DEI DELITTI E DEI TRAVAGLIO: “IL PDL GRIDA ALLO SCANDALO PERCHÉ LA CASSAZIONE HA TRATTATO BERLUSCONI COME UN QUALUNQUE IMPUTATO”

Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

In un paese civile non ci sarebbe nemmeno discussione: un politico che per giunta sostiene il governo dopo averlo presieduto tre volte, imputato per frode fiscale, rinuncerebbe alla prescrizione per essere assolto nel merito, sempreché - si capisce - fosse innocente. Perché, se dovesse mai incassare una prescrizione dopo due condanne, dovrebbe subito dimettersi da ogni incarico pubblico in base all'articolo 54 della Costituzione: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore".

E, se non gli fossero chiari i concetti di "disciplina e onore", provvederebbero i compagni di partito e gli alleati di maggioranza, scaricandolo su due piedi per evitare l'imbarazzo di sedergli accanto. E il capo dello Stato rifiuterebbe di riceverlo al Quirinale, per motivi igienici. Ma, siccome siamo in Italia, dov'è reato dire "paese di merda" ma è lecito far di tutto perché i cittadini onesti lo pensino, ecco il coro delle prefiche, dei servi e dei venduti contro la Cassazione che - horribile dictu - tenta di evitare che il processo Mediaset venga ancora falcidiato dall'ennesima prescrizione.

I fatti sono chiari: quando i reati - falso in bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita - furono scoperti (era il 2004), la frode ammontava a 368 milioni di dollari di costi gonfiati tramite società offshore per non pagare le tasse (fatti commessi nel 1995-'98, con effetti fiscali fino al 2003).

Nel 2005 B. scoprì di essere indagato e impose subito l'ex-Cirielli, che tagliava la prescrizione da 10 anni a 7 e mezzo, e una raffica di condoni e scudi fiscali. Così ogni anno vide evaporare un pezzo del suo monumentale delitto e nel maggio scorso, quando arrivò la condanna d'appello, restavano 4,9 milioni di euro evasi nel 2002 e 2,4 nel 2003. Ma a metà settembre si estingueranno anche quelli del 2002.

Dunque, se la Cassazione non sentenzia prima, la pena di 4 anni scenderà, probabilmente sotto i 3, con due conseguenze: il processo tornerà in Corte d'appello per rideterminarla; e sparirà la pena accessoria dell'interdizione di 5 anni dai pubblici uffici, prevista solo per le pene sopra i 3 anni.

Insomma B., che già non rischia il carcere perché ha più di 70 anni (grazie al regalo di compleanno contenuto nell'ex Cirielli) e perché 3 dei 4 anni sono coperti da indulto (gentile omaggio del centrosinistra), potrebbe restare tranquillamente in Parlamento. Almeno per un altro anno, fino a quando la Corte d'appello rideterminerà la sua pena. O per sempre, se poi la pena scendesse sotto i 3 anni.

Peccato però che la Cassazione abbia l'obbligo di esaminare subito i processi a rischio di prescrizione o di decorrenza dei termini di custodia cautelare. Per evitare che i delitti restino impuniti (con grave danno per le vittime: in questo caso l'Erario) e che soggetti pericolosi escano dal carcere e spariscano dalla circolazione prima della condanna.

La Sezione Feriale della Cassazione (che resta aperta durante le ferie estive, da luglio a settembre) è lì apposta: per trattare i processi che, diversamente da quelli normali rinviabili a dopo le vacanze, sono urgenti: quelli con imputati detenuti in scadenza e quelli - vedi decreto del primo presidente Ernesto Lupo del 24-6-2011 - "per i quali la prescrizione maturi durante la sospensione o nei successivi 45 giorni".

Proprio il caso del processo Mediaset, che a metà settembre sarebbe dimezzato dalla prescrizione. Perciò è stato assegnato alla Sezione Feriale per il 30 luglio. E gli alti lai del Pdl & company sulla "fretta sospetta" (figuriamoci: per un processo nato 9 anni fa!) della Cassazione per eliminare B. dalla vita politica sono pura propaganda, e di bassissima lega: come se la prescrizione fosse un diritto dell'imputato, o addirittura il fine ultimo del processo penale. Anche stavolta, la Cassazione ha trattato B. come qualunque imputato nelle sue condizioni, perché la legge è uguale per tutti. Ed è proprio questo lo scandalo.

 

STRETTA DI MANO TRA TRAVAGLIO E BERLUSCONI jpegtravaglio mascera berlusconiAngelino Alfano berlusconi alfano BRUNETTA INCAZZATO A SERVIZIO PUBBLICOSantanche sul palco

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