A TARANTO BABBO NATALE E’ LATITANTE - FERRANTE ATTACCA: “LA MAGISTRATURA VUOLE LA CHIUSURA DELL’ILVA” (NESSUN ACCENNO ALLE PROTESTE, AI CORTEI E ALL’INQUINAMENTO) - VIVA I RIVA! “HANNO DATO TANTO AL PAESE, ALLA SUA ECONOMIA E TUTELATO POSTI DI LAVORO” (INTANTO IL RAMPOLLO FABIO È UCCEL DI BOSCO) - ATTIVISTI VS NAPOLITANO: COL DECRETO “HAI FIRMATO LA NOSTRA CONDANNA’’…

Francesco Casula per il "Fatto quotidiano"

La magistratura di Taranto vuole la "chiusura tragica" dell'Ilva. Lo afferma il presidente Bruno Ferrante durante il suo discorso di fine anno agli operai dello stabilimento siderurgico ai quali ha manifestato le sue perplessità sulle "vere ragioni che c'erano dietro quei provvedimenti". Un nuovo attacco alla magistratura, quindi, e in particolare al gip Patrizia Todisco e al pool di inquirenti guidato da Franco Sebastio.

Dai provvedimenti giudiziari, secondo Ferrante, si percepisce l'assenza "in alcune persone" di "serenità d'animo" e la mancanza di "equilibro di giudizio''. Secondo il presidente del cda dell'Ilva nelle perizie ambientali ed epidemiologiche, disposte dal tribunale di Taranto e che hanno messo nero su bianco la grave situazione del capoluogo ionico, non c'è la verità, contenuta invece nelle perizie di parte commissionate dall'azienda.

E poi l'elogio della famiglia Riva "cha ha dato tanto al Paese, alla sua economia e ha tutelato posti di lavoro". Peccato che alcuni membri di quella famiglia siano agli arresti domiciliari. E Fabio Riva latitante: da qualche giorno si è dimesso dalla presidenza di Stahlbeteiligungen, storica cassaforte lussemburghese della famiglia Riva, e da Siderlux, holdingcostituita di recente cui fa capo il 25% di Ilva Spa.

Ha annunciato di essere a disposizione delle autorità inglesi, ma non ha mostrato la minima intenzione di difendersi dalle accuse in Italia. Accuse gravissime che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale all'avvelenamento di sostanze alimentari, dall'omissione delle cautele sui luoghi di lavoro fino alla corruzione in atti giudiziari.

Ferrante non usa mai la parola "tumori": gli sfuggono persino i dati del progetto Sentieri illustrati dal ministro Balduzzi che hanno raccontato in tutta Italia, che a Tarato si muore di più. Il primo obiettivo, ha aggiunto, è quello di tutelare i posti di lavoro e di accettare la sfida di coniugare ambiente, salute e lavoro. Ha ricordato il dialogo del governo che grazie al decreto "salva-Ilva", che ieri ha ottenuto l'ok della Camera dei deputati sulla fiducia posta dall'esecutivo e oggi in attesa di votazione finale, ha permesso all'azienda di continuare a spargere per il cielo tarantino i suoi fumi.

Nemmeno una parola sulla manifestazione di circa quindicimila tarantini che sabato sera hanno invaso pacificamente le strade. Bambini, operai e ambientalisti uniti al grido "Taranto, libera!". Una manifestazione che ha raccontato la presa di coscienza di una comunità, il sostegno alla magistratura e la denuncia dei danni provocati alla città. Come quello sollevato da una donna con abiti palestinesi: "Caro Gesù quest'anno i pastori verranno da te senza pecore".

Gli ultimi capi contaminati da diossina, erano stati abbattuti alcuni giorni prima. Oppure contro l'opera del ministro dell'ambiente Corrado Clini: "Ma quale profezia dei Maya, a noi ci ammazza l'Aia". Nemmeno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha firmato il decreto che salva la produzione dell'azienda, è stato risparmiato: "Hai firmato la nostra condanna", era scritto su un cartello retto da uomo travestito da Babbo Natale.

 

ilvaILVA DI TARANTO Bruno FerranteGiorgio Napolitano IL MINISTRO CORRADO CLINI Nicola Riva

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