MARE NOSTRUM, SCAZZO VOSTRUM - IL "WASHINGTON POST" LANCIA MERDA SULL’EUROPA, INCAPACE DI GESTIRE L'IMMIGRAZIONE - E LA GIORNALISTA HA IL DENTE AVVELENATO: SUO MARITO ERA IL FAVORITO PER LA POLTRONA CHE È ANDATA ALL'INESPERTA MOGHERINI PER L'IMPUNTATURA DI RENZI

Michele Pierri per http://www.formiche.net/2015/05/07/libia-ue-applebaum-ue-mogherini/

 

mogherini sikorskimogherini sikorski

Il divario tra gli annunci di Bruxelles e la soluzione di problemi concreti, come quello delle carrette del mare che partono dalla Libia, non è mai stato così ampio. E se in passato gli osservatori d’oltreoceano hanno riso dello scarso decisionismo europeo, oggi iniziano ad esserne seriamente preoccupati. Il dubbio sorge spontaneo, dopo il pungente commento pubblicato nei giorni scorsi sulle pagine del Washington Post a firma di una giornalista nota tanto negli Usa quanto in Europa, Anne Applebaum.

 

UN PREOCCUPANTE IMMOBILISMO

 

RADEK SIKORSKIRADEK SIKORSKI

Così, dopo l’ennesima strage del mare il mese scorso, ha ricordato la Applebaum, l’unica risposta offerta da Bruxelles è stata una “riunione d’emergenza“, “durante la quale tutti i capi di governo hanno espresso la loro profonda preoccupazione e hanno deciso di inviare un paio d’imbarcazioni a pattugliare le coste di Italia e Grecia (qui le nuove misure). La vera fonte della crisi – la Libia – non è stata menzionata“. La “verità è che man mano che la crisi di Tripoli si estendeva“, ha sottolineato ancora l’editorialista, “tutti sapevano che lo sforzo occidentale nel Paese era inadeguato“, ma nessuno nel Vecchio Continente – complice anche la mancanza di coordinamento e condivisione – ha mosso un dito per risolvere il problema, forse ancora nemmeno “identificato“.

renzi mogherini ban ki moon 5renzi mogherini ban ki moon 5

 

LA REPLICA DI BRUXELLES

 

Questa ed altre analisi della Applebaum hanno toccato un nervo scoperto e messo in forte imbarazzo Bruxelles. Con una lettera inviata avanti ieri al WaPo, l’ambasciatore dell’Ue negli Stati Uniti, David O’Sullivan, ha respinto al mittente le accuse, rivendicando un ampio dibattito europeo sulla questione libica e un ruolo attivo di Bruxelles. Nel farlo, il diplomatico ha preso le difese della Mogherini, ricordando gli ultimi passi compiuti dall’Alto rappresentante in sede Onu: gli incontri, come quello con il segretario di Stato John Kerry, tesi ad ottenere e una risoluzione del Consiglio di sicurezza per poter agire in un quadro normativo di sicurezza e distruggere così i barconi. Polemica conclusa? Probabilmente no.

renzi mogherini gelatorenzi mogherini gelato

 

VECCHIE RUGGINI

 

Le ruggini, per così dire, tra Mogherini ed Applebaum, risalgono già a qualche mese fa. La columnist del Washington Post è anche moglie dell’ex ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, fino all’ultimo in corsa per il posto di Alto rappresentante ricoperto oggi dall’ex titolare della Farnesina. A gennaio, a seguito di un paper di Bruxelles che ipotizzava di cercare il dialogo con Mosca e abbandonare la strada delle sanzioni, la giornalista americana scrisse su Twitter che la Mogherini si opponeva a uno “sforzo dell’Ue per rispondere alla propaganda russa”. Un cinguettio dell’Alto rappresentante negò, ma la polemica era ormai innescata.

 

renzi mogherini 3renzi mogherini 3

CARROZZONE UE?

 

Tensioni personali a parte, i problemi sollevati dalla Applebaum restano sul tavolo e, per molti addetti ai lavori, le sue critiche dovrebbero (e forse già sono) oggetto di discussione sia a Bruxelles, sia nei singoli Stati membri dell’Unione. Il tema di un’Europa costruita per essere incapace di decidere, sottolineano alcuni osservatori, dovrebbe essere all’ordine del giorno, a prescindere da chi abbia ragione in questa polemica. E, rincarano la dose i più critici, fa specie che nell’Ue ci si preoccupi di più della stampa americana che della soluzione reale di problemi – come quello libico – ancora irrisolti.

barcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militarebarcone di immigrati foto di Massimo Sestini per Marina Militare

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…