giovanna rigato silvio berlusconi

VI RICORDATE DELL’EX OLGETTINA GIOVANNA RIGATO, IMPUTATA PER UN TENTATIVO DI ESTORSIONE AI DANNI DI SILVIO BERLUSCONI? SECONDO ROBERTO SILENO, EX COORDINATORE DEI VIGILANTES DI ARCORE, LA VISPA RAGAZZA NEL 2017 SI PRESENTÒ DAVANTI A VILLA SAN MARTINO CON UN “FOGLIO”, IN CUI C’ERA SCRITTO CHE “ENTRO 7 GIORNI IL PRESIDENTE AVREBBE DOVUTO VERSARLE UN MILIONE DI EURO SU UN CONTO IN INGHILTERRA”, ALTRIMENTI…”

giovanna rigato

(ANSA) - Giovanna Rigato, una delle giovani ex ospiti alle serate di Arcore e imputata anche a Monza per un tentativo di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi da un milione di euro, si presentò nella "primavera del 2017" davanti a villa San Martino con un "foglio" in cui "c'era scritto che entro 7 giorni il presidente avrebbe dovuto versarle una somma di denaro, un milione di euro, su un conto in Inghilterra, altrimenti disse lei 'ognuno si assume la sua responsabilità'".

giovanna rigato

 

Lo ha raccontato, testimoniando nel processo sul caso Ruby ter a carico del leader di FI e altre 28 persone, tra cui molte cosiddette 'olgettine', Roberto Sileno, ex coordinatore, ora in pensione, del servizio di vigilanza della residenza ad Arcore, il primo teste della difesa dell'ex premier, convocato in aula dall'avvocato Federico Cecconi.

 

SALA DA PRANZO BERLUSCONI ARCORE VILLA SAN MARTINO

Il teste ha letto anche parte del biglietto che Rigato cercò di consegnare all'ex premier nel quale era scritto che aveva "urgenza di parlare col Presidente" per quel "pagamento da un milione", 'spalmato' su "7 anni", e nel quale erano indicate anche le scadenze e le coordinate bancarie.

 

Sileno ha spiegato che in quegli anni "le ragazze chiedevano di essere ricevute quasi tutti i giorni, ma noi dicevamo che non ci si può presentare così, questo non è l'iter, bisogna prendere appuntamento con la segreteria. Ma era difficoltoso, erano verbalmente aggressive, eccedevano, insistevano".

 

silvio berlusconi

Il 'pressing' sul Cavaliere per richieste di denaro da parte delle giovani, poi finite imputate per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, era già emerso dagli atti dell'inchiesta. "Dicevamo il presidente non c'è, è a Roma, vada da Spinelli (il ragioniere di fiducia, ndr) - ha aggiunto l'ex guardia - cercavamo le giustificazioni più disparate per liberarcene, erano insistenti, non erano persone con cui si poteva parlare".

 

Rigato, oltre che nel Ruby ter, è imputata anche a Monza per tentata estorsione in un processo in corso nel quale Berlusconi è parte civile, dopo aver denunciato il presunto ricatto.

 

"Si è presentata una domenica pomeriggio nella primavera 2017 - ha detto l'ex capo delle guardie di villa San Martino - 'il presidente non c'è' le abbiamo detto, uscivamo sempre quando c'erano queste ragazze, non le facevamo avvicinare al cancello". E' arrivata "con una persona di 45 anni, non italiano - ha aggiunto - mi ha detto 'ho un foglio e devo darlo al presidente' e io le ho detto che lui non c'era e l'ho preso io e l'ho letto".

 

giovanna rigato al grande fratello

Nel biglietto c'era scritto che "entro 7 giorni doveva essere fatta questa operazione, altrimenti 'ognuno si assume le sue responsabilità' e poi dopo una settimana, 10 giorni, fui chiamato da uno studio legale per rilasciare dichiarazioni su questo".

 

silvio berlusconi

Berlusconi, infatti, denunciò l'accaduto. Nella sua deposizione l'ex capo (fino all'autunno 2017) delle guardie della residenza del leader di FI ha spiegato che molte "persone in difficoltà", soprattutto economica, si presentavano fuori dalla villa e ha ricordato anche "la più particolare delle situazioni: un imprenditore sardo che ha cercato di darsi fuoco davanti alla residenza".

 

giovanna rigato.

Il "presidente", ha spiegato il teste, "indirettamente si interessò" del caso, "la sua assistente riuscì ad avere il numero della famiglia, disse alla moglie che qualsiasi bisogno avesse poteva contare sul presidente, ma le ha detto di non divulgare la cosa, perché Berlusconi è una persona generosa, ma non voleva che altri compissero gesti simili, se in difficoltà".

 

Il leader di FI "si è preso a cuore questa persona e l'ha aiutata a livello imprenditoriale con suggerimenti e con un aiuto economico e poi ho visto quest'uomo con la famiglia a Villa Certosa dopo un anno e mezzo, quando lui e la famiglia sono venuti a ringraziare il presidente". Per oggi erano stati convocati dalla difesa dell'ex premier otto testimoni, ma se ne è presentato solo uno, perché gli altri (tra cui alcune ragazze che hanno frequentato Arcore) hanno presentato vari impedimenti, pure legati al Covid, come quarantene e malattie.

 

VILLA SAN MARTINO, ARCORE

 

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