diada barcellona catalani indipendentisti

L’ALTRO 11 SETTEMBRE - IERI, COME OGNI ANNO, GLI INDIPENDENTISTI HANNO SFILATO A BARCELLONA PER CHIEDERE LA SECESSIONE DALLA SPAGNA. I CATALANI SONO RINGALLUZZITI DALLE PROTESTE A HONG KONG MA LE PERSONE INIZIANO A STANCARSI, E INFATTI È STATA LA “DIADA” MENO AFFOLLATA DELLA STORIA: 600MILA PERSONE CONTRO IL MILIONE ABBONDANTE DEL SOLITO – I LEADER ANCORA IN CARCERE E LE STRATEGIE DEI PARTITI – VIDEO

BARCELLONA, MANIFESTAZIONE PER L'INDIPENDENZA

 

 

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019

Il rito si è tornato a compiere, gli indipendentisti in piazza per mostrarsi all' Europa e al mondo: «La Catalogna deve essere uno Stato». Ma stavolta tutte queste bandiere repubblicane e i cori insistenti hanno un obiettivo molto più prossimo: «I nostri partiti ci portino all' indipendenza». E il banco di prova della disobbedienza, in teoria, sarebbe vicino: fra poche settimane arriverà la sentenza del processo ai leader in carcere preventivo da quasi due anni, con l' accusa di aver, di fatto, organizzato un colpo di Stato violento, nel tentativo di proclamare l' indipendenza nell' autunno del 2017.

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 7

 

I leader in carcere

FORCADELL ARTUR MAS ROMEVA JUNQUERAS

A Madrid e Barcellona nessuno ha dubbi: per Oriol Junqueras e compagni ci sarà una condanna e probabilmente non sarà lieve (l' accusa è arrivata a chiedere 25 anni di carcere per il leader di Esquerra). E a quel punto in qualche modo si dovrà rispondere. La sola idea porta scompiglio nei partiti, ognuno con una strategia diversa. Il presidente della Generalitat Quim Torra, con l' appoggio del suo predecessore Carles Puigdemont, parla di «aprire uno scontro con lo Stato», senza spiegare come si dovrebbe articolare. Junqueras dal carcere vuole nuove elezioni catalane. La piazza sogna di far diventare Barcellona una Hong Kong del Mediterraneo, con una mobilitazione permanente.

 

La strategia sbagliata

PUIGDEMONT GUARDIOLApuigdemont

Sul Passeig de Gracia, al mattino, passano turisti e gente al passeggio, «lei vede un clima prerivoluzionario?», chiede retoricamente Francesc-Marc Álvaro, professore e autore di un saggio sull' indipendentismo fresco di stampa («Saggio generale di una rivolta»). Per Álvaro gli errori degli indipendentisti sono stati enormi, «ma se la Spagna pensa di vincere questa battaglia solo nei tribunali si sbaglia».

 

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 6

La manifestazione di Barcellona di ieri, quindi, è solo un antipasto e dalle torri veneziane di Piazza di Spagna (ironie della toponomastica) viene fatto calare uno striscione: «Prepariamo la risposta alla sentenza».

 

La Diada meno affollata

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 4

Anche quest' anno, è il nono consecutivo, Barcellona si è riempita per la Diada, la festa «nazionale» che ricorda la caduta della città nella guerra di successione spagnola del 1714, diventata poi l' occasione per mostrarsi al mondo. «Obiettivo indipendenza», era lo slogan, un messaggio ai partiti che hanno cominciato a frenare, mischiando la retorica di sempre alla prudenza di chi è uscito scottato dalla risposta durissima della Spagna alle spinte secessioniste degli anni scorsi.

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 1

 

L' appello ai partiti

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 3

I numeri della piazza sono alti, 600mila persone, secondo la polizia municipale. Un dato meno stupefacente di altre edizioni nelle quali si raggiunse il milione, il più basso dall' inizio di questo movimento, ma sempre importante in una regione di 4,5 milioni di abitanti. Sui numeri si discute, ma non è questo che preoccupa gli indipendentisti. Sulla Gran Via, per oltre due chilometri, la folla dice praticamente una cosa sola: «I partiti trovino l' unità».  Non è un invito generico, perché, a distanza di due anni dal referendum proibito, di quell' epica risorgimentale è rimasto ben poco.

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 2

 

Strategie differenti

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 11

I partiti indipendentisti sono sempre più divisi, governano insieme, ma si fanno la guerra senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo. Esquerra Republicana e il Partito democratico (PdCat) non si mettono d' accordo sulla strategia da adottare. Alcuni vogliono dialogare con il governo spagnolo, Junqueras dalla sua cella, altri vogliono mettere lo Stato nuovamente alle corde, Puigdemont. Per i primi l' indipendenza non si può portare avanti con questo rapporto di forze, per gli altri bisogna insistere sulla via unilaterale. Finita, quindi, la minaccia per Madrid?

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 5diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 10

Non proprio, perché in Catalogna restano almeno 2 milioni di persone che, nonostante i tanti guai, hanno interiorizzato la secessione. I partiti però, Esquerra e l' ala moderata del PdCat frenano, hanno molti dirigenti in carcere e hanno capito cosa vuol dire confrontarsi, in maniera improvvisata, a una potenza come la Spagna. Non si dovrà aspettare molto per vedere una nuova prova di queste contraddizioni, Barcellona proverà a diventare Hong Kong.

diada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 9CARLES PUIGDEMONT A BRUXELLESdiada manifestazione per l'indipendenza a barcellona 11 settembre 2019 8

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO