viktor orban giorgia meloni marine le pen

“LA COMMISSIONE UE HA FALLITO SU TUTTO: MELONI E LE PEN SI METTANO D’ACCORDO” – IL FILOPUTINIANO (E FILO TRUMPIANO) ORBAN SOGNA UNA GRANDE AMMUCCHIATA DELLA DESTRA IN EUROPA – “VOGLIAMO ADERIRE ALL’ECR ANCHE SE SIAMO CONSAPEVOLI DEI TEMI CHE POSSONO DIVIDERCI. CON GIORGIA CI CONOSCIAMO DA MOLTI ANNI, AL GOVERNO HA FATTO MOLTO BENE” - "ILARIA SALIS? DOVREBBE SMETTERE DI FARE LA VITTIMA. IN UNGHERIA NON SAREBBE APPREZZATA UNA CANDIDATA CHE VA IN UN ALTRO PAESE A FARE QUELLO CHE HA FATTO LEI, NON SO IN ITALIA...”

Francesco Giubilei per “il Giornale” - Estratti

 

meloni orban

Viktor Orbán mi accoglie in una sala del monastero carmelitano di Budapest, oggi sede dell’ufficio del primo ministro ungherese, circondato da libri antichi e un grande mappamondo affacciato sul Danubio. È un luogo importante per l’identità ungherese poiché, quando i turchi conquistarono Buda, fu trasformato in una moschea prima di essere ricostruito come un monastero carmelitano.

 

(...)

Primo ministro, tra pochi giorni ci saranno le europee, cosa si aspetta da queste elezioni? Pensa sia possibile un cambio di maggioranza a Bruxelles?

«Mi aspetto soprattutto due cose: rinforzare la democrazia e avete una nuova maggioranza di destra. Questa Commissione europea ha fallito sull’agricoltura, sulla guerra, sull’immigrazione, sull’economia, ora devono lasciare. Rinforzare la democrazia significa eleggere una diversa Commissione da quella attuale che, da quanto governo, è stata la peggiore. Al tempo stesso serve una rinascita della destra in Europa, abbiamo un’opportunità storica per cambiare la maggioranza.

kaja kallas, giorgia meloni, viktor orban, robert abela, mark rutte, emmanuel macron

 

I partiti di destra devono collaborare, siamo nelle mani di due donne [Giorgia Meloni e Marine Le Pen, ndr] che devono trovare un accordo».

 

Fidesz entrerà nel gruppo dei conservatori europei Ecr presieduto da Giorgia Meloni?

«Noi vogliamo aderire all’Ecr anche se siamo consapevoli ci siano temi che possono dividerci da alcuni partiti che ne fanno parte a cominciare dalla visione sulla guerra in Ucraina».

 

È un’ipotesi anche l’adesione al gruppo di Identità e Democrazia dopo l’uscita di Afd?

«Abbiamo varie opzioni, anche l’ipotesi di un nuovo grande gruppo di destra europeo, la priorità è fare qualcosa di utile per l’Europa».

 

meloni orban

Nell'ultima legislatura europea l'Ungheria ha subito una procedura di infrazione per il rispetto dello Stato di diritto, pensa sia stata una decisione politica dell'UE?

«L’Unione europea utilizza strumenti di ricatto, nei confronti dell’Italia lo fa con la leva economica e finanziaria a causa del vostro alto debito pubblico, nei nostri confronti con le politiche sul gender e l’immigrazione. È una questione politica, non c’entra niente il rispetto dello stato di diritto. Noi resistiamo, abbiamo strategie per difendere la nostra sovranità. Per l’Italia è diverso, senza Italia non ci può essere l’Unione europea ma noi siamo una nazione con 10 milioni di abitanti. La nostra lotta contro il federalismo di Bruxelles può però rappresentare un esempio per tante altre nazioni europee».

 

Pensa il debito pubblico rappresenti un problema per l’Italia?

«Avere un alto debito pubblico è un problema per la sovranità nazionale per tutti, noi siamo passati da un rapporto debito pil all’83% al 70% e prima del covid eravamo scesi sotto al 70%, è una questione di indipendenza. Certo per voi è diverso perché avete l’euro e quindi non avete margini sulle politiche monetarie».

GIORGIA MELONI - VIKTOR ORBAN

 

L'Ungheria è accusata di non sostenere l'Ucraina, accusa che lei ha sempre respinto. Può spiegare ai lettori italiani qual è la posizione ungherese sulla guerra in Ucraina?

«L’Ungheria confina con l’Ucraina, non è una guerra qualsiasi ma al nostro confine. L’Italia è lontana geograficamente, per voi è un’altra cosa. Ci sono cittadini ungheresi della minoranza magiara in Ucraina che combattono con l’esercito ucraino e perdono la vita, siamo l’unica nazione dell’Ue i cui cittadini perdono la vita in Ucraina.

 

La guerra è stata iniziata dalla Russia, su questo non ci sono dubbi ma noi dobbiamo chiederci come agire. Siamo a un bivio: o isolare il conflitto e trovare una strada diplomatica o andare più a fondo nella guerra. Se permetteremo all’Ucraina con le armi che fornisce anche l’Italia di colpire in Russia ci saranno conseguenze con una forte reazione russa e il rischio di un coinvolgimento della Nato è a un passo».

 

Non è quindi d’accordo con la strategia europea sul conflitto ucraino?

GIORGIA MELONI VIKTOR ORBAN

«La strategia dell’Ue è fallimentare anche tatticamente, non ci rendiamo conto che stiamo giocando con il fuoco. L’idea dell’Unione europea è nata su un progetto di pace, dopo la seconda guerra mondiale l’Europa si è resa conto che non sarebbe sopravvissuta a un’altra guerra. Dovremmo chiederci qual è l’interesse strategico dell’Europa e chiedere il cessate il fuoco. Tutto ciò è sbagliato e l’opinione pubblica vuole la pace, non la guerra che non è un gioco politico».

