1. MENTRE IL PRIMO PRESIDENTE NERO SCRIVE LA RIFORMA DELL’IMMIGRAZIONE, IN AMERICA C’È UN ULTIMO BASTIONE DI “ORGOGLIO BIANCO”. NO, NON È IL KU KLUX KLAN. È INDY 500! 2. CON LA SCUSA DELLA CORSA DI AUTO, A INDIANAPOLIS SI RADUNANO MIGLIAIA DI BIANCHI (SI PUÒ DIRE BIFOLCHI?) RICOPERTI DI STELLE & STRISCE, BIRRA CALDA E SUDORE 3. SCORDATEVI GLI HIPSTER DI BROOKLYN, LE FIGHETTE DI MIAMI, I FALSI FRICCHETTONI DI COACHELLA: QUI TROVIAMO SOLO MAGLIETTE “AMERICAN FREEDOM”, GARE DI STRAPPONE IN BIKINI, TORI (ANZI MAIALI) DA DOMARE E SHOT DI JAGERMEISTER ALLE 9 DI MATTINA 4. IN REALTÀ, A PARTE L’ASSENZA DI NERI, ISPANICI E ASIATICI, È LA SOLITA MASSA DI FATTONI

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  • Foto da www.villagevoice.com

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    1. LO SNAKE PIT DI INDY 500: LA CAPITALE DEI GIOVANI "WHITE TRASH"
    DAGOREPORT

    Ormai conoscete i vari Coachella, Lollapalooza, Bonnaroo, l'Ultra Music Festival di Miami. Sono dei mega-raduni dove trovare decine di migliaia di 20-30enni che partono dalle loro città e ricchi sobborghi per weekend di cazzeggio, alcol, droga e (sempre meno) sesso. Sono mediamente ricchi, colti, etnicamente misti, e si fingono hippy-hipster per qualche ora di deboscio.

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    Indy 500 è un posto diverso. Per quanto gli stili, tra cappelli cowboy, colori fluo, e bandane, si intrecciano, qui si radunano più "white trash" (bifolchi bianchi) che a un concerto di Bon Jovi, si vedono più bianchi-biondi che in una clinica per albini di Oslo, e tutto, dalle magliette alle unghie, è patriotticamente americano. Difficile trovare un nero, ispanico, asiatico.

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    Lo Snake Pit (la tana dei serpenti) di Indy 500 è la gigantesca area all'interno del circuito Indianapolis Speedway dove si raduna questa massa infojata di "redneck" per festeggiare l'orgoglio dell'America "rossa" (nel senso di repubblicana e conservatrice)

    Già dalle 7 di mattina si cominciano a bere migliaia di birre (rigorosamente calde, sgassate, e in lattina), e le Jagermeister girls distribuiscono bottigliette formato shot per colazioni a base di amaro. Alle 8 parte la musica a palla dei Dj Diplo e Afrojack. Alle 9 salgono sul palco delle strappone in bikini per farsi giudicare. Alle 10 sono già tutti rovinati, e la corsa che si svolge a pochi metri da loro diventerà solo un ronzio mentre vomitano sul prato.

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    2. INDY 500, KANAAN RE ANCHE GRAZIE A ZANARDI
    Stefano Gatti per "Sport Mediaset

    Antoine Rizkallah Kanaan Filho, più brevemente Tony Kanaan, più semplicemente ancora "TK". Semplice quasi quanto vincere la 500 Miglia di Indianapolis in regime di bandiere gialle, quando nessuno per regolamento ti può più superare. Ma si tratta di un "bonus" che Kanaan si è meritato nel corso delle sue dodici partecipazioni alla corsa del Memorial Day, Tutte quante da protagonista, spesso sfortunato però.

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    La rivincita è arrivata in una volta sola, con gli intersssi, davanti ad un pubblico tutto dalla sua parte, perchè il pubblico di Indy ama le storie tormentate come queste, e le premia. Davanti poi ai vecchi amici e colleghi: Alex Zanardi, Max Papis e Jimmy Vasser che ha "guidato" Tony via radio nei momenti più delicati di una gara ricca di primati.

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    Zanardi aveva tra l'altro prestato a Kanaan, come portafortuna, una delle due medaglie d'oro vinta alle Paralimpiadi di Londra 2012. Tony l'aveva tenuta con sè per un'oretta, stringendola tra le mani e strofinandola sulla sua Dallara numero undici, come da raccomandazione di Alex.

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    Nella tasca della tuta, durante la gara, Kanaan ha invece tenuto una collanina che nove anni fa aveva donato ad una ragazzina in procinto di sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico al cervello. Nei giorni scorsi il brasiliano aveva ricevuto una busta contenente lo stesso oggetto ed un messaggio della ragazza, oggi 24enne e perfettamente guarita: "A me ha portato fortuna. Te la restituisco. Portala con te e vinci la 500 Miglia".

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    Missione compiuta, non c'è che dire, con la vittoria nella 500 Miglia più veloce di sempre, corsa alla straordinaria velocità di 187,433 miglia orarie, vale a dire 301,579 chilometri di media oraria. Sono infatti bastate, per completarla, due ore e quaranta minuti, contro le due e cinquantanove del 2012, quando Franchitti vinse a 167 miglia orarie, venti in meno rispetto a quest'anno.

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    "Merito" soprattutto del basso numero di neutralizzazioni: solo cinque. Un altro record è poi quello relativo ai piloti che si sono alternati al comando: quattordici, appena meno della metà di quelli al via, che si sono alternati in testa per sessantotto volte, il doppio del primato precedente, che ha resistito un solo anno.

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