federica vincenti michele placido

LA 34ENNE FEDERICA VINCENTI RACCONTA LA SEPARAZIONE IN CASA DA MICHELE PLACIDO: “L’ETA’ SI È ALLARGATA FINO A FARSI VORAGINE. CAMBIANO IL CORPO, LE FORZE E I DESIDERI. LE VOGLIE NON SONO PIÙ COMUNI. L’ALTRA SERA PER ESEMPIO ERAVAMO A UN CONCERTO DI ERMAL META. BALLAVO. MI HA GUARDATO: “FEDE, MA CHE STAI A FÀ? CHE TE BALLI?...”

Lavinia Farnese per https://www.vanityfair.it

 

michele placido e federica vincenti

Cambiare nome, prendersene un altro perché il proprio non abbiamo voglia ci stia più così addosso, in fondo è volere cambiare tutta.

 

Federica Vincenti ha 34 anni, e da 17, ovvero da buona metà della sua vita, è «Federica Vincenti la compagna, poi moglie di Michele Placido», 71, «Federica Vincenti la madre del suo ultimo figlio, Gabriele», 11, «Federica Vincenti che non le è bastato: smettere i jeans a 20 anni e indossare un tailleur». «Mentre tutti erano subito pronti a dire che sarei stata protagonista raccomandata dei film di mio marito, io mi sono rimboccata le maniche: mi spaccavo la schiena da mattina a sera a fare la produttrice.

 

michele placido e federica vincenti

Ma il pregiudizio premeva, ha sempre premuto forte. E contro il pregiudizio non puoi nulla, se non la dimostrazione tutti i giorni di chi sei. O lo stravolgimento che nessuno si aspetta».

 

E così, eccola (ri)nascere. Come «Luna». «Luna» che, su ogni altra cosa, prima di ogni altra cosa, oggi, dopo tanto teatro – ha recitato con Mariangela Melato e Moni Ovadia – fa musica (è appena uscita con un nuovo singolo, Mille anni luce). Canta. E, senza più così vicina l’ombra così lunga di un marito per forza di cose ingombrante come Michele Placido, torna a respirare.

michele placido e federica vincenti

 

Che cosa è successo?

«Non è storia di oggi o di ieri. Da qualche tempo il mio corpo mi stava parlando, ma io non ero capace di ascoltarlo. Avevo spesso mal di stomaco. Ero sempre contratta, nervosa, in ansia. Mi muovevo a scatti, passavo da una tournée all’altra, finivo di prendere i diritti di un libro per un adattamento cinematografico o teatrale che già stavo trattando per qualcos’altro. Altri giorni iniziavano e finivano chiusa in ufficio: andavo avanti, a macinare carte e progetti, passavo vicino al mio pianoforte chiuso, con le ragnatele. Lo guardavo, proseguivo oltre. Troppo impegnata a smarcarmi».

 

michele placido e federica vincenti

Come si è «liberata»?

«Mi ha aiutato la psicobiorisonanza: insegna a fermarsi, a tirar fuori la propria voce a dispetto di quelle intorno, a far viaggiare insieme testa e sentire, e così ad assecondarsi. Anche se significa passare dal non riconoscersi più. Dal dolore. Per potersi riconoscere davvero».

 

Lei ci è riuscita?

«Oggi il mio primo pensiero è il pianoforte come fosse un uomo che hai tenuto lontano, con cui non hai mai concretizzato, ma che nella privazione ti è risuonato dentro sempre e con cui ora vuoi invecchiare. Ho deciso di mettere da parte le mie paure su quello che gli altri dicono, tanto lo dicono comunque, e di badare al mio bisogno, punto: m’iscriverò al conservatorio, crederò all’arte che può farsi sacra, come una religione. D’altronde, già a 20 anni avevo una famiglia, le voci, una responsabilità imperante tra ministeri, finanziamenti, film. Sono sempre stata affamata di troppe cose: non riuscivo mai a concentrarmi su una sola».

le nozze tra michele placido e federica vincenti

 

Una vita al contrario.

