TIMORI EMERGENTI - LE PREOCCUPAZIONI PER ARGENTINA E TURCHIA AFFOSSANO PIAZZA AFFARI (-2,3%) E FANNO SALIRE LO SPREAD (224) - NEL FTSE MIB SI SALVA SOLO BPM (+0,84%) – FIAMMATA DELLA ROMA (+7%), CHE ASPETTA CHEN FENG

Nel listino principale, il calo più netto è stato quello accusato da Telecom Italia (-4,73%), che ha risentito delle tensioni in Argentina, che potrebbero trasmettersi al vicino Brasile. La “Magica” balza mentre sale l'attesa per l'arrivo in Italia dell'imprenditore cinese che potrebbe rilevare la quota in mano a Unicredit.

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Carlotta Scozzari per Dagospia

Cristina Fernandez de KirchnerCristina Fernandez de Kirchner

A Piazza Affari torna di gran moda una delle equazioni a cui il passato non troppo recente ci aveva bene abituato: più si alza il differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiano e tedeschi, più si scende la Borsa. E così, a Milano, mentre lo spread, che soltanto ieri era 216 punti, si è nuovamente allargato fino a 224 punti, l'indice Ftse Mib è sceso del 2,3% a 19.358,99 punti.

Spread a parte, però, a preoccupare gli operatori di mercato sono anche le condizioni economiche di alcuni paesi classificati come "emergenti": l'Argentina e la Turchia, dove le difficoltà dei rispettivi governi sono legate a doppio filo, in un complesso viluppo di causa-effetto, con quelle economiche. Non a caso, proprio negli ultimi giorni, sui mercati valutari si è assistito al crollo sia della lira turca sia del peso.

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All'interno di un indice Ftse Mib completamente colorato di rosso, l'unico segno positivo è stato quello della Popolare di Milano, che ha terminato la seduta di venerdì con un rialzo dello 0,84 per cento. Il mercato sembra così avere preso abbastanza bene la probabile uscita di scena di Andrea Bonomi, il patron di Investindustrial che nell'autunno del 2011 aveva investito nella banca diventandone presidente del consiglio di gestione e che avrebbe dovuto portarla fuori dalle secche finanziarie in cui versava (al momento manca ancora all'appello un aumento di capitale da 500 milioni).

Un'impresa che però non gli è riuscita, anche perché l'istituto di credito è tornato a essere di fatto governato dai sindacati. Così, proprio ieri, Bonomi ha lasciato intendere che potrebbe vendere le proprie azioni Bpm (e chissà che non abbia già cominciato a farlo visto il calo degli ultimissimi giorni).

CHEN FENGCHEN FENG

Nel listino principale, il calo più netto è stato quello accusato da Telecom Italia (-4,73%), che ha risentito delle tensioni in Argentina. "Se la crisi argentina dovesse allargarsi a macchia d'olio anche al vicino Brasile - dicono in una nota gli esperti di Ig Markets - le ripercussioni su Telecom saranno importanti e gli investitori stanno scontando questa eventualità". Flessioni di oltre il 4% anche per Tenaris (-4,24%) e Azimut (-4,53 per cento). Tra le peggiori performance del Ftse Mib, vanno poi segnalate anche Mediolanum (-3,78%) e Fiat (-3,41%), che sconta anche un po' di prese di beneficio dopo il rally degli ultimi giorni.

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Fuori dal listino principale, rialzo dell'1,18% per Risanamento, nel giorno in cui si è saputo che dopo il consiglio di amministrazione fiume di ieri le banche hanno fatto quadrato intorno a Unicredit per sbarrare la strada all'ex primo socio Luigi Zunino, che voleva rimettere le mani sul gruppo immobiliare e in particolare sui preziosi immobili parigini. Questi ultimi, ha deciso ieri il cda, finiranno al fondo Chelsfield anziché a Tom Barrack, che, con la consulenza di Mediobanca, avrebbe poi dovuto spartirsi il bottino con Zunino.

Sempre fuori dal Ftse Mib, balzo di poco più del 7% per l'As Roma, mentre sale l'attesa per l'arrivo in Italia dell'imprenditore cinese Chen Feng, che potrebbe rilevare la quota di Unicredit nella "Magica".

Luigi zuninoLuigi zunino

 

 

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