarà maggiore azionista. L'altro socio che entrerà nell'azienda della rete sarà la Cassa depositi e prestiti, con una quota significativa, ma di minoranza.

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La Cdp, controllata all'80% dal Tesoro, dovrebbe diventare azionista conferendo la partecipazione in Metroweb e pagando una parte in contanti. Non poco, visto che il valore della rete Telecom oscilla, a seconda delle stime dei consulenti, tra i 9 e i 15 miliardi di euro. Inoltre sulla società della rete si potrebbe far gravare una parte dei dipendenti (circa 20 mila) di Telecom e parte di debito.Il governo vuole ancora provare a giocarsi la carta della moral suasion con gli spagnoli. Ottenere cioè un accordo con Telefonica sullo scorporo della rete, una volta che il gruppo guidato da Cesar Alierta abbia completato con successo l'acquisizione del controllo di Telecom.

Ma se la moral suasion non dovesse avere successo, il governo potrebbe alzare la voce, facendo ricorso ai poteri speciali (il golden power) che lo Stato ha sulla rete Telecom. Il decreto, in vigore dal 28 novembre, definisce la rete telefonica un asset di rilevanza strategica. Sul nodo della rete non è escluso che domani il Cda di Telecom torni sull'argomento. Anche se al centro del consiglio restano il tema della vendita di Tim Brasil e la governance.

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MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

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