maurizio lupi giorgia meloni antonio tajani pier silvio berlusconi marina

DAGOREPORT - LA RAI È SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG: TAJANI HA MOLTE RAGIONI PER ESSERE INCAZZATO CON LA DUCETTA – SI È SBATTUTO IN EUROPA PER FAR INGOIARE AL PPE IL ROSPO FITTO E IL SUPPORTO DI FDI ALLA MAGGIORANZA URSULA, E IN CAMBIO RICEVE UN CALCIO IN CULO - IL RAFFORZAMENTO (IN CHIAVE ANTI-FORZA ITALIA) DEL PARTITINO CENTRISTA DI LUPI, CON LO ZAMPINO DI GIORGIA, E IL SUO POSSIBILE COMMISSARIAMENTO CON LA “PROMOZIONE” DI ELISABETTA BELLONI AGLI AFFARI EUROPEI (ORA SOSPESA FINO A GENNAIO) – I MALUMORI DILAGANO IN FORZA ITALIA: SARÀ ANCORA IN COALIZIONE ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE DEL 2027? SONO IN MOLTI A SCOMMETTERE CHE I BERLUSCONI, CHE OGGI LE HANNO FATTO IL FAVORE DI NON MANDARE GIAMBRUNO A "BELVE", SI SMARCHERANNO DAI FASCI DI GIORGIA E ANDRANNO A COSTITUIRE QUEL "CENTRO" CHE IL PD CERCA DISPERATAMENTE (VISTO CHE IN FUTURO IL M5S SI ASSESTERA' INTORNO AL 6%)

DAGOREPORT

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE

L’incazzatura di Antonio Tajani verso Giorgia Meloni non è legata soltanto alla riduzione del canone Rai, che ha portato oggi Forza Italia a votare insieme all’opposizione in Commissione bilancio al Senato. Ci sono molte ragioni di malcontento che spingono il Presidente di Forza Italia a puntare i piedi.

 

La prima riguarda il ruolo di "Noi Moderati" all’interno della coalizione di centro-destra. Il partitino guidato da Maurizio Lupi era nato con l’idea di aggregare i cani sciolti del centro per riportarli gradualmente all’ovile di Forza Italia.

 

Questo progetto è andato via via sfaldandosi, prima con la netta opposizione di Fulvio Martusciello, ras del partito in Campania, al ritorno all’ovile di Mara Carfagna, e poi con quella del tandem Tullio Ferrante-Letizia Moratti, che in Lombardia hanno messo il veto al rientro di Maria Stella Gelmini.

 

MAURIZIO LUPI CON LA MOGLIE EMANUELA DALMIGLIO

Le due ex ministre, già folgorate sulla via di Azione di Calenda, hanno trovato accoglienza proprio in "Noi Moderati". Da “strumento” di aggregazione dei peones, il partitino di Lupi è diventato un’opportunità agli occhi di Giorgia Meloni. La Ducetta e la sua "Fiamma tragica" hanno pensato di valorizzare il contenitore centrista come contraltare a Forza Italia.

 

In quest’ottica rientra l’operazione di seduzione lanciata nei confronti dell’impalpabile Lupi, a cui è stata fatta annusare l’opportunità di essere il candidato del centrodestra alle prossime elezioni comunali a Milano.

 

Un’indiscrezione che ha però infastidito, e molto (oltre la moglie di Lupi, Emanuela Dalmiglio, che su facebook ha lanciato stilettate) quel merluzzone di Tajani, che non solo si era adoperato per far fare a "Noi Moderati" domanda di ingresso nel Ppe, ma che ha faticato, e non poco, con il suo amico Manfred Weber, per portare acqua al mulino della sora Giorgia.

 

raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresse

È stato lui a fare pressing sui popolari per ingoiare il rospo della vicepresidenza Ue a Raffale Fitto, ed è stato sempre lui a trascinare Fratelli d’Italia nella maggioranza Ursula, nonostante i veti di Macron, Scholz, Tusk e Sanchez.

