marilotti voltagabbana

ONOREVOLE VOLTAGABBANA - I 302 CAMBI DI CASACCA IN PARLAMENTO. IL PICCO TOCCATO IN PROSSIMITÀ DEL VOTO SUL COLLE. IL RECORDMAN GIANNI MARILOTTI, ELETTO CON IL M5S CHE DOPO UN LUNGO PEREGRINARE TRA GRUPPO MISTO, AUTONOMIE, EUROPEISTI È POI ATTERRATO NEL PD TOTALIZZANDO 5 CAMBI DI CASACCA. IN ARRIVO UNO STOP: COME CAMBIERANNO LE REGOLE - LA (DURA) VITA DEL CAPOGRUPPO: "A VOLTE SIAMO CHIAMATI A DARE ANCHE UN SUPPORTO PSICOLOGICO..."

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

 

Paolo Barelli

«Si galleggia, si naviga a vista», sussurra Paolo Barelli di Forza Italia. La sua parigrado nel Pd, Debora Serracchiani, aggiunge che «no, non avevo idea di quanto fosse complicato fare questo lavoro in un momento del genere. Non ci crederete ma a volte, ai nostri deputati, siamo chiamati a dare anche un supporto psicologico...».

 

Al tramonto della diciottesima legislatura - tre maggioranze, tre governi, due presidenti del Consiglio, il taglio dei parlamentari approvato, i rapporti di forza certificati dai sondaggi completamente sballati rispetto a quelli che c'erano dopo le elezioni del 2018 - succede l'imponderabile.

 

Uno degli incarichi più ambiti in politica, il capogruppo alla Camera o al Senato, si trasforma all'improvviso in una specie di calvario umano, una tragedia vivente. Come vittime di un sortilegio simile alla «legge di Murphy» - se c'è qualcosa che può andar male, state tranquilli che lo farà - i vertici dei gruppi parlamentari della maggioranza si trovano in balia di una diabolica concatenazione di eventi: le pattuglie sono fuori controllo, i leader sono alle prese con dualismi interni, la cerniera col governo salta, il presidente del Consiglio si arrabbia, il nervosismo cresce.

simona malpezzi enrico letta debora serracchiani

 

«Non prevedo scissioni», commentava qualche giorno fa il presidente dei deputati Cinque Stelle Davide Crippa, che fatica tutti i giorni a tenere insieme un gruppo spaccato a tre tra contiani, dimaiani e «né l'uno né l'altro». La stessa identica atmosfera che si respira in casa Lega, dove Massimiliano Romeo (Senato) e Riccardo Molinari (Camera) lavorano per sopire la guerra fredda tra i custodi dell'ortodossia salviniana e gli eterodossi vicini alle posizioni di Giancarlo Giorgetti. Fatica tanta, soddisfazioni poche. «Io sono molto orgogliosa del lavoro che faccio», mette a verbale Serracchiani, presidente dei deputati del Pd.

 

debora serracchiani enrico letta

«Anche se non mi aspettavo certo le difficoltà e la fatica di questo periodo. Sa perché in altri tempi questo lavoro era più facile? Per una questione di numeri. Quando hai maggioranza e opposizione che se la giocano volta per volta e voto per voto, richiamare tutti al lavoro di Aula e ai voti è semplice. Adesso, con tutti questi parlamentari di vantaggio, i rischi e i problemi si moltiplicano perché qualcuno magari pensa "tanto abbiamo centinaia di voti di vantaggio"». E lì si finisce nei guai, com' è capitato l'altro giorno alle quattro votazioni in cui il governo è finito sotto.

 

Le chat di WhastApp, che fino a qualche tempo fa venivano considerare una specie di benedizione divina, perché raggiungere tutti e contemporaneamente era diventato finalmente possibile, hanno mostrato il loro lato oscuro. Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, partito in cui il dissenso si palesa quasi sempre nel ribollio dei servizi di messaggistica e nel rumore di fondo delle notifiche degli smartphone, ammette che «certo, adesso ci sono anche queste benedette chat da gestire, che sono croce e delizia. Facilitano il lavoro da un lato, lo complicano però dall'altro. Proviamo a usare questo scorcio di legislatura per aiutare il Paese in difficoltà, almeno non siamo distratti da quelli che un tempo si sarebbero accalcati alla ricerca di una ricandidatura».

