TANGENTI A SEI ZAMPE - ENI COINVOLTA IN ALGERIA E NIGERIA: TRA IL 2007 ED IL 2011 PAGATE MAZZETTE PER UN MILIARDO E MEZZO DI DOLLARI - LE CARTE DELLO STUDIO LEGALE MOSSACK FONSECA DI PANAMA - UN FIUME DI DENARO A POLITICI NIGERIANI E FAMILIARI DI MINISTRI ALGERINI - E DOPO L'ESTATE SI METTERA' IN MOTO LA PROCURA DI MILANO

Condividi questo articolo


di Paolo Biondani e Leo Sisti per L'Espresso

 

claudio descalzi claudio descalzi

Escono dai Panama Papers i nuovi documenti che svelano il fiume di tangenti pagate dall’Eni per lavori ottenuti in Algeria e Nigeria.

 

Nel solo quinquennio 2007-2011 il colosso italiano avrebbe sborsato un miliardo e mezzo di dollari a società offshore, controllate da faccendieri, tesorieri e familiari di politici dei due paesi africani.

 

Lo rivela l’Espresso nel numero in edicola da venerdì 29 luglio. In particolare, secondo le indagini giudiziarie in corso a Milano, sarebbero stati erogati più di 400 milioni di dollari, usciti dalle casse della Saipem, oggi posseduta dalla Cassa Depositi e Prestiti, per appalti in Algeria del valore di 11 miliardi di dollari, e più di un miliardo da quelle dell’Eni, in cambio della licenza per sfruttare il ricco giacimento petrolifero nigeriano chiamato OPL 245.

 

Sono le ultime carte dello studio legale Mossack Fonseca di Panama ad aprire il libro sulla maxi-tangente africana, venti volte più grande dello storico mazzettone Enimont scoperto dai magistrati di Mani Pulite nel 1993-1994.

 

Scaroni Descalzi Bisignani Scaroni Descalzi Bisignani

L’Espresso, in collaborazione con il network americano International Consortium of Investigative Journalists, ha rintracciato 12 delle 17 offshore panamensi al centro dello scandalo Saipem-Sonatrach.

 

Scandalo che ruota intorno alla figura di Farid Bedjaoui, nipote di un ex ministro degli Esteri algerino: regista di un’operazione volta a ripulire il “tesoro” legato a contratti per la costruzione di gasdotti e impianti per il metano.

 

Là dove l’inchiesta milanese si era fermata al fiduciario svizzero di Bedjaoui, e al sequestro della corrispondenza con il suo cliente, ora la documentazione Mossack Fonseca porta alla luce i rapporti diretti con tre offshore registrate a Panama: Collingdale Consultants Inc, Carnelian Group Inc, e Parkford Consulting Inc, beneficiate di milioni di dollari provenienti da vari conti di Bedjaoui. Società di cui a volte risulta essere azionista Khaldoun Khelil, figlio dell’ex ministro algerino dell’Energia Chakib Khelil, e a volte procuratrice Najat Arafat, moglie dello stesso Chakib Khelil.

 

ENI NIGERIA ENI NIGERIA

E’ esattamente di un miliardo e 92 milioni di dollari la presunta tangente che porta all’accordo sull’investimento nigeriano OPL 245, firmato dall’Eni e dall’allora presidente Goodluck Jonathan.

 

La cifra vola su un conto bancario a Londra, per essere poi frazionata in vari tronconi. Il grosso, pari a 801 milioni di dollari, nel 2011 arriva alla Malabu Oil & Gas Ltd, un’offshore che copre Dan Etete, ex ministro del petrolio di Lagos.

 

In seguito, tra il 23 agosto e il 6 settembre di quell’anno, la Malabu riversa 523 milioni a tre offshore, tutte riconducibili, secondo l’accusa, ad Abubakar Aluyo, un politico nigeriano vicino all’ex presidente Jonathan. Soldi comunque poi prelevati in contanti, che non hanno lasciato tracce.

 

PAOLO SCARONI ROMANO PRODI PAOLO SCARONI ROMANO PRODI

Gli italiani entrano in scena perché, in un processo intentato a Londra da un mediatore nigeriano, Emeka Obi, contro Etete, per rivendicare una fetta della torta, era venuto fuori che fossero presenti anche interessi di nostri connazionali.

