GLI STRANI AUMENTI DI STIPENDIO AL MONTEPASCHI IN COINCIDENZA CON L’ACQUISIZIONE DI ANTONVENETA - TRA IL 2006 E IL 2007, MUSSARI AUMENTO' LE SPESE DEL PERSONALE DEL 17,9% - AL PROCESSO CONTRO L’EX CAPO DI MPS SI SONO PRESENTATE 2.600 PARTI CIVILI – GOSSIP SENESE: RIDOTTO IL LIVELLO DI LIQUIDITA’

 

Francesco Specchio per Libero Quotidiano

 

MARIO MONTI GIUSEPPE MUSSARI FOTO INFOPHOTO MARIO MONTI GIUSEPPE MUSSARI FOTO INFOPHOTO

Giuseppe Mussari, piccolo avvocato calabro, un Bel Ami di provincia arrampicatosi sulle vette del potere della presidenza del Monte dei Paschi di Siena, è sempre stato un uomo generoso. Molto generoso. Quasi un filantropo alla Bloomberg o alla Olivetti.

 

Sennò non si spiega, per esempio, perché in un solo anno, tra il 2006 e il 2007, il presidente sia riuscito ad far passare il costo delle spese del personale della propria banca da 598 a 765milioni, con un aumento certificato del 17,9%. Tutto questo scroscio di generosità è avvenuto, guarda caso, a cavallo della famigerata acquisizione da parte di Mps di Antonveneta per la cifra spropositata di 17 miliardi. Il primo passo, fondamentale, della banca verso l' abisso.

 

L' aumento, un inspiegabile gesto benefico, emerge da una nota infilata, anzi seppellita, a pagina 11, tra i fittissimi risultati d' esercizio del «Documento informativo relativo all' acquisizione» interno, imposto dalla Consob e ovviamente ignorato da gran parte dei correntisti.

 

Trattasi di un utile quadretto sinottico che oggi fa parte dei 58 volumi di carte per filone d' indagine (e i filoni sono quattro: da Antonveneta all' operazione Fresh, a Santorini-Bmps/Db e Alexandria Bmps/Nomura) del processo milanese a Mps che fissa l' udienza preliminare al 21 febbraio prossimo. La notizia dell' aumento improvviso delle spese del personale certifica, nello stesso periodo, lo strano fenomeno meteorologico di aumenti di stipendi a pioggia.

david rossi mussaridavid rossi mussari

 

«È una bomba. Gli aumenti non sono legati, ovviamente, a normali scatti di anzianità: qui molti impiegati sono diventati all' improvviso quadri, molti quadri dirigenti. Praticamente qui hanno promosso tutti per ammorbidirli alla vigilia dell' acquisizione di Antoveneta», commenta esterrefatto Luigi De Mossi, avvocato specialista in penale giudiziario che, dal suo studio in stile newyorkese dietro piazza del Campo, si staglia tra i faldoni del processo di Milano.

 

«E, anche se quell' aumento, in quel periodo, fosse attribuibile a nuove assunzioni, be', peggio mi sento: la procedura sarebbe allucinante». Tra l' altro, Rocca Salimbeni conta già 25mila dipendenti per 2.100 filiali: più del doppio della media europea che è di 1 dirigente ogni 200 dipendenti. Sempre sul filo dell' eccesso.

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

 

De Mossi è uno che vive la sua vita professionale nell' ossessione che Mussari abbia usato nella gestione della banca il modus operandi di Pietro Gambadilegno. Non ha tutti i torti. «Se lei legge i rapporti interni della banca, scopre che, per esempio, per Antonveneta, la due diligence fu successiva all' acquisto. Il che è pazzesco: è come se uno prima compra la macchina e dopo controlla se c' è il motore sotto il cofano».

 

Leggo i rapporti: ha ragione. Il suo processo milanese sarà una sorta di maxiprocesso in stile Ucciardone: 2.600 parti civili, un florilegio d' imputati a giudizio (a vario titolo), per i seguenti reati: aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza. Mussari, Vigni e Baldassarri (ex responsabile Area finanza), sono già stati condannati a Siena per il reato di ostacolo alla vigilanza. Tutte le inchieste sono relative a tutte le operazioni finanziarie legate, appunto, all' acquisizione di Banca Antonveneta. L' avvocato ha chiesto risarcimento per 1 milione di euro ad assistito.

 

VIGNI MUSSARI VIGNI MUSSARI

Per molti, da dieci anni, la situazione kafkiana della banca non è una novità. Le collusioni, le negligenze e le omissioni tracciano un quadro di tragedia diffusa. «Ci fu un momento in cui, addirittura, Mussari e il sindaco Ciccuzzi salvarono il pastificio Amato volando in una famosa cena sulla costiera amalfitana. Era un sistema di potere che mescolava capitale pubblico e capitale privato, che ha privatizzato i profitti e pubblicizzato le perdite, soprattutto col sistema della moltiplicazioni dei cda. Come nel caso di Scarlino Energia, il debitore insolvente di Mps il cui azionista di maggioranza è Mps stessa.

 

LUIGI DE MOSSILUIGI DE MOSSI

A Siena, dicono, volgarmente: ti piscian in capo e ti dican che piove. Mentre commenta, con ruvidezza alla Bukowski, il quadro d' insieme Andrea Corsi, giovane consigliere comunale d' opposizione immerge un ricciarello alla mandorla in un etto di bile. In questo momento sul Monte gira di tutto, s' arriva perfino alla leggenda metropolitana che, nonostante il decreto-salvezza del governo la banca avrebbe liquidità per meno di 10 giorni.

 

Eppure, in molti sono convinti che quest' idea dell' inerzia, per non dire, talora, del favoreggiamento partecipato, andrà ad incidere anche sulla quantità di rimborsi agli obbligazionisti previsto dal governo (il 100% per i possessori di bond subordinati, il 75% per gli istituzionali). Dice Cinzia Gravina, avvocatessa esperta di banca - perché tra le prime ad essere truffate: «Credo che difficilmente i clienti di Mps avranno quei ristori o risarcimenti. La banca, grazie ai suoi alti costi di gestione, ha, da sempre, clienti liberi professionisti, spesso ex dipendenti che non sono la vecchietta ignorante: e costoro sono in grado perfettamente di capire il profilo di rischio».

ANDREA CORSIANDREA CORSI

 

Sono gli stessi clienti che si accingono ora ad assaltare i loro ex tradizionali, presunti, benefattori. «L' aspettativa, ora, è quella della giustizia, il rischio quello della prescrizione», sospira De Mossi

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)