hacker

LA CORRUZIONE S'AGGIORNA: ORA LE MAZZETTE CIRCOLANO CON APP E PAGAMENTI ONLINE - NEL FAR WEST DIGITALE SI TRASFERISCONO QUATTRINI SENZA LASCIARE TRACCE - UNO SMANETTONE PESCARESE SPOSTAVA I SOLDI ATTRAVERSO I CONTINTENTI DAL DIVANO DI CASA, MANDANDO IN TILT I MAGISTRATI: “QUESTO SCENARIO RENDE PREISTORICI TUTTI I MECCANISMI SCOPERTI FINORA” - IL CYBER CRIMINALE SI È TRADITO CON UNA CHAT DI SKYPE...

Gianluca Di Feo per “la Repubblica

 

RICICLAGGIO DENARO SPORCO

Il nerd pescarese non si muoveva dal divano di casa, ma spostava soldi in quantità attraverso i continenti. Per l'erario era più o meno nullafacente e nullatenente, eppure sul suo conto ogni mese arrivava un ricco bonifico. E quando gli investigatori hanno aperto il suo computer, sono rimasti sbalorditi: davanti a loro si è materializzata la nuova frontiera del riciclaggio internazionale di denaro. Un far west digitale, popolato di app e sistemi di pagamento online, dove trasferire quattrini senza praticamente lasciare tracce.

 

PAGARE TRAMITE APP DI GOOGLE

Ci sono colossi del web e nani del fintech, entrati in massa in un mercato grigio dove è facile eludere le regole sul tracciamento dei fondi e rendere così anonime le transazioni piccole o grandi. Il sogno di evasori, tangentisti e boss di denari, concretizzato sulla tastiera di un tablet o di un telefonino.

 

L'operazione della procura di Milano è passata inosservata ma potrebbe diventare una pietra miliare non solo in Italia. I finanzieri del nucleo di polizia giudiziaria agli ordini del pm Gaetano Ruta stavano indagando sulle mazzette versate ad alcuni dipendenti del gruppo italiano Leonardo da un'azienda aerospaziale per accaparrarsi i contratti di fornitura.

 

apple pay pagamento

C'era un mistero: come faceva la società a trasferire le riserve per le bustarelle dagli Stati Uniti all'Italia? La risposta è stata sorprendente: usava Google Pay, che - come promette il suo spot - è "un modo semplice e veloce per pagare ovunque". L'idea viene attribuita a due giovanotti. Il nipote della titolare dell'azienda sott'inchiesta, residente a Londra, e il suo coetaneo pescarese tramite la piattaforma digitale avevano movimentato 420 mila euro.

 

Accreditati in banca, senza indicazioni sulla casuale, su chi li mandava e senza segnalazioni di operazioni sospette: chi mai avrebbe ritenuto Google sospetta? Il primo problema per i magistrati è stato individuare dove si trova Google Pay. E così si sono inoltrati in un labirinto.

 

apple pay

Sono partiti dal "Bosco verticale", il grattacielo milanese davanti al quale si trova Google Italia, per finire in una selva oscura. La compagine italiana non c'entra e li ha dirottati su Google Payments Ltd e Google Ireland Ltd, entrambe in Irlanda: lì con questo nome ci sono 43 società.

 

Una volta individuate quelle giuste, però, i pm si sono dovuti rivolgere alla banca di Dublino su cui sono appoggiati i conti e alla struttura di Londra che custodisce la contabilità. Insomma, un dedalo di rogatorie che non hanno ancora avuto risposta. Nulla di illecito: l'architettura dei giganti hi tech segue logiche fiscali e organizzative tutte sue.

 

APPLE PAY

Che non facilitano certo la ricerca delle informazioni: una circostanza molto gradita ai navigatori dei mercati occulti. Per questo Bankitalia ha più volte sancito che gli operatori finanziari attivi nel nostro Paese devono avere una "stabile rappresentanza", con un luogo fisico e un responsabile che risponda alle richieste delle autorità. Ma nessuna delle piattaforme di pagamento sembra essersi mai allineata. Gli investigatori però hanno avuto fortuna: lo smanettone pescarese si era dimenticato di cancellare una chat su Skype. Illuminante.

 

Il ragazzo aveva creato una società britannica, al modico costo di 14 sterline, che aveva comprato un paio di app di poco valore e le ha offerte su Apple Play. Il suo referente con i fondi negli Usa acquistava i servizi di queste app e Google Pay bonificava periodicamente i proventi in Italia. In apparenza è uno schema complesso, in realtà permetteva di muovere il denaro con tre clic: senza mostrare impronte e con un costo complessivo irrisorio.

 

La ricostruzione dovrà essere confermata dalle rogatorie, ma ha già messo in luce un canale inesplorato per riciclare in maniera anonima. Un buco nero nella rete di controllo internazionale dai confini illimitati. Stando alle prime verifiche della procura guidata da Francesco Greco, lo stesso gioco può essere ripetuto con decine di piattaforme: da Apple Pay a Samsung Pay per passare a una lunga serie di app di pagamento e carte di credito revolving. Tutte in grado di veleggiare ai confini dei regolamenti europei, che impongono l'obbligo di identificare chi versa soldi; quello di registrare e conservare le transazioni; infine quello di segnalare le anomalie. Ma i bonifici contestati a Google Pay non avevano nessuna causale, né indicazioni dell'origine o del mittente.

 

FRANCESCO GRECO

Per questo sia Google Payments che Google Ireland adesso sono indagate perché consentivano «il trasferimento di fondi di denaro provento di frode fiscale ostacolando l'identificazione della provenienza delittuosa» dei bonifici. «Sono vent'anni che mi occupo di riciclaggio ed evasione, ma questo scenario rende preistorici tutti i meccanismi scoperti finora», spiega uno dei magistrati: «È una falla attraverso cui possono scorrere miliardi».

 

Google non rilascia commenti e si limita a ribadire: «Abbiamo ricevuto un'informazione di garanzia per una ipotesi di illecito amministrativo in relazione a movimentazioni finanziarie che sarebbero state effettuate utilizzando le nostre piattaforme. Naturalmente presteremo la massima collaborazione alle indagini». L'allarme però sta risuonando in tutti i continenti, perché spinte dai lockdown per il Covid le transazioni online si sono moltiplicate.

APPLE PAY

 

La Financial Action Task Force del Gafi, l'organismo internazionale che lotta contro i capitali sporchi, lo ha segnalato più volte nei suoi bollettini. Staterelli come Bahamas, dopo avere censito movimentazioni web per venti miliardi, stanno intensificando i controlli. A dicembre l'India ha multato Paypal per il mancato rispetto delle norme antiriciclaggio. Paletti di scarsa efficacia: basta cercare su Youtube e si scoprono video con le spiegazioni per spostare quattrini senza comparire. Pecunia non olet, il denaro non ha odore, soprattutto quando è digitale.

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…