1. VOLETE AVERE UNA RAPIDA IDEA DELLO STATO DEL CALCIO MILANESE? DATE UN’OCCHIATA ALLA FACCIA BUIA DI MAZZARRI, UNO CHE HA SEMPRE APPENA PESTATO UNA CACCA E NON SI CAPACITA MAI CHE È LA SUA, E A QUELLA DA VIZZO PUPO PLASMONIANO DI PIPPO INZAGHI 2. SULLA TESTA DEL PRIMO GIÀ PENDOLA LA SCIMITARRA DELL’INDONESIANO ED È SOLO QUESTIONE DI ORE. SU PIPPO VALGONO ANCORA I BONUS DI ZIO SILVIO. MA PER QUANTO ANCORA? DOPO AVERLO FATTO GIOCARE CON UN’AUTOMOBILINA DI PLASTICA GLI HANNO MESSO IN MANO UN CATORCIO CHE PERDE I PEZZI E SPUTA SANGUE, SAPONARA INVECE DI KAKÀ 3. DI SICURO, QUANDO SCADRÀ IL SUO TEMPO SCADRÀ ANCHE QUELLO DI ZIO FESTER GALLIANI, L’UOMO CHE HA SCELTO UN MODO ORIGINALE DI SUICIDARSI, I PARAMETRI ZERO 4. INTER, IL PROSSIMO SARÀ MANCINI E, SE NON LUI, IL SUO PREDILETTO ALUNNO, MIHAJLOVIC
Giancarlo Dotto per Dagospia
Volete avere una rapida idea dello stato del calcio milanese? Date un’occhiata alla faccia buia di Walter Mazzarri, uno che ha sempre appena pestato una cacca e non si capacita mai che è la sua, e a quella da vizzo pupo plasmoniano di Pippo Inzaghi. Sulla testa del primo già pendola la scimitarra dell’indonesiano ed è solo questione di ore. Su Pippo valgono ancora i bonus di zio Silvio. Ma per quanto ancora? Dopo averlo fatto giocare con un’automobilina di plastica gli hanno messo in mano un catorcio che perde i pezzi e sputa sangue, Saponara invece di Kakà.
Di sicuro, quando scadrà il suo tempo scadrà anche quello di zio Fester Galliani, l’uomo che ha scelto un modo originale di suicidarsi, i parametri zero. Di sicuro, tifosi interisti, abituati al glamour acchiappone di Mourinho e Mancini (il prossimo sarà lui e, se non lui, il suo prediletto alunno, Mihajlovic), e tifosi milanisti, che hanno ancora illesi nella retina le imprese dei Sheva e degli Ibra, dei Kakà e dei Pirlo, non hanno palato abbastanza per sorbire tanta schifezza.
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Parma e Palermo venivano dai bassifondi e non credevano alle loro suole. Hanno calpestato ieri e stasera dozzine di fantasmi, impropriamente travestiti di rossonero e nerazzurro. Un Milan che pretende di reggersi sul calcio da oratorio di un Menez, sbolognato prima da chiunque e che ha immaginato di fare del Meazza il teatrino delle sue aspirazioni frustrate o sul passato remoto di Torres, uno che ha pure dimenticato d’avere un passato.
Un’Inter che ha creduto di piantare una vecchia gloria in mezzo alla difesa, Vidic, e di mettere insieme un bel po’ di solisti che non fanno squadra, per affidarli a uno, Mazzarri, che non sa neppure cos’è fare squadra.
Il calcio italiano che rotola nella sua discesa senza fine è un calcio che non è, non può esistere senza un’Inter e un Milan degne del nome.
