SACCOMANNI HA SCELTO IL PERIODO GIUSTO PER SBARCARE NEGLI STATES A VENDERE QUEL CHE È RIMASTO DEL PAESE: E’ LA SETTIMANA DEL THANKSGIVING, QUANDO TUTTI I NEGOZI APPLICANO SCONTI DA CAPOGIRO…

DAGOREPORT

Dicembre, andiamo. E'
 tempo di migrar. Saccomanni s'ispira al Vate e domani, a meno di scossoni politici, s'imbarcherà con il suo 
seguito su un aereo (Alitalia?) che lo porterà Oltreoceano. Negli States è
 tempo di saldi. E' la settimana del Thanksgiving day, quando tutti i negozi
 applicano sconti da capogiro.

Allora quale occasione migliore per una puntata
 a New York e Washington? E poi anche in Italia è tempo di saldi, ma per le aziende. 
Il governo (?) di Enrichetto il chierichetto la settimana scorsa ha annunciato la cessione di quote consistenti di otto società delle quali 
il Tesoro è azionista.

Si tratta di colossi e aziende leader, perché sul 
mercato arriveranno azioni di Eni, StMicroelectro0nics, Snam, Fincantieri, Grandi
 Stazioni, Cdp Reti, Enav e Sace. Così
 alla luce di tutto questo il nostro Saccomanno Saccomanni e i suoi più stretti
 collaboratori partiranno domani per New York per pubblicizzare dismissioni italiche e (in)successi del governo.

Il Gelatina sarà alla stregua di un commesso viaggiatore qualsiasi anche se al posto di pentole o lenzuola tenterà di piazzare pezzetti d'Italia. Ufficialmente la trasferta americana prevede 
meeting con investitori e un incontro organizzato dal
 Council for Us and Italy relations, secondo le scarse informazioni 
inviate ai corrispondenti di casa nostra a New York e Washington, tra l'altro molto incazzati perché devono rinunciare al long week end programmato da tempo.

Che palle! E' il 
commento più benevolo dei giornalisti, molto probabilmente costretti a seguire Gelatina 
anche nella parte privata della spedizione che potrebbe contemplare una o più visite da Macy's, Bloomingdales o Saks. In fondo anche sempre si tratta di saldi e quindi in perfetta linea con la mission della missione.

Il tragitto per raggiungere il paradiso delle svendite comunque è breve perché è quasi scontato che i nostri scenderanno in alberghi che affacciano su Central Park e a Georgetown. Il problema semmai sarà come saltare le file che, come 
informano tv e giornali di oggi, si sono formate davanti a grandi magazzini
e a negozi per accaparrarsi i prodotti di ogni genere a prezzi superscontati.

A questo però ci 
penseranno i nostri diplomatici che, quando c'è da organizzare shopping, sono
 bravissimi e informatissimi dove acquistare camicie, scarpe, boxer, pedalini, creme . Come se il loro unico lavoro fosse la guida turistica. Un problema però e non da poco potrebbe verificarsi quando i nostri rientreranno nella Capitale.

In questi giorni, come il ponte di Sant'Ambroeus o la settimana tra Natale e la Befana, 
Washington e New York alla faccia della crisi sono invase da turisti tricolori che potrebbero immortalare 
er Pappagorgia mentre fa acquisti che è inutile precisare pagherà di tasca sua ma consentiti grazie alla generosità dei contribuenti che dovranno sopportare tutti i costi dello sbarco negli States (biglietto aereo, alberghi , pasti, spostamenti).

Foto che in poche ore farebbero il giro della rete e dei giornali
 facendo incazzare ancora di più milioni di italiani imbufaliti con il governo Alfetta per la presa 
per il culo sull'Imu che non solo resta sotto mentite spoglie ma è più cara di prima. Il
 nostro ministro dell'Economia, che negli States chiamano affettuosamente turkey neck (collo di tacchino), dovrebbe far ritorno a 
Roma martedì.

Il sales trip sarà a questo punto materia di lavoro per Lurch 
Cottarelli. Mister Spending review "controllerà" quanto è costata la 
missione Usa alla faccia della tanto sbandierata revisione della spesa (d'altri)?

 

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