«Sono cresciuta molto in fretta, da leonessa. E ora riparto da meno di niente. Godendone».

 

Michele è felice di questa sua passione?

«Così e così. Non la vede molto di buon occhio. Ma è naturale vada così: l’amore cambia. Quando è agli inizi non ci pensi: che un giorno quella differenza d’età vi dividerà per forza di cose, che tra voi ci sarà la vecchiaia, e che sarà abissale».

michele placido e federica vincenti

 

Lo è diventata, tra voi?

«Si è allargata, piano piano. Fino a farsi voragine, non a distruggerci, ma a governare lei».

 

In che cosa, per esempio?

«Cambia il corpo, cambiano i muscoli, le forze. Cambia la testa, può togliere i pensieri e il ricordo a un uomo che ha fatto la cultura nel mondo al pari di mostri d’intelletto come Monicelli, Albertazzi. Cambiano i desideri. Le voglie non sono più comuni. È raro che usciamo, ma l’altra sera per esempio eravamo a un concerto di Ermal Meta. Ballavo. Mi ha guardato: “Fede, ma che stai a fà? Che te balli?”».

 

Prima non era così?

federica vincenti

«No, ma lo dico con la luminosa indulgenza di chi sa che non è colpa di nessuno: a 70 anni l’uomo della mia vita e padre di mio figlio resta l’uomo della mia vita e il padre di mio figlio anche nell’allontanarci, anche a stagione dell’amore finita, perché comunque resta che io ci sarò sempre per lui e lui ci sarà sempre per me, e questo ci fortifica».

 

Ne avete parlato?

«Sì, e lui è il primo a volere che riprenda in mano la mia vita di donna e di artista. Continueremo a lavorare insieme. A cenare insieme tutte le sere, con lui che cucina la peperonata e io la parmigiana di melanzane. A educare nostro figlio».

 

È attratta da uomini più giovani?

«No. I quarantenni mi fanno tristezza. Mi annoiano. Mentre Michele non mi lascia alcun amaro in bocca».

 

le nozze tra michele placido e federica vincenti

Che idea si è fatta dello scandalo Weinstein che con Asia Argento ha investito anche il cinema italiano, e voi con lui?

«Qui sì che provo molta amarezza. Perché le donne violentate veramente, quelle che hanno ferite, dolori e cicatrici sulla pelle, quelle che aspettando da un momento all’altro che il marito le pesti a sangue, non hanno avuto voce in questa storia qui. Mentre l’abbiamo data troppo a fantomatiche attrici che ci hanno fatto spettacolo e opinione nei salottini pomeridiani della nostra tv: non giudico loro, ma com’è montata la questione».

 

Ognuna di loro ha portato la propria esperienza. Non pensa che anche questo possa aiutare tutte le donne?

federica vincenti

«Penso solo che si è fatta una grande confusione tra sessualità e violenza. Una cosa sono le avances, un’altra le molestie. Dalle prime puoi sottrarti, le altre fanno male».

 

Da madre di figlio maschio, quale sente può essere il suo contributo?

«Aiutarlo nel carattere, che conta più del talento. E nella gentilezza».

 

Come protegge la sua privacy nei passaggi più delicati? Michele Placido ci raccontò che a volte quando andate in edicola sentite le risatine dietro, che a scuola a volte gli dicono che ha un papà anziano.

«Insegnandogli che il giudizio nasce dall’ignoranza, e che non bisogna preoccuparsi mai del brusio, basta dimostrare le proprie doti, che si è un’altra cosa dalle voci che ci descrivono, da come ci descrivono. Guardate Alessandro Gassman: figlio d’arte, sì, ma quanta strada».

 

federica vincenti e michele placido

Torniamo alla sua. Perché come nuovo nome si è data proprio Luna?

«Da piccola ero molto riflessiva, e un po’ sensitiva. Da sempre mi sento poco terrena, con una malinconia che è più della luna che umana: triste ma luminosa, bianca ma con questo senso di buio. Sempre doppia, ma in fondo lontana, e sola».

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