bini smaghi

I SOCI DI CHIANTIBANCA BOCCIANO BINI SMAGHI E LA PROCURA DI FIRENZE APRE UN’INDAGINE – SULL’ISTITUTO TOSCANO IL FARO DI BANKITALIA. L’EX MEMBRO DEL BOARD BCE GARANTIVA VIA NAZIONALE. HA PREVALSO UNA CORDATA “DI CAMPANILE” – SCONTRO SE FARLA FINIRE ALL’ICCREA O ALLE BANCHE COOPERATIVE TRENTINE

 

Maurizio Bologni per la Repubblica

 

lorenzo bini smaghilorenzo bini smaghi

A San Casciano val di Pesa, vicino Firenze, la chiamano ancora "banchina". Un po' per affetto. E un po' perché, sebbene sia molto cresciuta, ChiantiBanca è pur sempre un' azienda da 50 sportelli. Domenica la "banchina" ha sbattuto la porta in faccia ad un suo socio eccellente, Lorenzo Bini Smaghi, che vive a San Casciano, il banchiere italiano nel board di Bce prima di Mario Draghi, che si era messo a disposizione di Bankitalia e dei soci per risanare ChiantiBanca, investita dallo tsunami credito deteriorato e pasticci di gestione, finita nel mirino di Via Nazionale e, da ieri, anche della procura di Firenze che ha aperto un' inchiesta.

chiantibancachiantibanca

 

Alla conferma a presidente di Bini Smaghi, in carica da un anno ma che aveva deciso rimettersi in gioco per poter contare su una sua squadra di fiducia e "salute pubblica", gli oltre tremila votanti, molti con deleghe di altri dei 26mila soci, hanno preferito una lista alternativa di sconosciuti e senza neppure un candidato presidente (oggi dovrebbe essere eletto il consulente Cristiano Iacopozzi).

 

Cristiano Iacopozzi chiantibancaCristiano Iacopozzi chiantibanca

Forte il sospetto - lo ha mostrato Bini Smaghi nei giorni scorsi - che al rigore del risanamento sia stata preferita la difesa del credito facile di "campanile", in passato concesso dal cda della banca con il parere contrario degli organi tecnici interni su una pratica di fido ogni tre.

 

La "banchina" è cresciuta per aver integrato prima le Bcc di San Casciano e Monteriggioni, poi il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini finito in liquidazione, poi la Bcc di Pistoia e di Prato. Quando Bini Smaghi è stato chiamato alla presidenza, ChiantiBanca aveva grandi progetti: way out per uscire dal sistema delle Bcc e trasformazione in spa con nuovi partner.

 

assemblea Chiantibancaassemblea Chiantibanca

Ma prima il banchiere fiorentino, e poi Bankitalia salita a San Casciano per un' ispezione iniziata a novembre e finita in aprile, hanno scoperto una massa di credito deteriorato che ha raggiunto i 638 milioni di euro complessivi, costringendo a rettifiche e accantonamenti che hanno spinto il bilancio in rosso di 90,4 milioni di euro. E poi verbali di cda riaperti a distanza di mesi per occultare perdite (su un Btp da 100 milioni) e contabilizzare ritocchi di stipendio (come quello che nel novembre 2015 ha aumentato di 100mila euro il compenso al dg).

 

Cinque consiglieri d' amministrazione, il direttore generale e membri del collegio sindacale, in carica nel 2015, si sono dimessi, e in procura è finita la relazione dell' organo di vigilanza che ipotizza ostacolo a Bankitalia e false comunicazioni sociali. E domenica Bini Smaghi, di fatto garante di Bankitalia, si è presentato a davanti ai soci per il rinnovo.

 

andrea bianchi chiantibancaandrea bianchi chiantibanca

Presidente della banca d' affari francese Societé General e di Italgas, indicato come possibile futuro governatore della Banca d' Italia, lo hanno bocciato per il vertice di ChiantiBanca con un distacco di 300 voti. E che sia andata così ha stupito anche i rivali. «Sorpreso del risultato», ha detto Gian Pietro Castaldi, per pochi giorni candidato presidente della lista antagonista, prima di rinunciare all' investitura.

 

Il fatto è che nelle banche di credito cooperativo funziona la regola "una testa un voto" e i rivali di Bini Smaghi hanno fatto incetta di deleghe mescolando interessi diversi: dall' influenza della Federazione Toscana delle Bcc, che vuole portare ChiantiBanca nella Holding romana Iccrea invece che in quella trentina Cassa Centrale Banca, a quelle degli ex amministratori defenestrati e dei creditori insolventi. Bini Smaghi si è fatto una ragione della sconfitta: «Mi ero reso disponibile a dedicare tempo per mettere a posto la Banca del mio territorio. Se trovano qualcuno più bravo, meglio così». Ce n' è bisogno.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...