SOTTO IL CIUFFO, FUFFA! ASSENTI SCARPARO E PASSERA, SEMBRAVA DI STARE A UN INCONTRO DI VECCHI AMICI AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE CON MALAGò E I VANZINA IN PRIMA FILA - I PENSIERINI DI LUCHINO? UNA COLLANA DI BANALITÀ DEL TUTTO PRIVE DI SPESSORE CULTURALE - QUALCHE INDUSTRIALE HA SFIDATO EMMA L'ANTIMONTEZEMOLA ("SOLE" LO OSCURA A PAG. 18) - LA IENA LUCCI ACCOGLIE LCDM MONTEZEMOLO APOSTROFANDOLO CON UN "PISELLONE" - E GLI CHIEDE A CHE SERVA QUESTA INIZIATIVA QUANDO "AVETE TUTTI IL CULO PARATO" - L'EX PORTABORSETTE DELL'AVVOCATO SPARA UNA MANO CONTRO L'OBIETTIVO DI PIZZI

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    PENISOLA DEI FAMOSI REPORTAGE!
    Ieri a Palazzo Colonna dove Luchino di Montezemolo ha presentato la sua Fondazione, Luigino Abete ha sudato come mai gli era successo nella vita. E con lui grondavano i 700 "volontari" e curiosi assiepati nella Galleria che sfidando il caldo e le critiche hanno assistito alla performance del ragazzo dei Parioli dentro la dimora patrizia dove si è parlato del futuro (una location che da sola fa arricciare il naso).

    LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

    Un segno del futuro Luchino ha voluto metterlo al braccio di ogni ospite quando le belle ragazze con la maglietta rossa dietro il desk dell'accredito, hanno infilato una sorta di braccialetto elettronico contenente una pennetta Usb.

    A molti questa presa in cattività non è piaciuta, ma hanno fatto buon viso stringendo nell'altra mano il kit che comprendeva una maglietta con il logo di "Italiafutura" e la relazione di Irene Tinagli, l'autore del rapporto sulla mobilità sociale, il tema del convegno.

    Così mentre Luigino Abete di lobbycontinua inzuppava la camicia, sono arrivati in sala un'infinità di fighetti inamidati della Luiss, e le facce più note degli amici che da anni seguono le peripezie del presidente della Fiat. Tra queste Paolo Annibaldi, l'onnipresente Arturo Artom, gli "olimpici" Mondello e Malagò, il trombato di lusso Paolo Glisenti, e qualche industriale che ha sfidato la moral suasion di Emma Marcegaglia per nulla contenta di questa iniziativa.

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    Nei giorni precedenti sono stati molti gli imprenditori che hanno chiesto alla signora di Mantova il permesso di partecipare all'evento. In fondo Luchino è stato uno dei migliori presidenti di viale dell'Astronomia e sembra davvero ingrato il modo con cui il giornale di Confindustria oggi sbatte a pagina 18 e su tre misere colonne il resoconto del suo esordio.

    Luigino Abete sudava anche per questa ragione e per l'assenza vistosa di due personaggi come lo scarparo marchigiano Dieguito Della Valle e Corradino Passera che sono considerati le sponde più forti del ragazzo dei Parioli.

    Alle 15,50 Montezemolone ha fatto il suo ingresso nella sala scortato dal presidente dell'Ansa Giulio Anselmi, l'ex-direttore della "Stampa", il quotidiano della Fiat che dopo la sua uscita sembra entrato in coma. (L'amministratore delegato dell'Ansa Luigi Contu, invece, operava come moderatore)

    A metà della Galleria, affrescata tre secoli fa, si è fermato ad abbracciare Ennio Lucarelli, l'imprenditore dell'informatica che sedeva una fila avanti a Barbara Palombelli, poi accecato dai flash e dalla telecamere, è salito sul palco insieme al frigido Enrico Letta e a Gianfranco "Me ne frigo" Fini dall'aria tirata e la cravatta di seta verde.

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    Ci sono voluti ben 25 minuti prima che arrivasse un timido applauso all'orazione pronunciata da questo 61enne bolognese che sembrava aver lasciato a casa il suo carisma di portaborsette dell'Avvocato. Perché se c'è una cosa che è apparsa chiara ieri è soprattutto la volontà di Luchino di usare i toni bassi e di non trascinare la folla sul terreno facile della demagogia e del populismo.
    E forse a casa ha lasciato anche una bella porzione di cervello perché il suo discorso è apparso freddo e piatto. Sotto il ciuffo, niente - per dirla con Carlo Vanzina presente in sala.

