LA GODURIA DI BEPPE GRILLO? VEDER VOLARE IL M5S SENZA AVER MOSSO UN DITO IN CAMPAGNA ELETTORALE - PER LA PRIMA VOLTA BEPPEMAO HA FATTO DA SPETTATORE: "IO HO DATO, ORA I CAPI SONO I RAGAZZI DEL DIRETTORIO" - PER ROMA M5S PREPARA UNA CAMPAGNA “A DESTRA” E SI LAVORA AL PATTO CON LA LEGA
Ilaria Lombardo per “la Stampa”
«Hai visto che abbiamo combinato?». Seduto in un bar di Nervi, nella sua Genova, Beppe Grillo parla al telefono dopo una notte passata a seguire il trionfo di Virginia Raggi a Roma e l' inatteso successo di Chiara Appendino a Torino. È rilassato, radioso, e proprio mentre chiacchiera amabilmente con il suo ignoto interlocutore si lascia scappare una frase: «Sai che ho un problema e non posso essere io il capo politico del Movimento».
luigi di maio con beppe grillo e roberto fico
Una confessione rubata al telefono che riapre il solito interrogativo: chi sarà il leader di questo non-partito che è sempre più un partito? [...] «Luigi ho dato, adesso tocca a voi» insiste Grillo con Di Maio e gli altri del direttorio. Il comico si gode lo spettacolo per la prima volta dalla platea e non dal palco, segno che davvero il Movimento comincia a camminare da solo. [...]
[...] Il peso specifico di Roma (e di Torino), dove il M5S è il primo partito, cambia ogni interpretazione politica [...] I grillini se la giocheranno al secondo turno in 20 città. [...] In generale per i grillini i voti si sono moltiplicati ovunque e dove non hanno avuto accesso al secondo turno, spesso si sono affermati come terza forza.
[...] A Roma la campagna oscillerà verso destra (temi sociali e immigrazione) ed è già pronto un piano nelle periferie romane per convincere quell' elettorato. Stesso discorso nella Torino post-operaia che ha votato Lega. Più contorta la tattica nelle città dove il M5S è fuori dei giochi e farà la parte del corteggiato.
virginia raggi beppe grillo a porta a porta
Chi dice che lascerà scheda bianca, chi che la annullerà come il milanese Giancluca Corrado. Ma se ufficialmente i pentastellati non daranno indicazioni, con un margine piccolo di errore si può dire che Renzi fa bene a temere un «biscotto» Lega-M5S.
