antonio tajani matteo salvini giorgia meloni sergio mattarella

DAGOREPORT – LA MINACCIA DI GIORGIA MELONI DI PORTARE IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE È UN PISTOLINO SCARICO. PER DUE MOTIVI: IL PRIMO È CHE SOLO MATTARELLA PUÒ SCIOGLIERE LE CAMERE (E NON È DETTO CHE LO FACCIA), E IL SECONDO È CHE RIPRESENTARSI DAVANTI AGLI ELETTORI È UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO PER LA DUCETTA - LA “THATCHER DELLA GARBATELLA”, IN OGNI CASO, SARÀ OBBLIGATA A COALIZZARSI CON ALTRI PARTITI. E CON CHI, SE NON SEMPRE TAJANI E SALVINI? COME DAGO-DIXIT, SE SALTASSE IL GOVERNO, FORZA ITALIA POTREBBE...

DAGOREPORT

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Quanto c’è di concreto nei continui spifferi dei giornali amici che descrivono Giorgia Meloni come pronta a trascinare il Paese a elezioni anticipate nel 2025, se i suoi alleati Salvini e Tajani continueranno a litigare a ogni piè sospinto?

 

Le minacce appaiono però per quello che sono: un pistolino scarico. Innanzitutto perché  l’unico che può sciogliere le Camere e mandare il Paese al voto è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI

In secondo luogo, far saltare il Governo e ripresentarsi al giudizio degli elettori potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio per la stessa Ducetta. Non disponendo del 51% dei voti, la Thatcher della Garbatella in ogni caso sarà obbligata a coalizzarsi con altri partiti. E con chi, se non gli stessi (Lega e Forza Italia) con cui ha avuto moltissimi problemi in questi due anni?  

 

La domanda, a quel punto, sorgerebbe spontanea: ma come, cara Giorgia, ti ripresenti alle urne con gli stessi alleati che ti hanno spinto a far saltare il tavolo? È chiaro che stiamo parlando di un bluff politico con cui Giorgia Meloni prova a mostrare i muscoli ai suoi due vicepremier, ma che mostra tutta la sua debolezza.

 

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE

Come Dago-dixit, non è da escludere, nel caso in cui saltasse il Governo di destra-centro, che alle prossime elezioni politiche Forza Italia possa diventare quel centro che il Pd sta disperatamente cercando per proporre agli elettori un’alternativa di Governo.

 

I LITIGI DELLA DESTRA: MINACCIARE ELEZIONI NON AIUTA LA PREMIER

Estratto dell’articolo di Lorenzo Castellani per “Domani”

 

GIORGIA MELONI MEME

[…] Meloni si ritrova a gestire una alleanza, che ha sì in Fratelli d’Italia il suo perno, ma che appare sempre più ampia ideologicamente, dal centrismo liberale di Tajani alla destra sovranista ed euroscettica di Salvini.

 

Se questo dal punto di vista elettorale può avere il vantaggio di coprire un’area di consenso molto ampia, sul piano della gestione della coalizione la faccenda rischia di complicarsi. È ciò che sta emergendo nelle discussioni sulla legge di bilancio […].

 

RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI

Questi tracciano due movimenti. Quello di Forza Italia verso il centro, anche su impulso della famiglia Berlusconi, che spinge il partito a bocciare la riduzione del canone Rai, ad avanzare proposte sullo ius scholae, a polemizzare sulla manca riduzione dell’IRPEF.

 

Più in generale, gli azzurri sono ingolositi dalla evaporazione del centro di Renzi e Calenda, vedono in quel bacino di voti una opportunità e nel futuro una strategia che, qualora qualcosa andasse storto nel centrodestra, prevede di sganciarsi dagli attuali alleati.

 

antonio tajani maurizio lupi assemblea nazionale di noi moderati foto lapresse

Al contrario Salvini vive una doppia pressione. Da una parte la svolta a destra che lo ha salvato dal fallimento alle europee costruita intorno a Vannacci e a idee ancora più radicali rispetto al passato che si accompagnano al gruppo dei Patrioti e al trumpismo più populista; dall’altra parte la Lega del territorio che teme di essere mangiata da Fratelli d’Italia e da Forza Italia, si aggrappa ai governatori del nord, cerca di proteggere le strutture economiche-finanziarie in cui può esercitare il suo potere.

 

È una condizione che lo costringe a essere aggressivo verso gli alleati a ogni livello, dai comuni a Bruxelles. Insomma fino a ieri la maggioranza è stata forte perché sufficientemente diversificata ma anche coesa. Oggi alcuni dati mostrano già una maggiore insoddisfazione degli italiani verso il governo.

 

FORZA ITALIA DA' DEL PARACULETTO A SALVINI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Minacciare le elezioni, come ha fatto trapelare Meloni, non sembra essere la strada giusta. Primo perché in Italia è sempre più facile buttare giù i governi di proposito, soprattutto quelli usciti dalle urne, in teoria che in pratica. Una volta aperta la crisi non è mai facile governarne gli esiti sia sul piano parlamentare che elettorale. In secondo luogo perché una crisi politica rischia di disunire il fronte del centrodestra che è l’unico vero patrimonio che lo distingue dal litigioso centrosinistra.

 

La destra nel 2022 ha vinto perché era una coalizione ampia e unita e fuori da quello schema le incognite sono molte. Ad esempio, nuove elezioni scriverebbero un punto interrogativo sul destino di Forza Italia dopo le elezioni se il centrodestra non dovesse riavere una piena maggioranza parlamentare. Terzo, gli italiani hanno rinnovato la fiducia alla maggioranza alle europee. Gli elettori di centrodestra ritroverebbero la motivazione per andare alle urne dopo la caduta di un governo per litigiosità?

 

RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI - MICHELE EMILIANOtoti gelmini carfagna lupi tajani assemblea noi moderati foto lapresse

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...