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    Per chi fra i presenti lo ha seguito negli anni di Confindustria quando all'Auditorium di Roma accendeva l'entusiasmo, i pensierini di Luchino sono apparsi ieri una collana di banalità del tutto privi dello spessore culturale che dovrebbe rappresentare l'ambizione di un think-tank.

    GIANFRANCO FINI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO ENRICO LETTAGIANFRANCO FINI LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO ENRICO LETTA

    Forse qualcuno come Annibaldi, vecchia gloria della Fiat, si è ricordato del 1966 quando a Torino nacque la Fondazione Agnelli che pur tra mille contraddizioni riuscì a mobilitare forti energie intellettuali per volontà dell'Avvocato. Ma Luchino ieri ha scelto la strada del piccolo scienziato da laboratorio che lavora per creare una fusione fredda e silenziosa tra chi cerca col buonsenso comune di mettere insieme le forze moderate della politica.

    La prudenza è apparsa evidente quando con voce ferma ha ripetuto per ben due volte: "non abbiamo nulla a che fare con un partito o un movimento politico", e quando per tracciare il profilo della nuova Fondazione ha liquidato le ipotesi fantasiose e le misteriose alchimie dei salotti che a suo dire non esistono più.

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    E aveva ragione perché quella di ieri non sembrava affatto la riunione di un salotto di poteri forti, ma un incontro tra vecchi amici di un circolo sul Tevere ai quali si può raccontare, senza scaldare l'animo, che la mobilità sociale è un grave problema e che il Paese è ingessato dalla vecchia politica.

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    "Bisogna far ripartire l'ascensore sociale", ha detto l'uomo che questo ascensore lo ha preso per tutta la vita riuscendo a collezionare un'infinità di poltrone, e a suo dire "bisogna ragionare in una prospettiva di cinque anni", un tempo infinito per un Paese dove la politica scatena ogni giorno conflitti e convulsioni.

    GIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOGIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

    Alle 16,15 è arrivato puntuale e inevitabile il solito riferimento alla Ferrari di cui Luchino apprezza il merito e i talenti che rappresentano la forza del capitale umano, ed è a questo punto che molti tra i presenti hanno sentito la nostalgia di Innocenzo Cipolletta, l'autore di tanti discorsi di Luchino (presente in sala mentre si grattava il naso con insolita frenesia).

    Quelli erano discorsi veri, costruiti a tavolino con la forza di una vision e l'uso giusto della penna, senza un retroterra di pensieri spettinati e di quelle bollicine che "tirano verso l'alto" come ha commentato sarcastico ad Alberto Statera, l'ex-senatore dei Ds Franco Debenedetti, fratello di quell'Ingegnere che si muove a cazzo dritto nei confronti del Berlusconi ferito.

    GIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOGIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

    Alle 16,20 la messa cantata di Luchino è finita ed è solo a questo punto che è partito un applauso generoso di 20 secondi. Alla fine del suo discorso la delusione era grande, ma tutti i giudizi portavano alla stessa conclusione: Luca Cordero di Montezemolo ha voluto calare sul piatto della politica la sua carta e sul tavolo del poker ha messo un cip, una giocata modesta nei contenuti, pronunciata in un luogo arcaico, ma con un solo obiettivo: dimostrare che lui esiste, e che nello scontro sempre più radicalizzato della politica potrebbe avere un ruolo.

    GIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOGIANFRANCO FINI E LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

    Insomma, quella di ieri non è stata una discesa in campo né un proclama al Paese, ma un'operazione di immagine per dire ai fighetti della Luiss e agli amici di lobbycontinua che il suo cuore batte verso il futuro.

    GIOVANNI MALAGOGIOVANNI MALAGO

    Un futuro dove l'ascensore sociale che lo ha sempre accompagnato nella vita riuscirà ancora una volta a metterlo sulla poltrona giusta.

    LA GAG CON LA IENA -
    Dal "Corriere della Sera"
    - C'è la «Iena» Enrico Lucci ad accogliere Montezemolo a Italiafutura. Lo saluta apostrofandolo con un «pisellone» e gli chiede a che serva una iniziativa per far muovere l'Italia quando «avete tutti il culo parato». «Proprio perché uno ha il culo parato - sorride Montezemolo - si deve preoccupare degli altri».

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