MONTEZEMOLO-FERRARI, ULTIMO SCONTRO A PARIGI - LUCHINO GONFIA IL PETTO PER I CONTI RECORD E SCHERZA: “MARCHIONNE A FEBBRAIO MI RICHIAMERÀ, MA SONO CONTENTO DI PRENDERMI QUALCHE MESE DI RIPOSO” - INTANTO L’AMICO EMIRO SI DIMETTE DAL CDA E ANCHE IL SUO ALONSO SALUTA

Pierluigi Bonora per "il Giornale"

 

MARCHIONNE MONTEZEMOLOMARCHIONNE MONTEZEMOLO

Tirato, gli occhi arrossati e con il groppo in gola, Luca di Montezemolo ha salutato uno per uno i giornalisti italiani che hanno assistito alla sua ultima conferenza stampa da presidente della Ferrari. Pochi minuti prima, sullo stand, alla fine della presentazione della 458 Speciale A, bolide a tiratura limitata del Cavallino, non era riuscito a nascondere la commozione.

 

All'incontro con i giornalisti, fino a quando Sergio Marchionne non si è seduto al suo fianco, riportandolo alla realtà, il quasi ex presidente ha cercato di comportarsi normalmente: «La vita continua a riservare sorprese, importante è guardare avanti. Oggi si chiude un ciclo importante, lascio la Ferrari con un bilancio economico e finanziario bellissimo. Solo il parco a tema di Abu Dhabi, dove non abbiamo investito un euro, ci rende tra i 7 e gli 8 milioni».

marchionne montezemolo marchionne montezemolo

 

Quindi, poco prima dell'arrivo di Marchionne, forse l'unica frase forzata, vista la volontà di Montezemolo di non voler mischiare il Cavallino con gli altri marchi del gruppo: «Si apre una nuova epoca, con una Ferrari più inserita in Fiat Chrysler. È molto importante, e di questo siamo orgogliosi».

 

La gaffe, se così si può chiamare, è arrivata quando Montezemolo ha accennato all'«imminente quotazione di Ferrari-Chrysler» a Wall Street. E qui Marchionne ha strabuzzato gli occhi: «Fiat, non Ferrari...». Quindi, una battuta, ma mica tanto, indirizzata al suo successore: «Per tutti appuntamento al Salone di Ginevra, Marchionne si accorgerà che ha molto da fare e a febbraio mi richiamerà, ma sono contento di prendermi qualche mese di riposo».

 

MONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARIMONTEZEMOLO E MARCHIONNE ALLA FERRARI

Agli elogi sperticati a Fernando Alonso («è il miglior pilota del mondo e in gara ha dato tutto in questi anni; stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore per lui e per l'azienda nel rispetto reciproco»), Montezemolo ha fatto seguire una raccomandazione guardando alla Ferrari del futuro: «Deve rimanere un sogno, il Cavallino ha un Dna unico al mondo».

 

montezemolo ad abu dhabi con Khaldoo Al Mubarakmontezemolo ad abu dhabi con Khaldoo Al Mubarak

All'uscita il colpo di scena (forse previsto): trilla il telefonino del quasi ex presidente: «È Kahldoon al Mubarak - dice all'ad Amedeo Felisa - e mi ha appena comunicato che si è dimesso dal cda». Quasi a voler far sapere a tutti che il suo amico «paperone» degli Emirati, entrato prima con Mubadala nel board e rimasto, quindi, come indipendente, gli è solidale e non se la sente di continuare a Maranello senza la sua guida. Marchionne provvederà alla sostituzione.

 

ALONSO FERRARIALONSO FERRARI

Prima di Montezemolo, in un'altra ala del Salone di Parigi, era intervenuto Marchionne, ieri in vena di battute, soprattutto quando è chiamato a rispondere agli insulti ricevuti da Diego Della Valle, il quale ha definito l'ad di Fiat e il premier Matteo Renzi «due sòla». «Non mi sono offeso - la replica velenosa -: detto da una scarparo è un complimento, la sola è parte integrante della scarpa».

 

amedeo felisaamedeo felisa

Quindi, nuovamente, l'appoggio all'azione di Renzi: sul Tfr («l'anticipo in busta paga è una proposta positiva, anche se costa alla Fiat, bisogna dare più liquidità a consumatori e dipendenti») e sull'articolo 18 («qualcosa bisogna fare per aggiornare il sistema»). E Montezemolo? Nel pomeriggio si congeda così: «Lunedì inizia la mia ultima settimana a Maranello...».

della valle servizio pubblicodella valle servizio pubblico

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...