m5s de falco carelli paragone

LA MUTAZIONE POP DEL M5S - NON SARÀ CHE LA NORMALIZZAZIONE DEI GRILLINI PASSA PER LA CRONACA ROSA PATINATA E IL CASTING VIPPAIOLO, DA CARELLI A PARAGONE? - CECCARELLI: “NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE, COMINCIANO A REGOLARSI COME TUTTI. SULLE CANDIDATURE GLI MANCANO: LA BELLA GNOCCA BERLUSCONIANA, IL CASO PIETOSO ALLA VELTRONI, LA ZAMPATA RENZIANA DELL'ASTRONAUTA, IL CONDUTTORE TV MARTIRIZZATO"

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

 

filippo ceccarelli

Quesito malizioso, ma non troppo: non sarà che la normalizzazione dei grillini passa per la cronaca rosa patinata, il casting a tendenza vippaiola e il parassitismo elettorale ad alto impatto di cronaca? Detta sempre in modo non proprio candido, ma distaccato: pare negli ultimi tre-quattro mesi di scorgere una nuova e astuta corrispondenza, un filo audace e melenso che tiene insieme le lettere di Dibba al neonatino, il selfie del senatore Crimi che sulle nevi tocca il pancione alla compagna deputata Carinelli e il senso di alcuni nomi di imminenti parlamentari esterni al MoVimento che grazie al magnifico Rosatellum riusciranno certamente premiati dalle prossime elezioni.

 

DINO GIARRUSSO

Non servono troppi approfondimenti, né troppo occorre lambiccarsi sugli aggettivi per spiegare perché, in modalità Di Maio, il M5S ha deciso di offrire una poltrona alla iena Dino Giarrusso, che ha importato il modello molestie in Italia. E al Comandante De Falco, che con brusca decisione e un linguaggio consono a quel momento drammatico ha richiamato ai suoi doveri Capitan Schettino. Si tratta di figure non solo parecchio viste, ascoltate e vissute in tv, ma soprattutto a loro modo esemplari.

 

Allo stesso modo è chiaro il doppio e speculare consenso che si calcola di poter costruire attorno ai due giornalisti indicati per la sicura ricompensa. L'uno, Carelli, di sorvegliata e composta carriera tra Mediaset e Sky, a tal punto pacato e istituzionale da essere apprezzato anche nei diffidenti palazzi lateranensi e magari perfino apostolici.

 

emilio carelli

L'altro, Paragone, con berretto, chitarra, "Skassakasta" band e provvisorio insediamento nella trash-tv di seconda serata. Quanto basta evidentemente, nel nuovo mood post-grillino, a purificarlo dall' essersi egli trovato nel biennio 2005- 2006, con grande entusiasmo seppure a spese del contribuente, niente meno che alla guida del prezioso quotidiano della Lega; e come tale aver dunque contribuito alla crescita culturale della Nord Nazione firmando articoli dal titolo: "In piedi, Padania!", per dire, oppure "Bossi, Pontida è tua!", o anche "La favola di Finocchio", quest' ultimo invero non proprio amichevole nei riguardi delle allora abbastanza lontane unioni civili.

 

Ma pazienza, erano quelli gli anni dei Valori irrinunciabili, e il trasformismo pop non è poi merce così rara sulle bancarelle del mercato elettorale. Appunto. La novità è che nella formazione delle liste i cinque stelle cominciano a regolarsi esattamente come tutti. Di più: fanno proprio ciò che i loro avversari gli hanno insegnato. Sul piano tecnico, certo, sulle candidature devono ancora fare qualche sforzo in più.

 

gianluigi paragone

L'attrice molestata per ora non basta. Gli mancano: la bella gnocca di derivazione berlusconiana, il caso pietoso ed edificante alla Veltroni, la zampata renziana dell'astronauta, il conduttore tv martirizzato, il campione sportivo di tutti e di nessuno.

 

E ci si sentirebbe anche cinici a maltrattare i processi decisionali dei partiti, se non fosse che una più che trentennale esperienza e il terribile stato in cui versa il Parlamento non confermassero il costante ricorso, da parte loro, di figurine da incollare sull'album e specchietti per le allodole. Con il che viene fuori adesso che i grillini, imparata la lezione, non fanno più gli esami del sangue a nessuno e, pure con una certa fretta, vanno proiettando l'antica purezza in una zona dell'immaginario che sta tra Parlamento in, vecchia trasmissione di Carelli, e L'Isola dei famosi, non del tutto implausibile approdo di Paragone.

 

LUIGI DI MAIO BACIA LA TECA DI SAN GENNARO

È un bene? È un male? Con tutto il rispetto: boh. Certo dopo aver visto l'azzimatissimo Di Maio consegnarsi in rapida e convulsa sequenza ai banchieri di Cernobbio, all'autodromo di Monza, al sangue di San Gennaro, agli Usa, a Lino Banfi e monsignor Parolin, un po' era già nell'aria, questa mutazione.

 

Se poi si aggiunge che al giorno d'oggi l'intimate politics, con le sue efficaci lusinghe e ruffianerie, dice più dei sondaggi generalmente truffaldini, vale la pena di ritornare alla copertina concordata di Oggi in cui Di Maio e Cancelleri, prima delle elezioni siciliane, abbracciavano in posa le rispettive compagne e "Prima votiamo - era lo strillo - e poi ci sposiamo".

 

Ora sembra che le cose siano andate in maniera diversa. Ma anche in quel modo, con buona pace di Re Grillo, proclamato l'altro giorno garante a vita, si iniziava ad annunciare la fine della diversità, dell' incontaminazione, dell' anomalia, dell' alterità - e Raggi, all'Opera, sfoggiava il vestito di Anna Magnani.

raggi opera

 

Crudele infatti è il gioco del potere, dal niente al troppo: se i cinque stelle si arroccano è una setta, se si aprono è l'omologazione al basso. Volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, verrebbe quasi voglia di chiedergli la marca per mettere a fuoco lo spot, tonno nostromo, tonno grissino, tonno insuperabile, tonno in barattolo di vetro trasparente.

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...