 

mariarosaria rossi nella squadra di cambiamo

Un tempo il cambio di casacca a fine mandato era l'anticamera di una ricandidatura, quantomeno agognata, sognata, sperata. Adesso, complice il taglio dei parlamentari, nessuno ha più di questi problemi. Tolto, ovviamente, l'unico partito sottodimensionato rispetto al 2018: Fratelli d'Italia.

 

MARIAROSARIA ROSSI COSIMO SIBILIA

Se paragonata con quella dei colleghi, la vita quotidiana del capogruppo Francesco Lollobrigida è quella di un pascià. «Il nostro è un gruppo unito, compatto, che lavora sodo. Non abbiamo fatto campagna acquisti selvaggia ma portato con noi pochissime persone, e solo dopo averne monitorato per mesi l'aderenza ai nostri valori». L'unico suo problema, si capisce, è il telefono che squilla. «Quanti sono entrati nei nostri gruppi rispetto alla richiesta? Diciamo il 20 per cento», scandisce. Poi torna a godersi il weekend, senza pensieri.

 

I 302 CAMBI DI CASACCA IN PARLAMENTO

Claudio Bozza per il "Corriere della Sera"

 

PARLAMENTO VOLTAGABBANA

Un freno al «trasformismo», che in questa legislatura ha raggiunto livelli molto alti: tra Camera e Senato è stato appena sfondato il muro dei 300 cambi di casacca (302 per la precisione). E a breve, dopo le limitazioni imposte a Palazzo Madama, anche a Montecitorio saranno approvate modifiche al regolamento (quello attuale risale addirittura al 1971) per contrastare il fenomeno.

 

Dal marzo 2018, ben 143 deputati e 70 senatori hanno indossato un abito politico diverso da quello grazie al quale erano stati eletti: il recordman è il senatore sardo Gianni Marilotti, eletto con il M5S, che dopo un lungo peregrinare tra gruppo Misto, Autonomie, Europeisti è poi atterrato nel Pd totalizzando ben 5 cambi di casacca. Ci sono poi la deputata Maria Teresa Baldini (a quota 4), che partendo da Fratelli d'Italia è arrivata ad Italia viva (previ passaggi in Forza Italia e Coraggio Italia).

giovanni marilotti

 

La performance di Baldini è eguagliata dal senatore Saverio De Bonis: eletto nel M5S, ora è con Berlusconi. Tre i partiti diversi, invece, per la deputata Michela Rostan, così come la senatrice ex fedelissima del Cavaliere Mariarosaria Rossi e il senatore «anti Schettino» Gregorio De Falco, fu colpaccio elettorale del Movimento.

 

Tra dicembre e febbraio, con l'avvicinarsi del voto per il Colle, secondo un accurato report di Openpolis, il fenomeno trasformismo ha registrato una brusca accelerata, con 31 cambi di casacca. L'analisi, nel lungo periodo, evidenzia come M5S, Forza Italia e Pd siano le forze politiche più danneggiate dal fenomeno. Sebbene infatti tutti i gruppi parlamentari abbiano registrato movimenti sia in entrata che in uscita, questi tre partiti ad oggi sono gli unici che hanno visto una riduzione dei propri ranghi rispetto al 2018. Da notare che nelle ultime settimane queste 3 forze politiche hanno vissuto passaggi differenti.

 

Rispetto all'ultimo aggiornamento del database di Openpolis, «il M5S si è ulteriormente ridotto di numero: sono infatti diventati 99 i deputati e i senatori che hanno lasciato i pentastellati (o sono stati espulsi) dall'inizio della legislatura mentre il Pd invece è rimasto stabile (35 parlamentari in meno rispetto a marzo 2018) e Forza Italia, pur rimanendo il secondo partito più colpito dagli abbandoni, ha recuperato 3 parlamentari».

maria teresa baldini

 

Un fenomeno che , dopo il record della precedente legislatura in cui si arrivò a 569 cambi di casacca, si conferma quindi allarmante in Parlamento. E ora sembra proprio giunto il momento di un giro di vite, con una proposta bipartisan firmata da Emanuele Fiano (Pd) e Simone Baldelli (FI). I deterrenti in sintesi: chi cambia la casacca perde gli incarichi. Cambierà, inoltre, la ripartizione dei finanziamenti dei gruppi parlamentari.

 

 

Ultimi Dagoreport

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…