SPROFONDO “POP” - LA PRIMA SEMESTRALE DELLA POPOLARE DI VICENZA SI CHIUDE CON UN ROSSO DI 795 MILIONI - PESA IL DIVORZIO (COSTATO 313 MILIONI) DA CATTOLICA ASSICURAZIONI, CHE HA ROTTO L’ALLEANZA DISTRIBUTIVA - SUI QUOTIDIANI NESSUNA NOTIZIA DELLA BANCA: NE PARLA SOLO “IL GIORNALE”

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Camilla Conti per “il Giornale”

 

gianni zonin stefano dolcetta gianni zonin stefano dolcetta

Cominciano le grandi pulizie di bilancio in casa della Popolare di Vicenza messe in campo dal fondo Atlante dopo il salvataggio e la trasformazione in spa. La prima semestrale si chiude con un rosso di 795,3 milioni (che si confronta con una perdita di 1,05 miliardi nello stesso periodo del 2015) dopo 600 milioni di nuove rettifiche e l' aumento delle coperture sulle sofferenze conseguente agli esiti preliminari della recente ispezione della Bce. Sui conti dell' istituto veneto pesa soprattutto il divorzio (costato 313 milioni) da Cattolica Assicurazioni che ha deciso di rompere l' alleanza distributiva.

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Non solo. Pop Vicenza ha svalutato per 230 milioni circa la partecipazione del 15,07% della compagnia veronese e ha accantonato 80,9 milioni per rischi e oneri connessi all' eventuale esercizio del diritto a vendere da parte di Cattolica le partecipazioni del 60% delle joint venture Berica Vita, Cattolica Life Dac e ABC Assicura.

 

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L'altra zavorra pesante sono i crediti deteriorati: il livello di copertura, inclusi gli stralci, è salito al 46,2% portando le rettifiche di valore su crediti verso clientela a 593,4 milioni. I crediti deteriorati lordi si attestano a 9,4 miliardi, in aumento del 4,8% rispetto a fine dicembre. Quanto alla raccolta, quella totale è scesa del 9,7% a 55,7 miliardi mentre quella diretta si è attestata a 20 miliardi con una flessione dell' 8,7%.

 

Sono stati inoltre contabilizzati ulteriori accantonamenti al fondo rischi e oneri per 94,4 milioni per far fronte a contenziosi e reclami pervenuti dai piccoli azionisti che hanno visto azzerarsi il valore dei loro titoli in portafoglio. L'importo complessivo del fondo è così salito a 230,7 milioni a fine giugno. Le sofferenze nette verso clientela ammontano a 1,9 miliardi circa e rappresentano l' 8,04% del totale dei crediti netti, con una copertura al 61,36 per cento.

 

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Ma la «cura» di Atlante è solo all' inizio. «Il cda sta lavorando alla revisione del piano industriale da varare entro metà ottobre», ha annunciato l' ad Francesco Iorio aggiungendo che sul fronte dei tagli del costo del lavoro, gli esuberi di personale - già previsti in 550 dipendenti - potrebbero non essere sufficienti.

 

Altre novità potrebbero arrivare dalle sinergie con la vicina Montebelluna: «Auspichiamo forme di collaborazione con Veneto Banca le più profonde possibile, sia in termini di ricavi, sia di costi», ha detto Iorio. Il presidente Gianni Mion ha da parte sua rilevato come la fusione tra le due banche dovesse essere fatta già alcuni anni addietro: «La strada della fusione e del ripensamento della banca del Veneto è importante, bisognerà vedere in che modo».

 

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Sempre ieri, intanto, proprio il cda di Montebelluna ha deciso di istituire un fondo di solidarietà per gli azionisti che sono venuti a trovarsi in una condizione economica di difficoltà a causa del crollo del valore delle azioni. Il fondo sarà alimentato dalla cessione di beni quali, ad esempio, l' aereo un tempo usato dall' ex ad, Vincenzo Consoli, quadri e arredi di valore, auto di lusso e beni non funzionali all' attività bancaria.

 

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