RAISPORT NEL PALLONE – IL DIRETTORE GABRIELE ROMAGNOLI LASCIA: TANTI CONFLITTI, SEMBRA DI STARE A BEIRUT – E POI RIVELA IL SUO GRANDE RIMPIANTO - IL MOTIVO DEL PASSO INDIETRO È LEGATO PRINCIPALMENTE AL CAMBIO DI GOVERNANCE – AL SUO POSTO PRENDE QUOTA L’IPOTESI CARLO PARIS MA NON SI ESCLUDE UN NOME A SORPRESA
Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera
«Sono stato due anni e mezzo a Beirut dove ci sono 17 confessioni religiose, faide e bombe che scoppiano qua e là.Posso dire che, pur senza arrivare a quei livelli, in Rai il tasso di conflittualità è altissimo, ma per qualcosa che forse vale un po' meno rispetto al proprio credo religioso».
Se ne va così Gabriele Romagnoli da Viale Mazzini. Il giornalista lascia la direzione di Raisport in anticipo rispetto alla scadenza del contratto fissata a febbraio 2019. Il motivo del passo indietro è legato principalmente al cambio di governance. «Sono stato scelto da Verdelli e Campo Dall' Orto, che sono andati via entrambi, per loro motivi. Con Orfeo ero d' accordo che sarei rimasto fino a quando sarebbe stato direttore generale. Venerdì sera, con la definizione completa del nuovo cda, ho rassegnato le dimissioni». Detto, fatto. Romagnoli tira le somme: è orgoglioso «di come abbiamo cambiato il racconto del Giro d' Italia, con più attenzione all' uso delle immagini, alla grafica, all' impiego di giornalisti in molti casi diversi».
Il grande rimpianto è quello di «non essere riuscito a cambiare il linguaggio della narrazione sportiva. In certi casi bisogna cambiare chi parla e in Rai è difficilissimo». E adesso cosa farà? Intanto si concederà una pausa: «Per ora vado in vacanza, sto finendo un libro che consegnerò a fine estate, poi vedrò cosa succede. Ho bisogno di fare una vita più libera, meno strutturata». Intanto ai piani alti di viale Mazzini è già iniziato il totonomi.
Chi succederà a Romagnoli? In queste ore prevale la soluzione interna e il nome più gettonato rimanda al profilo di Carlo Paris, attuale corrispondente a Gerusalemme e già direttore di Raisport. Ma non si esclude una scelta a sorpresa.
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CARLO PARIS
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