 

L'immigrazione è una delle principali sfide che le nazioni europee devono affrontare, quale pensa dovrebbe essere il modo per fermare l'immigrazione illegale?

«La Commissione europea ha fallito anche nell’ambito dell’immigrazione, non è riuscita a trovare una soluzione se non ipotizzando quote di immigrati da gestire tra i paesi europei. Ma questo, oltre al fatto che sono in completo disaccordo, non significa risolvere il problema dell’immigrazione, noi dobbiamo risolverlo una volta per tutte».

 

Qual è la ricetta ungherese?

VIKTOR ORBAN - 2

«Fin dall’inizio l’ho detto ai partner europei: l’Ungheria dice no all’immigrazione, punto. La nostra posizione è semplice, siamo un popolo di dieci milioni di abitanti, vogliamo mantenere la nostra identità e il nostro sistema di welfare stabile. Io difendo i confini del nostro paese perché il mio compito, da capo di governo, è tutelare gli ungheresi».

 

Quindi qual è secondo lei la soluzione all’immigrazione incontrollata dal Nord Africa all’Europa?

«Dobbiamo aiutarli a casa loro tramite progetti di cooperazione e sviluppo tra l'Unione Europea e l'Africa. Da cristiano sto male ogni volta che vedo persone soffrire ma dire che la soluzione ai loro problemi consiste nel venire in Europa significa non raccontare la verità.

VIKTOR ORBAN - 3

Come fece Tony Abbott (il primo ministro australiano ideatore del progetto No Way, ndr) dobbiamo evitare a livello europeo l’arrivo di immigrati irregolari nel territorio europeo, nessuno deve più arrivare in Europa senza permesso degli stati nazionali».

 

In Italia il caso di Ilaria Salis è molto discusso, la sinistra italiana accusa l'Ungheria di non rispettare i suoi diritti di detenuta e la magistratura di non essere indipendente, come risponde?

«Noi ungheresi amiamo le donne italiane, non c’è perciò nessuna preclusione nei suoi confronti. Non amiamo però quando uno straniero viene in Ungheria per compiere un reato picchiando cittadini ungheresi. Io non conosco il sistema giudiziario italiano ma da noi funziona così, lo dico a tutti gli italiani preoccupati per il trattamento che la vostra concittadina Ilaria Salis ha ricevuto qui in Ungheria: ha avuto un trattamento uguale a tutti gli altri detenuti in Ungheria, dovrebbe smettere di fare la vittima.

charles michel viktor orban

Inoltre lo scorso dicembre il nostro sistema giudiziario è stato giudicato dall’Unione europea totalmente indipendente dopo due anni di indagine».

 

Cosa pensa della candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee con l'estrema sinistra?

«In Ungheria non sarebbe apprezzata una candidata che va in un altro paese a fare quello che ha fatto Ilaria Salis con motivazioni politiche e ideologiche, non so in Italia...»

 

Conosce Giorgia Meloni da molti anni, qual è la sua opinione sul suo governo?

«Con Giorgia Meloni ci conosciamo da molti anni, la sostenevo già quando era leader di un partito al 4%. La prima volta che la incontrai pensai: farà strada perché ha due doti più importanti per chi fa politica, carattere e personalità. Inoltre è una donna cristiana che ama la propria nazione, è quello che ci vuole.

 

charles michel viktor orban

Certo, ora che è al governo ha maggiori responsabilità ma nell’anno e mezzo di governo ha fatto molto bene ed è rispettata in Europa, lo vedo perché sono anche io nel consiglio europeo. Ora ha un ruolo importante anche in Europa e molto dipenderà dalle sue decision».

 

Lei era un amico di Silvio Berlusconi, che ricordo ha di lui?

«Berlusconi era un amico, la politica europea è spesso noiosa e Berlusconi rompeva gli schemi del politicamente corretto ma era anche un lottatore che non mollava mai.

victor orban donald trump 5

Nonostante tutto quello che gli ha fatto la sinistra in Italia con i media e la giustizia non ha mai perso l’ottimismo. Lo rispettavo molto perché era uno dei politici più intelligenti che abbia mai conosciuto, mi manca e prego per lui».

 

Qualche mese fa ha incontrato Donald Trump, con cui ha un rapporto stretto, pensa che possa vincere le elezioni presidenziali? In che modo una vittoria di Trump potrebbe cambiare anche la politica europea?

viktor orban e vladimir putin

«Penso che Trump abbia possibilità di diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti. Serve un presidente non globalista che superi la visione dei democratici di “esportare la democrazia”, è la cosa più stupida che abbia mai sentito. Trump è stato l’unico presidente che non ha fatto guerre e ha cercato una soluzione di pace in Medio Oriente».

 

Crede che la guerra tra Russia e Ucraina potrebbe risolversi se Trump fosse eletto?

«Se Trump e l’Unione Europea volessero, la guerra terminerebbe in 24 ore. La guerra, non bisogna dimenticarlo, è fatta da uomini e gli stessi uomini, se c’è la volontà, hanno tutta la capacità di fare la pace. Penso che se Trump diventasse presidente in un giorno riuscirebbe a garantire il cessate il fuoco in Ucraina per poi aprire le trattative».

 

victor orban donald trump 4victor orban donald trump 3vistor orban marine le penmeloni orbanmeloni orbanGiorgia Meloni Viktor Orban Mateusz Morawiecki

(…)

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)