Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”
luciano violante giorgia meloni foto di bacco
Luciano Violante nasce in Etiopia, figlio di un giornalista, non iscritto al partito fascista, che era andato lì, volontariamente, per poter lavorare. Gianfranco Fini è figlio di un giovane che partì volontario per Salò. Tutti e due sono stati presidenti della Camera e hanno provato a fare un passo in avanti sul terreno di una memoria condivisa, con un confronto che suscitò mille polemiche.
[…] Lei riconobbe ad Almirante un percorso, nel Dopoguerra, che avvicinò la destra alla democrazia. E sostiene oggi che sarebbe un errore bollare Meloni come postfascista, e che è invece a capo di un partito conservatore.
«Nel Dopoguerra tutti i leader politici, compreso Almirante, si impegnarono positivamente per costruire un nuovo rapporto tra lo Stato e masse popolari che non avevano mai conosciuto la democrazia. Giorgia Meloni è estranea al fascismo; sta lavorando per costruire un partito conservatore italiano. Non sarà mai il mio partito, ma spero che ci riesca. Supererà le nostalgie retrograde esistenti a destra, e a sinistra, spero, ci si dovrà decidere a costruire un grande partito riformatore».
giorgia meloni virma cusenza luciano violante foto di bacco
[…] C’è in atto un tentativo di negare la storia o sono solo cascami, più legati a non negare l’adolescenza piuttosto che a difendere il fascismo?
«Credo che solo pochi patetici nostalgici vogliano difendere il fascismo. Il problema italiano sta oggi nei rigurgiti di razzismo, antisemitismo, di violenza sui più deboli. Bisogna combattere questi sentimenti chiamandoli con il proprio nome. Parlare di fascismo non è sbagliato, ma alimenta un conflitto puramente ideologico che ci allontana dai fatti e non ci permette di contrastare efficacemente queste degenerazioni».
luciano violante foto di bacco
[…] Che cosa dovrebbe fare la destra per uscire dalle ambiguità che ancora si ripresentano? Giorgia Meloni dovrebbe dire una parola in più per rompere con il passato?
«Destra e sinistra non sono più le grandi categorie novecentesche […] Esistono più destre e più sinistre. Giorgia Meloni deve tenere unito il proprio elettorato, allontanare gli estremisti e costruire un futuro privo di nostalgie, di razzismi, di ignoranze. È un compito difficile, ma esistono le condizioni soggettive e oggettive perché il progetto riesca».
[…] Quanto pesa, in Europa e nel mondo, l’incapacità dell’Italia di chiudere definitivamente la pagina del fascismo?
«Credo che quella pagina sia chiusa definitivamente. Sono i comportamenti inadeguati di poche persone, con responsabilità istituzionali, che danneggiano la credibilità dell’Italia e vengono utilizzate dai nostri competitori sulla scena internazionale. Dovrebbero rendersene conto» .