TRENI VOLANTI – DOPO L’AUTOESCLUSIONE DI LUFTHANSA, IL GRUPPO "FERROVIE DELLO STATO" ACCELERA LA TRATTATIVA CON DELTA AIRLINES, CHE PERÒ VUOLE COINVOLGERE ANCHE AF KLM – MA LA QUOTA PUBBLICA NON DOVRÀ ESSERE INFERIORE A QUELLA DEI PARTNER INDUSTRIALI – GLI ESUBERI, I CONTI E IL BRACCIO DI FERRO LEGA-M5S: TUTTI I NODI

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Osvaldo De Paolini per “il Messaggero”

 

alitalia alitalia

Trenta giorni ancora. Il cda delle Fs ha chiesto e ottenuto un altro mese di tempo per mettere a punto la proposta destinata a offrire una chance di salvezza ad Alitalia: nuovi soci, nuovo progetto, dimensione globale. Dopo che mercoledì Lufthansa si è di fatto autoesclusa dalla gara, ribadendo di non avere alcuna intenzione di entrare in minoranza nel capitale della compagnia italiana e soprattutto non in partnership con il governo, alle Fs non resta che accelerare la trattativa con Delta Airlines che ha preteso e ottenuto di coinvolgere - seppure con una partecipazione minore - anche AF Klm puntando soprattutto sulla componente olandese.

 

DELTA AIRLINES DELTA AIRLINES

Di là delle questioni di governance tuttora sul tavolo - sebbene sia implicito che l' amministratore delegato della compagnia sarà espressione della maggioranza italiana mentre la guida operativa affidata agli americani - restano alcuni nodi non proprio semplici da sciogliere. A cominciare dagli esuberi che, sebbene in numero decisamente minore rispetto alle pretese dei tedeschi, sono comunque un tema sul quale un punto fermo non è ancora stato trovato.

 

LA CRESCITA

E se sui piani di crescita interna e di sviluppo globale le posizioni sono assai più vicine rispetto ai tagli drastici proposti da Lufthansa, ancora non sono chiari i pesi azionari. Ipotizzato che Delta e AF Klm avranno insieme il 40%, l' idea che Fs disponga del 20 o anche del 30% e il resto delle azioni sia in mano a una cordata disomogenea lascia perplessi, se l' obiettivo è di una partecipazione-presidio del sistema Paese.

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Di qui l' idea maturata in ambito governativo che Fs debba possedere almeno una quota pari a quella dei soci industriali, o addirittura superiore. Il resto sarà nelle mani del Tesoro, che avrebbe già deciso di convertire una parte (fino al 15%) del prestito-ponte da 900 milioni, e di qualche partecipata dello Stato sinergica all' attività della compagnia.

 

Ma qual è la situazione attuale dei conti Alitalia? Posto che è opinione unanime che la gestione commissariale sia stata inappuntabile, i risultati del 2018 ne sono prova concreta. I ricavi, in crescita per il secondo anno consecutivo e a parità di flotta, si sono incrementati del 6,9% superando abbondantemente 3 miliardi. Notevole il balzo delle vendite digitali, cresciute del 18,2% (del 27,6% rispetto al 2016).

 

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Un fatto, questo, che fa riflettere perché digitalizzazione significa controllo dei dati, con tutto ciò che si porta in termini di ricadute operative (il riacquisto della società Loyalty non è per caso); e poiché Alitalia è un' azienda laziale, è facile intuire quali nuove opportunità di impiego si aprono per quel territorio. Quanto ai costi operativi, se da una parte si registra un nuovo taglio del 2,2% va segnalata la prestazione sul fronte del costo del carburante, aumentato del 14,1% (100 milioni in più rispetto al 2017) a fronte di un incremento del prezzo del petrolio del 30,8%.

 

Analoga ottimizzazione anche sul fronte dei costi del leasing, ridotti del 20,4%. Sicché per la prima volta l' Ebitdar, il margine operativo prima di ammortamenti e leasing, è positivo per 83 milioni. Naturalmente il bilancio chiude ancora in rosso, ma con una perdita dimezzata (154 milioni contro 312 nel 2017) e ridotta a un terzo rispetto al 2016.

SALVINI ALITALIA SALVINI ALITALIA

Va tuttavia segnalato che, a parità di perimetro, l' azienda ha continuato a investire mettendo sul tavolo altri 200 milioni. Infine il prestito di 900 milioni concesso dal Tesoro per assicurare la continuità aziendale: in diciotto mesi sono stati utilizzati 200 milioni, sicché in cassa ne restano 703.

 

Il fatto che la macchina sia tornata a funzionare è del resto provato dal forte recupero di efficienza operativa. Basti dire che nei dodici mesi i passeggeri sono cresciuti di 200 mila unità; ma è il balzo del 7,1% registrato da quelli di lungo raggio (la quota di ricavi più redditizia) che denuncia quanto incongrua sia la proposta Lufthansa - sebbene tuttora spinta da esponenti della Lega contro la netta opposizione dei Cinquestelle - i cui piani di fatto non prevedono il lungo raggio nel futuro di Alitalia.

 

BRACCIO DI FERRO LEGA-M5S

DI MAIO VOLA IN ECONOMY DI MAIO VOLA IN ECONOMY

Tutto ciò è stato possibile grazie al fatto che nel 2018 la compagnia ha occupato in Europa il 2° posto per puntualità con valori prossimi a 100. Quanto al 2019, secondo le slide fornite dai commissari ai vertici di Fs, per la prima volta dopo anni si profila addirittura un utile lordo, sempre a parità di flotta.

 

Insomma, la compagnia è matura per essere consegnata nelle condizioni migliori ai nuovi azionisti e al nuovo management. Però i tempi a questo punto stringono, perché se è vero che i commissari le hanno restituito robustezza strutturale (anche grazie al personale la cui produttività è accresciuta e che non fa scioperi da 21 mesi), è pure vero che senza capitali freschi e una nuova mission dagli orizzonti più ampi non ci metterà molto a scivolare nuovamente nell' imbuto della crisi.

 

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