 

L’unico fatto certo è che Obi, al quale la corte inglese ha riconosciuto il diritto ad una quota di 112 milioni di dollari, ha versato 20 milioni di franchi svizzeri che i pm di Milano collegano a una offshore del finanziere italiano Gianluca Di Nardo, partner di Luigi Bisignani, intercettato in un’altra indagine mentre chiede ai vertici dell’Eni di non escluderlo dall’affare nigeriano.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

CHICCO & LILLI, QUESTIONE DI EGO E QUATTRINI – MENTANA E GRUBER SI DETESTANO DA ANNI: LA CONDUTTRICE SOGNAVA LA DIREZIONE DEL TGLA7, MA CAIRO LE PREFERÒ IL "SIGNOR FAGNANI", CHE FRA L'ALTRO GUADAGNA IL DOPPIO – IL CONTRATTO DI CHICCO SCADE A DICEMBRE 2024: MENTANA, CHE FA SAPERE A DESTRA E A MANCA DI AVERE OFFERTE DA ALTRE EMITTENTI, SOGNA UN RINNOVO CON MAGGIORAZIONE DI STIPENDIO. CHE FARÀ QUEL BRACCINO CORTO DI URBANO CAIRO? - LA FOTO VINTAGE DEI DUE GIORNALISTI DATATA 1987, CON PELLICCIONE E CHIOME FLUENTI

EURO-SCENARI – AVVISATE GIORGIA MELONI DETTA ''GIORGIA'': I VOTI DI FDI NON SARANNO DETERMINANTI PER URSULA - SECONDO TUTTI I SONDAGGI, SENZA SOCIALISTI NON C’È MAGGIORANZA (IL "MAI CON PSE" DELLA DUCETTA AVRA' FATTO FELICI I CONSERVATORI DI ECR MA, PER ORA, L'HA TAGLIATA FUORI DALLA STANZA DEI BOTTONI) – LO STATUS QUO ATTUALE (PPE, PSE, LIBERALI) REGGE MA PERDE PEZZI. CON I VERDI URSULA POTREBBE NAVIGARE TRANQUILLA, MA SCONTENTEREBBE L’ALA DESTRA DEL PPE – LA STRATEGIA DI URSULA: TRASFORMARE IL VOTO DEL 9 GIUGNO IN UNA "CHIAMATA ALLE ARMI" CONTRO LA RUSSIA E CREARE UNA COMMISSIONE DI "UNITÀ CONTINENTALE" CON DENTRO TUTTI I PARTITI FILO- ATLANTISTI, MELONA COMPRESA…

SERVA ITA-LIA! - ALL’AEROPORTO DI FIUMICINO NON È ANCORA STATO DIGERITO IL FASSINO-GATE CHE ARRIVA ZUCCHERO. QUESTA MATTINA, MENTRE TUTTI ERANO IN FILA PER IL VOLO ROMA-MIAMI DI ITA, IL “DOLCIFICANTANTE" SI È PRESENTATO CON IL SUO STAFF ED È PASSATO DAVANTI A TUTTI, COMPRESE LE PERSONE IN CARROZZINA, TRA I MUGUGNI E LE INCAZZATURE DEGLI ALTRI PASSEGGERI - ADESSO RITROVEREMO ZUCCHERO SU QUALCHE PALCO A CANTARE LE BALLATE POPOLARI E SFIDARE LE ÉLITE DEI RICCONI? - LA PRECISAZIONE DI ZUCCHERO

DAGOREPORT - PERCHE' LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE SARANNO LE PIU' IMPORTANTI DEGLI ULTIMI TRENT'ANNI? PERCHE' DIVENTERANNO UN REFERENDUM DEI 27 PAESI PRO O CONTRO LA RUSSIA - CON L'INCOGNITA DEL VOTO USA (SE VINCE TRUMP, L'EUROPA RESTA ABBANDONATA A SE STESSA), PER I LEADER DI BRUXELLES LA GEOPOLITICA SCALZERA' IL DUELLO DESTRA-SINISTRA - NON SOLO GRANDEUR FRANCESE, LE PAROLE DI MACRON SULL’INVIO DI SOLDATI IN UCRAINA SONO ANCHE UN TENTATIVO DI RISALIRE NEI SONDAGGI (15%) CONTRO MARINE LE PEN AL 30% 

- L'IMPRUDENZA DELLA MELONA ("MAI CON I SOCIALISTI'') COSTA CARA: SCHOLZ E COMPAGNI FIRMANO UN DOCUMENTO CHE IMPEGNA URSULA A NON ALLEARSI COI CONSERVATORI DI GIORGIA - MA PER LA DUCETTA C’È ANCORA UNA SPERANZA: PUÒ RIENTRARE IN PARTITA SE DOPO IL VOTO DEL 9 GIUGNO CI SARÀ LA CHIAMATA “ALLE ARMI” DI TUTTI I PARTITI ATLANTISTI DELL'UNIONE EUROPEA