philip roth newark

NEWARK A ROTH DI COLLO – ALLA NEW YORK DEL MELTING POT, PHILIP ROTH HA PREFERITO IL PAESE LOCALE, LA COMUNITÀ DI NEWARK – È IL NEW JERSEY CHE RENDE LA SCENOGRAFIA INTIMA DELLA DISILLUSA EPOPEA DELL’IMMIGRATO DIVENTATO AMERICANO MEDIO – DALLO SVEDESE DI ‘PASTORALE AMERICANA’ A ‘PATRIMONIO’, QUANDO LA VITA VERA DIVENTA ROMANZO…

Pierluigi Panza per http://fattoadarte.corriere.it/

 

philip roth e la famiglia nel 1942

Sul numero del “Sunday Review” del New York Times (27 maggio) la scrittrice Dara Horn rimprovera a Philiph Roth di aver costruito un’ideale donna del New Jersey che esiste solo nella sua mente misogina. E anche gli altri due “favorite topics” dell’epopea rothiana ovvero gli ebrei e il New Jersey, sono più sue proiezioni che realtà.

 

Ma la grandezza di uno scrittore sta proprio nella capacità di conferire una natura poetica e simbolica a figure e luoghi, magari anonimi o irriducibili a un modello, dove è vissuto. L’ “accrescimento estetico”, che trasforma una cosa in opera d’arte (Gadamer) è proprio questo: conferire una dimensione simbolica a ciò che non l’aveva, “disvelare un mondo” (Heidegger) che esiste ma non si era visto.

philip roth e la mamma nel 1935

 

I grandi narratori hanno costruito universi letterari trasformando in luoghi di culto delle “piccole patrie” spesso fuori rotta: dal Mont Noir della Yourcenar, al quartiere di Cholon per la Duras, ma anche le Langhe di Pavese o il Canavese di Gozzano…

 

E così sono la Newark e il New Jersey di Roth che rendono, non la Grande Mela ma il suo intorno la scenografia intima della disillusa epopea dell’immigrato diventato americano medio. La Newark di Roth, appunto, non Newark e basta!

 

philip roth con il padre nel 1937

Newark è un paese natale (19 marzo 1933) che non avrebbe qualità come luogo del cuore: lo diventa grazie a Roth sin dalle prime righe dei suoi romanzi. “Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo”.

 

È l’attacco di Pastorale Americana: lo Svedese Seymour Levov cresce a Newark da padre di origini ebraiche che possiede una fabbrica di guanti, la Newark Maid. La moglie dello svedese è di Elizabeth, la città vicina, figlia di un idraulico di Hillside Road: lei, come Miss New Jersey (ovviamente) è in giro a tagliare nastri, ma al massimo fino ad Atlantic City.

 

la famiglia roth nel 1920

Al Paese globale del melting pot, del coast-to-coast della Beat generation e della Grande Mela, Roth preferisce il paese locale, la comunità. “Il primo caso di polio quell’estate si verificò all’inizio di giugno, subito dopo il Memorial Day, in un quartiere italiano povero dall’altro capo della città rispetto al nostro.

 

phlip roth margaret martinson sua prima moglie

Dall’angolo sud-occidentale di Newark, nella zona ebraica the Weequahic, noi non ne venimmo a conoscenza, e non venimmo a conoscenza nemmeno dei casi successivi, una decina, sparpagliati in quasi tutti quartieri tranne il nostro”. È l’inizio di “Newark equatoriale”, primo capitolo di Nemesi, che si svolge sui campetti sud della città spingendosi al massimo sino alle vicine zone di villeggiatura montana, come le Pocono Mountains, nelle contee rurali nordoccidentali tra New Jersey e Pennsylvania, stazione ferroviaria di Stroudsburg, vista del Delaware Water Gap, luoghi da gita fuori porta.

philip roth

 

Del resto appartengono a una geografia minima anche i luoghi di villeggiatura del giovane Roth, documentati alcuni anni fa nella mostra Philip Roth: Photos from a Lifetime curata da James Lewis nella Main Library di Newark. Queste località sono  Belmar e Bradley Beach, dove Roth bambino va in vacanza con i genitori: viene da questo luogo la straordinaria foto di copertina di Patrimonio.

