CATTIVE COMPAGNIE - AIR ONE FINISCE NELLA BAD COMPANY ALITALIA: LA SOCIETÀ DI CARLO TOTO, CHE PER PASSERA E COLANINNO ERA IL “PERNO” DEL PIANO FENICE, RESTA CON GLI AEREI A TERRA

lapresse toto aironelapresse toto airone

Gianluca Paolucci per “La Stampa

 

AirOne, la compagnia che doveva essere il «perno» del progetto Fenice per la rinascita di Alitalia dalle sue ceneri nel 2008, finirà nella «bad company» insieme ai debiti e ai contenziosi. È forse questa la prova definitiva che quanto accaduto negli ultimi sei anni di storia di Alitalia è da considerare una pessima parentesi nella storia della compagnia.

 

Dopo 2,3 miliardi di debiti e 1,45 miliardi perdite cumulate in meno di sei anni di attività, la maggior parte degli aerei con la livrea AirOne verranno messi a terra per essere successivamente venduti e sostituiti intanto da aeromobili Alitalia.

 

passera  italia  unica passera italia unica

Circostanza che spiega l’ira del rappresentante del gruppo Toto all’assemblea degli azionisti Alitalia dello scorso 25 luglio. E spiega anche la risposta della presidenza, messa a verbale, che definiva il gruppo abruzzese più che un socio, «un debitore moroso». Che, all’assemblea di agosto, non si è neppure presentato.

 

Per mettere in sicurezza la bad company - ovvero la vecchia Alitalia-Cai - basteranno 250 milioni invece dei 300 annunciati. All’assemblea dello scorso 8 agosto, convocato proprio per aumentare l’importo dell’aumento, gli amministratori hanno infatti avvisato i soci che il via libera alla struttura proposta da Poste Italiane (con la creazione di una società intermedia tra la vecchia e la nuova Alitalia, la cosiddetta «midco») e il conseguente impegno di 75 milioni di euro da parte di Poste rendevano inutile l’incremento dell’aumento.

ROBERTO COLANINNO IN MOTO ROBERTO COLANINNO IN MOTO

 

Nella stessa occasione è stato però approvato il complesso schema di ristrutturazione di una parte del debito finanziario della compagnia. Si tratta di 598 milioni di euro in totale, 225,2 milioni di anticipi di biglietti e future vendite e 372,8 milioni relativi a linee di credito di vario tipo, con Intesa Sanpaolo, Mps, Popolare di Sondrio e Unicredit (più una piccola parte con Intesa in pool con Banca Campania e Bper). Per il consolidamento dell’indebitamento è stato varato un aumento da 695 milioni di euro suddiviso in tre tranche, legate a diverse categorie di azioni con diversi diritti di godimento.

 

GABRIELE DEL TORCHIOGABRIELE DEL TORCHIO

In particolare, le azioni di categoria 1, (tranche di massimi 341 milioni) sono destinate ad essere sottoscritte in larga parte dalle banche. A queste azioni viene riconosciuto il diritto a percepire il 95% della «distribuzione ai soci di utili e riserve», almeno fino al raggiungimento dell’importo complessivo speso per sottoscrive le stesse azioni. In cambio, le banche dovranno però rinunciare a parte dei crediti relativi agli anticipi su biglietti e pagamenti e garantire un ulteriore finanziamento a lungo termine di 98 milioni di euro, remunerato ad un interesse del 4%.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?