LA CORRIDA DELLA SERA - IL DUELLO ROMANO-OSTELLINO E LA GOCCIA DI CURARO DELL'AMBASCIATORE - CHI SCEGLIE IL DIRETTORE DEL CORRIERONE? LETTERA DI GIANCARLO LEHNER SU MIELI-CRAXI-AGNELLI.

Fra i mille risvolti della scalata Ricucci, il caso Rcs ieri ha regalato ai lettori del Corsera un inedito mini-duello intestino, combattuto nella pagina delle lettere curata da Sergio Romano. L'ex ambasciatore lunedi' aveva invitato con un editoriale il premier Silvio Berlusconi a occuparsi della faccenda, se non altro per smentire il suo coinvolgimento. L'ex direttore del Corriere Piero Ostellino si e' subito dichiarato contrario a questo invito, ma l'attuale direttore Paolo Mieli ha confinato il suo disaccordo in una lettera a Romano.

Così i due, dandosi curiosamente del lei, si somministrano reciproche lezioni di liberalismo. Ma il perfido Romano aggiunge una goccia di curaro: "Bettino Craxi seguiva attentamente le vicende del Corriere, e parecchi proprietari sceglievano il direttore soltanto dopo qualche sondaggio a Palazzo Chigi". Un riferimento al 1984, quando Craxi era a Palazzo Chigi, e Ostellino divenne direttore del Corsera?

A PROPOSITO DI VERGINI DA BRUTI INSIDIATE IN QUEL DI VIA SOLFERINO.
Lettera di Giancarlo Lehner

Pioveva a dirotto quel giorno ad Hammamet. Bettino Craxi, infreddolito, avvolto in un plaid, riprese le sue memorie ad alta voce: «Sai l'Avvocato com'era fatto. Piombava sempre per "caso" da me, ovunque fossi. Quella volta, gli serviva un "consiglio" per il nuovo direttore de "La Stampa" ed io di getto feci un nome: "Mieli", intendendo Renato Mieli.
Renato purtroppo stava male e l'Avvocato, qualche giorno dopo, tornò alla carica, citandomi il figlio, Paolo. "Se è una brava persona come il padre...", osservai, "perché no?". E il ragazzo, Paolo, appena insediatosi, mi ringraziò commosso, giurandomi riconoscenza eterna».



Craxi divagò un po', esprimendosi su Gianni Agnelli e Paolo Mieli.
Sorprendendomi, di Agnelli, pur con tutti i difetti a cominciare dall'avarizia e dalla cattiveria patologiche, mi parlò bene: da giovane ufficiale s'era distinto in battaglia contro gli inglesi, proprio là, a poche miglia da Hammamet, insomma uno tosto.
Su Paolo Mieli fu laconico.
Quindi ricominciò:
«Quando si trattò della direzione del "Corriere della Sera", stessa manfrina. Agnelli mi disse: "Sai il russo [Stille era, in realtà, un ebreo ucraino,ndr] non ce la fa più e poi vive a New York... Che dici, chi ci mettiamo al posto suo... È un bel problema in questo momento. Mieli ha fatto bene alla "Stampa" e lo sai quanto ti è vicino. Non avendo la palla di vetro, approvai».

Giancarlo Lehner


Dagospia 10 Agosto 2005