 

philip roth william styron

La tenerezza di Roth per Newark è contagiosa: “Sentivo una profonda conoscenza di Newark, un attaccamento così radicato che non poteva fare a meno di espandersi in affetto” scrive in Goodby, Columbus.  In The Counterlife, Nathan prende in giro l’autore dicendogli che, se diventerà famoso, gli dedicheranno una fermata sulla Jersey Turnpike, magari alla 81 Summit Avenue, anonimo viale di Elizabeth, non un boulevard di Combray adatto a Odette. The facts è un’opera genealogica sugli abitanti di Newark casa per casa: in questa di Hobson Street “abitavano quattro famiglie” e un tempo viveva Seymour Feldman; poi c’erano le famiglie Feldman e Rubin… tutte nel quartiere ebraico di Weequahic, la comunità identitaria nella comunità.

philip roth new york

 

In The Plot Against America  (in uscita il 27 giugno) è invece una topografia di Newark:  “Il confine occidentale del quartiere Weequahic prese forma come la frontiera ebraica di Newark: dietro la chiesa c’era la scuola di grammatica che serviva gli orfani…”. A volte alcuni si avvicinavano a Chancellor Avenue, dove si trovava la scuola elementare di Roth, la Chancellor Avenue School “di nuova costruzione”, che ancora esistente.

philip roth barack obama

 

“I medici e gli avvocati ebrei e i commercianti di successo che possedevano grandi magazzini del centro vivevano in case unifamiliari per le strade che si diramavano dal versante orientale della collina del Chancellor Avenue, vicino al Weequahic Park”: cento acri il cui lago navigabile, campo da golf e pista da regata cingevano la sezione Weequahic dagli stabilimenti industriali,  dai terminali marittimi e dal viadotto railroad della Pennsylvania. Nei depositi e sulle banchine della baia di Newark “scaricavano merci da tutto il mondo”.

 

philip roth 8

All’estremità occidentale del quartiere, la parte senza parcheggio dove viveva la famiglia di Zuckerman, l’alter ego di Roth, risiedeva un farmacista, mentre le prospere famiglie imprenditoriali o manifatturiere erano in Clinton Avenue. Qui ha sede l’Hotel Riviera, dove madre e padre di Roth avevano trascorso la loro prima notte di nozze (un hotel oggi da 70 euro). Subito davanti, al 691, c’è il B’nai Abraham, la storica fortezza diventata sinagoga per i ricchi ebrei della città. Nel terzo rione di Newark, scrive in Ho sposato un Comunista (oggi in edicola), i neri “erano venuti per occupare le strade e le case della vecchia baraccopoli degli ebrei”.

philip roth 6

 

Lì il protagonista si siede su una panchina della squallida Spruce Street, dietro l’angolo dove il padre era cresciuto in un caseggiato di Belmont Avenue, non lontano dal bronzo di Abraham Lincoln ai piedi della larga scalinata del neoclassico Essex County Courthouse.

philip roth 3

Il ventricolo di Newark è la Public Library di fianco a Washington Park, fianco al Newark Musuem e non lontana da Penn Station.

 

L’esterno è invariato da quando Roth ci andava a studiare negli anni del liceo, ma la scala principale non è più quella degli anni Cinquanta. Come studente, Roth ha spesso usato la Weequahic Branch Library su Osborne Terrace. La biblioteca torna, ad esempio, nelle pagine di  Goodby, Columbus: “La mattina dopo trovai un parcheggio in Washington Street direttamente di fronte alla biblioteca…”. Li il protagonista si siede su una panchina e guarda “verso Broad Street e il traffico del mattino”.

philip roth 7

 

È il Roth flaneur quello di Newark, che osserva il parco, delimitato da Washington Street a ovest e Broad a est e “dietro di me, c’era il Museo di Newark: potevo vederlo senza nemmeno guardarlo”, con quei due vasi orientali davanti come “sputacchiere per un rajah”. Poi l’annesso edificio di mattoni coperto di viti che ricordava il legame del New Jersey con George Washington: qui aveva addestrato qui il suo esercito rudimentale, dove ora c’è un parcheggio.

philip roth 2philip roth 1Roth e Levi philip roth1philip rothphilip roth e claire bloom 1philip roth claire bloomphilip roth 10 (2)philip roth 10

 