 

Dopo tanto lavorìo, in cambio ottiene un bel calcione al sedere, che potrebbe diventare anche più doloroso se le deleghe di Fitto (che lui sognava per sé o per i suoi) in futuro finissero a Elisabetta Belloni.

 

Il ministro degli Esteri guarda con timore alla capa del Dis, che ha ricoperto a lungo il ruolo di segretario generale della Farnesina. Ha paura, il tapino ex monarchico, di finire commissariato, nei rapporti con le cancellerie europee, da una funzionaria fin troppo esperta.

 

ANTONIO TAJANI MAURIZIO LUPI

I timori di essere oscurato nel suo ruolo sono stati confermati quando persino Salvini ha messo bocca sulle questioni di politica estera, con le dichiarazioni improvvide sul mandato d’arresto a Netanyahu (“È il benvenuto in Italia”), smentendo la linea ufficiale decisa da Tajani.

 

Come un bimbo a cui hanno fatto un dispetto, il ministro degli Esteri ha dovuto puntare i piedi e frignare per far presente che a decidere sui rapporti internazionali non è il ministro dei Trasporti, ma la premier in tandem con la Farnesina. 

 

In realtà per il forzista, il “Capitone”, pur rappresentando uno scoglio su varie questioni (Canone Rai, tassa sugli extraprofitti, eccetera), può diventare un alleato per uccellare la promozione di Elisabetta Belloni a ministro. Il segretario della Lega, come già Renzi durante i giorni che portarono alla rielezione di Mattarella, nel gennaio 2022, vede con scetticismo l’upgrade di “Nostra signora Italia” (come la ribattezzò Beppe Grillo).

 

ELISABETTA BELLONI - G7 DI BORGO EGNAZIA

Non è opportuno, per Salvini, che la donna che coordina i servizi segreti, in qualità di capo del Dis, entri in pianta stabile nell’esecutivo, con un ruolo politico, e non più tecnico (a proposito del Dis, quando scadrà il mandato della Belloni a Piazza Dante, nel 2025, al suo posto potrebbero andare il generale Figliuolo o l’attuale capo dell’Aise, nel frattempo nominato prefetto, Giovanni Caravelli).

 

Ps. Quando si vociferò, per la prima volta, della riduzione del canone Rai (decisione che andrebbe a detrimento di Mediaset, causa dell'innalzamento del tetto pubblicitario per la tv pubblica), Striscia la Notizia diffuse i celebri fuorionda di Giambruno in modalità provolone affumicato, che ciancava di “threesome”, “foursome”, e sentenziava: “Qui si scopa”.

 

Ora, al nuovo assalto sulla tassa più odiata dagli italiani, Forza Italia ha votato compatta con l’opposizione in Commissione bilancio.

 

fuorionda giambruno striscia

Chissà se, alle prossime elezioni politiche, per ora in programma del 2027, il partito dei Berlusconi sarà ancora nell’alleanza di centrodestra.

 

Non sono pochi quelli che scommettono che Forza Italia possa, un giorno non lontano, diventare quel famoso "centro" che il Partito Democratico sta disperatamente cercando per tornare al Governo.

 

E considerato che il Movimento 5 Stelle, tra risse, cause, e potenziali scissioni, rischia di diventare, come scrive oggi Massimo Franco, una “realtà residuale”, il Pd non disdegnerebbe neppure di abbracciare il partito del nemico di sempre, Silvio Berlusconi.

luigi di maio - elisabetta bellonielisabetta belloni foto di baccoCOMMENTO DI EMANUELA DALMIGLIO ALLA CANDIDATURA DEL MARITO, MAURIZIO LUPI, A SINDACO DI MILANO

il nuovo fuorionda di andrea giambruno striscia la notizia 9raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresseGIORGIA MELONI RAFFAELE FITTO

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giancarlo giorgetti antonio tajani

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