SORGENIA DI GUAI SENZA FINE - LA UTILITY DI RODOLFO DE BENEDETTI E' AL CAPOLINEA: SENZA UN ACCORDO CON LE BANCHE SUL DEBITO DA 1,8 MILIARDI, HA SOLO UN MESE DI VITA

La Cir della famiglia dell’ingegnere, in un documento richiesto da Consob, ha fatto sapere che Sorgenia rischia di «avere un’autonomia finanziaria di circa un mese». Tradotto: un mese e poi niente più soldi in cassa per Sorgenia, gravata da debiti lordi per cassa di 1,8 miliardi più 304 milioni di garanzie emesse...

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Luca Fornovo per "la Stampa"

Le banche continuano il braccio di ferro con l'Ingegnere Carlo De Benedetti, cominciato lo scorso dicembre e tengono ancora chiusi i rubinetti per Sorgenia, la controllata di Cir attiva nell'energia.

Ora, come spiega la stessa Cir, la holding d'investimento della famiglia De Benedetti, in un documento richiesto da Consob, Sorgenia rischia di «avere un'autonomia finanziaria di circa un mese». Tradotto: un mese e poi niente più soldi in cassa per Sorgenia, gravata da debiti lordi per cassa di 1,8 miliardi e di 304 milioni per garanzie emesse. Certo si tratta dello scenario peggiore e cioè se non verrà trovato un accordo di ristrutturazione con le banche e non verranno ripristinati i finanziamenti.

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Nei mesi scorsi gli istituti di credito hanno revocato, sospeso o congelato molte linee per cassa. Il duro pressing delle banche, tra cui il maggiore creditore Monte dei Paschi e a seguire Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Bpm, Banco Popolare e Mediobanca, ha un chiaro fine: mettere alle strette la famiglia De Benedetti, convincerla a firmare l'accordo, e soprattutto a metter mano al portafoglio accettando di versare mezzi freschi in Sorgenia. E poi a cedere degli asset. Il gruppo energetico è proprietario, per esempio, del 39% delle centrali Tirreno Power.

RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOMRODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM

Nel documento richiesto da Consob, Cir comunque precisa che le negoziazioni con le banche puntano a una manovra finanziaria per ridurre il debito di Sorgenia di circa 600 milioni.

Sorgenia è comunque ottimista e alla luce delle trattative in corso, auspica di arrivare alla definizione di un accordo, in tempi brevi. E di conseguenza che venga riattivata una «operatività normale» per il periodo necessario alla definizione della manovra finanziaria e dell'operazione di ristrutturazione dell'indebitamento. In attesa di un esito favorevole della trattativa, si legge nella nota, «gli amministratori di Sorgenia valutano che il gruppo possa continuare a operare in continuità aziendale. L'organo amministrativo di Sorgenia, peraltro, continua a monitorare attentamente la situazione al fine di poter intervenire, assumendo tempestivamente ogni più opportuna iniziativa qualora tale aspettativa dovesse essere disattesa ovvero si rendesse necessario adottare ulteriori misure a tutela degli interessi di tutti gli stakeholder».

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Cir ha precisato anche che è disponibile a partecipare al rilancio di Sorgenia, ­ tenendo conto della necessità di preservare la propria solidità patrimoniale, degli interessi del gruppo, e senza incrementare la propria quota di partecipazione ­ a condizione che si arrivi all'accordo di ristrutturazione con gli istituti di credito e che risulti coerente e compatibile rispetto alle esigenze di riequilibrio patrimoniale e funzionale alla realizzazione del piano industriale.

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Il braccio di ferro con le banche è iniziato il 3 dicembre scorso quando Sorgenia ha spedito agli istituti di credito una proposta di stand still e una moratoria dei pagamenti degli interessi, delle commissioni e delle rate di capitale fino al 1 luglio 2014.

 

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