philip roth

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…

roberto vannacci - giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI OSSERVERÀ CON MOLTA ATTENZIONE I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN TOSCANA, LA PROSSIMA SETTIMANA. NON PERCHÉ SPERA DI STRAPPARE LA REGIONE ROSSA AL CENTROSINISTRA (LA VITTORIA DI GIANI È QUASI CERTA), QUANTO PIUTTOSTO PER “PESARE” LA LEGA DI SALVINI – LA TOSCANA È DIVENTATA TERRA DI CONQUISTA DELLE TRUPPE DEL FASCIO-LEGHISTA VANNACCI. DAL NUMERO DI VOTI CHE PRENDERÀ L’EX PARA' DELLA FOLGORE DIPENDONO LE SORTI DI SALVINI ALLA GUIDA DEL CARROCCIO, E DI CONSEGUENZA IL FUTURO DEL GOVERNO CHE SENZA L'8% DELLA LEGA NON REGGE NON SUPERANDO IL 40%  – FIN QUANDO LA STATISTA DELLA SGARBATELLA NON HA DAVANTI I NUMERI DELLA REALE CONSISTENZA DEL FU TRUCE DEL PAPEETE, CONTINUERA' A SCHIERARSI CON TRUMP E NETANYAHU PER COPRIRSI A DESTRA DALLE MATTANE DEL "CAPITONE" (SI SA CHE GLI ANIMALI FERITI SONO I PIU' PERICOLOSI...)... 

a lume di candela andrea giambruno pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PER L’EX SIGNOR MELONI, L'ARZILLO ANDREA GIAMBRUNO, SI AVVICINA IL RITORNO IN VIDEO ALLA CONDUZIONE DI "STUDIO APERTO" – UN BEL PASSO INDIETRO PER IL FANATICO DELL'AMMUCCHIATA CHE ORA SARÀ BEN "INGABBIATO", LIMITANDOSI A LEGGERE LE NOTIZIE SUL "GOBBO, EVITANDO COSI' QUEI COMMENTI E OPINIONI PERSONALI A CUI CI AVEVA SOLLAZZATO DURANTE LA CONDUZIONE DI "DIARIO DEL GIORNO" - IL CASO "TG2POST" CHE AFFONDA IL PRIME TIME DI RAI2  – ENZO MICCIO E IL VECCHIO POST DI GIORGIA MELONI DEDICATO AL NUOVO CO-CONDUTTORE DI "DOMENICA IN" - BOLLE IN RAI IL RITORNO DI FLAVIO INSINNA - INDOVINELLO: IL GIORNALISTA LUDOPATICO HA ACCUMULATO DEBITI PER IL POKER. DI CHI SI TRATTA? - VIDEO

benjamin netanyahu donald trump hamas

DAGOREPORT: BYE BYE “BIBI” – I CEFFONI RIFILATI DA TRUMP A NETANYAHU SONO IL SEGNALE CHE IL PREMIER ISRAELIANO È AL CAPOLINEA POLITICO: COME I MILIZIANI DI HAMAS, OTTERRÀ UN SALVACONDOTTO (LA GRAZIA DAI SUOI PROCESSI) E POI SARÀ SPEDITO AI GIARDINETTI. NON SARÀ LUI A GESTIRE IL LUNGO PROCESSO DI PACE CHE SEGUIRÀ AL CESSATE IL FUOCO – L’ERRORE DI “BIBI” È STATO BOMBARDARE IL QATAR, CHE HA PRETESO DAGLI USA UN SIMIL-ARTICOLO 5 (CHI COLPISCE DOHA, COLPISCE L’AMERICA) – I PRESUNTI DOSSIERINI SU TRUMP BY EPSTEIN, IN MANO A ISRAELE? DISINNESCATI DAL TYCOON: DI FRONTE ALLA PACE, COS’È MAI UN’AMMUCHIATINA DI TRENT’ANNI FA? – IL SÌ DEI PAESI MUSULMANI, CHE SOGNANO UN PEZZO DELLA RICCA TORTA DEGLI INVESTIMENTI SU GAZA, IL RITORNO DEGLI USA SULLA SCENA MEDIORIENTALE, LE RICHIESTE DI HAMAS E I CONSIGLI DI TRUMP A NETANYAHU: “VOGLIONO BARGHOUTI? DAGLI BARGHOUTI. AL MASSIMO, L’AMMAZZI DOPO…”

donald trump zohran mamdani

FLASH – TRUMP HA VISTO I SONDAGGI SULLE ELEZIONI PER IL SINDACO DI NEW YORK ED È TRASECOLATO. IL MILLENNIAL ZOHRAN MAMDANI, CHE HA TRIONFATO ALLE PRIMARIE DEMOCRATICHE E VELEGGIA SERENO VERSO LA VITTORIA (SECONDO I SONDAGGI, SFIORA IL 50% E DOPPIEREBBE L’EX GOVERNATORE ANDREW CUOMO). IL TYCOON NON SI È PERSO D’ANIMO: HA SGUINZAGLIATO L’FBI PER SCAVARE A FONDO SUL PASSATO DEL SOCIALISTA MUSULMANO. COME PER IL FINTO CERTIFICATO DI NASCITA DI OBAMA, QUALCOSA SI TROVA SEMPRE. ALTRIMENTI SI CREA…