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DALLE ALPI AL GOLFO, IMPAZZA UN MITOLOGICO FOTOGRAFO UCRAINO: BORIS MIKHAILOV – DOPO LA MOSTRA AL MUSEO CAMERA DI TORINO, STASERA GRAN VERNISSAGE AL MUSEO MADRE DI NAPOLI – TRA SESSO E POTERE, HA PRODOTTO VISIONI CHE RIDICOLIZZAVANO IL REGIME DEL PARTITO COMUNISTA

http://www.napolipost.com/al-madre-boris-mikhailov/

 

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Al Madre, Museo d’arte Contemporanea di Napoli arriva l’arte di Boris Mikhailov, con la mostra “Boris Mikhailov, io non sono io”, in programma sino al 1 febbraio  2016. Evento curato da Andrea Viliani con Eugenio Viola, in collaborazione con Incontri Internazionali d’Arte,  Polo museale della Campania, Villa Pignatelli – Casa della fotografia.   

 

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Il Madre, nell’anno dei festeggiamenti dei suoi dieci anni di vita, non poteva non inserire tra i suoi eventi una mostra dedicata al grande fotografo ucraino ribelle, che  accettava le regole imposte dal regime sovietico, dimostrando la sua ribellione attraverso la fotografia e le immagini, diffondendo messaggi scomodi e di pornografia. Ha raccontato il corpo e la nudità, ha prodotto visioni che ridicolizzavano il regime, ha ritratto l’architettura imponente diventata simbolo di disfatta, le parate ufficiali del Partito Comunista mescolandole con immagini di strada e momenti tratti dal quotidiano.

Boris Mikhailov all'inaugurazione di CameraBoris Mikhailov all’inaugurazione di Camera6. yesterday sandwich6. yesterday sandwich

 

A Napoli la mostra approfondisce in particolare il tema del ritratto e dell’autoritratto e quindi la matrice intimamente biografica di tutta la sua ricerca, in cui sono esplorati i temi della disintegrazione identitaria, dell’oppressione sociale, della povertà iniqua, dell’inermità del corpo, dell’abbandono e della solitudine in una situazione sospesa fra guerra e pace, così come l’inesauribile e insopprimibile ricerca della verità umana nelle pieghe del reale, temi che riecheggiano, attraversando i confini dello spazio e del tempo, la grande pittura barocca napoletana, come nelle tele del grande pittore spagnolo Jusepe de Ribera (Xàtiva, 1591-Napoli, 1652), alcune delle quali saranno accostate in mostra, in un inedito confronto, alle opere fotografiche dell’artista.

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Evocando inoltre anche altre possibili relazioni, come l’interesse per i “vinti” della pittura e della fotografia ottocentesca (come nelle opere della “Scuola di Resina”), fino alla ricerca di responsabilità personale e civile delle avanguardie storiche del primo Novecento, la mostra ci restituisce una galleria di ritratti e autoritratti al contempo disturbanti quanto universali nella loro urgente richiesta di dignità personale e collettiva. occasione della mostra sarà disponibile un nuovo libro d’artista, la più estensiva pubblicazione dedicata ad oggi alla ricerca di Mikhailov, edito da Camera-Centro Italiano per la Fotografia di Torino e Walther Koenig Verlag, con il supporto del museo Madre.

 

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Già in passato, a partire dagli anni Novanta, alcuni dei più importanti musei del mondo hanno dedicato a Mikhailov ampie retrospettive, fra cui MoMA – Museum of Modern Art, New York (2011), Sprengel Museum, Hannover (2011, 2007, 1998), Kunsthalle Wien, Vienna (2010), Moscow Contemporary Art Center, Mosca (2008), Centre de la Photographie, Ginevra (2005), Institute of Contemporary Art, Boston, etc.

 

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Boris Mikhailov, l’artista capace di fornire  uno spaccato contemporaneo fatto di cruda verità: “È un mondo vergognoso, popolato da alcune creature che una volta erano esseri umani; ora questi esseri viventi sono degradati, orribili, spaventosi. Molte persone mi dicono che hanno notato questi ragazzi solo dopo aver visto le mie foto. Prima, non avevano occhi per loro. Non posso dire di essere un “cronografo”, perché seleziono, annusando le situazioni per lungo tempo. Mi dicono che mi muovo di nascosto come un gatto, guardando. Sicuramente aspetto il momento migliore per spingere il tasto della fotocamera”.

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