oscar farinetti

EATALY PANATA E FRITTA - IL GRUPPO FONDATO DA OSCAR FARINETTI FINISCE IL 2018 IN PERDITA, CON 17 MILIONI DI ROSSO, NONOSTANTE LA CRESCITA DEL GIRO D'AFFARI: PESANO COSTI E AMMORTAMENTI E AUMENTANO I DEBITI CON LE BANCHE - SLITTA LO STROMBAZZATO SBARCO IN BORSA - E SI RAFFORZANO LE VOCI SULL'ARRIVO DI UN NUOVO SOCIO CINESE…

Carlo Cambi per “la Verità”

 

farinetti

La frase è di Henry Ford, ma lui intervistato da Stefano Lorenzetto per il Corsera se l' è attribuita. Si parla di galline che hanno inventato il marketing perché quando depongono starnazzano e così tutto il mondo mangia le loro uova. Natale, detto Oscar, Farinetti l'ha un po' aggiustata e fatta sua: forse pensava alle uova d'oro che doveva dargli Eataly e che invece non brillano. Nelle magnifiche sorti e progressive dell' impero della salamella buona, pulita e giusta - concetto preso a prestito, stavolta da Carlo Petrini di Slow Food - c' è un' altra battuta d' arresto. L'ha scoperta Mf-Milanofinanza.

 

farinetti fico eataly world

Con un articolo di Andrea Montanari ha fatto luce sul bilancio 2018 di Eataly che ha perso 17,1 milioni di euro. L'ordine è di non farlo sapere, le conseguenze sono: niente quotazione in Borsa sempre annunciata e mai praticata e ricerca, ora un po' più urgente, di uno - magari cinese - che ci metta i soldi. Quell' uno potrebbe essere Jack Ma del colosso dell' ecommerce Alibaba oppure un fondo immobiliare cinese che da tempo si evoca per Fico Eatalyworld, la Disneyland al ragù aperta a Bologna dalla compagnia di Farinetti sui terreni del Comune, di cui non si riesce a capire se sia un successo o un flop.

 

TAPIRO A FARINETTI

Resta il fatto che il 2018 per i soci di minoranza di Eataly è pesante. Natale Farinetti detto Oscar, che ha ceduto il timone ai figli e all' amministratore delegato Andrea Guerra, invece in passato i dividendi se li è comunque assegnati. Come andrà quest' anno è top secret: la finanziaria della famiglia Farinetti che ha la maggioranza di Eataly tace. Tutto il contrario di Natale Oscar che arringa le folle dai talk televisivi. Da alcuni anni va dicendo che l' approdo naturale di Eataly è la quotazione in Borsa. Lo ha ribadito due anni fa a Taormina. Ma con questi conti è abbastanza difficile e lui stesso ha dato il contrordine compagni: non c' è fretta.

 

FARINETTI

È la terza volta che la bottega di famiglia si affaccia a Piazza Affari per poi rinculare. Andrea Guerra - manager già a capo di Luxottica, era il consigliere strategico di Palazzo Chigi quando nel 2016 venne invitato a occuparsi di robiole - arrivato a capo di Eataly via Matteo Renzi ha subito assunto lo stile della casa: aveva promesso nel 2016 (altro bilancio in rosso) che il fatturato del pane e salame sarebbe arrivato a 1 miliardo in tre anni. Non è successo, ma che gli fa. L' anno scorso il giro d' affari è stato di 532 milioni (+14% rispetto al 2017), ma un po' lontano dall' obbiettivo.

 

renzi oscar farinetti

Se i conti vanno così è probabile che i soci di minoranza, dal Clubitaly di Giovanni Tamburi alla coppia storica Baffigo-Mirolglio, comincino a premere. All' orizzonte si fa sempre più concreta la possibilità di cessione di parte del capitale a un socio di preferenza cinese. Ma nel caso vendono i soci di minoranza o i Farinetti?

 

Ci sono indizi su entrambi i fronti. Nei conti non brillanti dell' ultimo esercizio, rivelati da Milanofinanza, ci sono alcune particolarità. Le banche di solito sparagnine nel prestare soldi a Eataly che nel corso dell' esercizio fa dimagrire il patrimonio (da 65,37 a 50,92 milioni in un anno) hanno concesso ulteriori crediti per 21,65 milioni il che fa salire l'indebitamento verso le banche a 96,3 milioni. Poi ci sono i debiti verso i fornitori che storicamente sono cospicui.

oscar farinetti patron di eataly

 

Nel bilancio il management scrive che continua la strategia di espansione: altri punti vendita da Toronto a Parigi, da Verona a Dallas, da Londra a San Josè. Ma anche che si sono fatti ammortamenti consistenti (26 milioni, più 5 rispetto all' anno scorso) e che i costi sono lievitati a 545 milioni con una redditività in calo (l' Ebitda rettificato a 21,21 milioni negativo rispetto al 2017 per il 16%), per cui è necessario abbassarli. Bisogna, scrivono in bilancio, ottimizzare i costi d' acquisto agendo su contratti di fornitura globali, diminuire i costi del negozio, razionalizzare stock e logistica. Insomma chi lavora con e per Eataly potrebbe dover pagare una parte del conto.

 

OSCARI FARINETTI

Giovanni Tamburi (Tip), al quale Farinetti ha ceduto nel 2014 il 20% di Eataly per 120 milioni, non sembra più così soddisfatto dell' investimento anche dopo che con un cambiamento di statuto Eataly ha concentrato la linea di comando su Guerra e i tre figli di Natale Oscar. Tamburi a fronte dei conti 2018 ha detto: «La redditività non è soddisfacente, i numeri non sono quelli previsti tra nuove aperture e investimenti mostruosi. La quotazione resta un obiettivo, ma ci sono alternative, ad esempio soluzioni ponte, molti fondi si sono affacciati».

 

Tradotto: forse vendiamo un pezzo. Ma Natale Farinetti detto Oscar sempre in quella chiacchierata con il Corriere fa sapere che il progetto Green Pea, e cioè vendere auto elettriche, energie pulite in una «casa» costruita con gli alberi abbattuti dal tifone dolomitico, è il suo nuovo impegno. Lui tenta un altro Oscar tornando all' elettricità - i soldi li ha fatti con Unieuro - ma stavolta «buona, pulita e giusta».

Oscar Farinetti

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?