1. DELLA VALLE-CORRIERE DELLA SERA: SCOCCA L’ORA DELL’AMBULANZA PER LO SCARPARO 2. ATTRAVERSO I SUOI “PORTA-MICROFONO” FLORIS E MENTANA BOMBARDA BAZOLI E GUZZETTI 3. A MILANO C’È LA CONVINZIONE CHE DIETRO I PETARDI CONTRO GLI ARZILLI VECCHIETTI SI NASCONDANO LE MANINE DEI DUE ALANI DI MEDIOBANCA, ALBERTO NAGEL E RENATO PAGLIARO 4. VOLARE VIA (DALL’ALITALIA) “LIBERI TUTTI” IL 12 GENNAIO SCADRÀ LA CLAUSOLA DI LOCK-UP DALLA RAGNATELA COSTRUITA QUATTRO ANNI FA DA PASSERA-BERLUSCONI-LETTA 5. PANETTONE AMARO PER FASSINO: UN MACIGNO 3,3 MILIARDI DI DEBITI E NESSUNO COMPRA 6. LA FARNESINA SI SVEGLIA E SOLLECITA LA LIBERAZIONE PRIMA DI NATALE DEI DUE MARò 7. GABANELLI HA DECISO DI METTERE IN ONDA DOMENICA SERA IL “REPORT” SULL’ENI

1. DELLA VALLE-CORRIERE DELLA SERA: L'ORA DELL'AMBULANZA
Invece di dare una mano politica al suo compagno di merenda Luchino di Montezemolo, Dieguito Della Valle ha sparato un altro dei suoi botti proprio alla fine dell'anno quando le persone come lui che hanno superato i 60 anni dovrebbero gustare i piaceri dell'amore e dei soldi.

Le commesse dei magazzini Saks di cui lo scarparo marchigiano ha comprato nel 2009 per 30 milioni il 5,5%, speravano di vederlo sui marciapiedi di Fifth Avenue per incoraggiare i clienti a comprare le sue scarpe meravigliose.

Purtroppo il patron di Tod's non riesce a schiodare dalla sua testa l'idea di far saltare il tavolo di Rcs, il Gruppo editoriale dove il Patto di sindacato in primavera gli ha chiuso la porta in faccia per colpa del "ragazzino" John Elkann e dell'arzillo vecchietto Giovanni Bazoli che mercoledì ha compiuto 80 anni. Così, nello spazio di pochi giorni Dieguito è partito lancia in resta contro i banchieri che non vogliono "lasciare spazio a persone più giovani che hanno le energie necessarie per affrontare momenti difficili".

La prima bordata è arrivata nella sera di martedì a "Ballarò" ("Grazie, Floris"), a distanza di un paio d'ore dalla presentazione romana del libro "Confiteor" dell'impenitente Geronzi. Chi l'ha visto è rimasto impressionato dall'aria cupa dell'imprenditore marchigiano, e ha pensato per un attimo che la sua fisionomia fosse alterata per l'ossessione che si porta dentro nei confronti dei cosiddetti banchieri di sistema.

Ieri è tornato sul tema con una lettera con una lettera ripresa alla grande dal Tg de La7 ("Grazie, Chicco"). Nel testo prende di mira soprattutto Abramo-Bazoli che a febbraio dell'anno scorso aveva cercato di salvare dalle sue invettive dicendo che il banchiere bresciano gestiva il suo ruolo convinto di fare il bene del sistema. Nel mucchio dei vecchietti da incenerire, ieri ha infilato anche Giuseppe Guzzetti, il 78enne presidente della Cariplo che è sceso in campo per difendere con forza l'amico di IntesaSanPaolo.

A questo punto verrebbe voglia di ripetere a Della Valle le parole che Sergio Marpionne pronunciò a settembre quando dopo essere stato bollato come un "chiacchierone improvvisato", liquidò lo scarparo con la storica frase: "la smetta di rompere le balle".

In effetti il tormentone generazionale che è già costato la leadership al rottamatore Matteuccio Renzi sta diventando uggioso e la polemica sembra un delirio incomprensibile alla maggioranza degli italiani che non puo' comprare le scarpette ma ammira l'animal spirit di Dieguito.

In realtà i botti di fine anno dello scarparo hanno una ragione precisa che è legata al futuro di Rcs di cui tra oggi e mercoledì i consiglieri di amministrazione dovranno prendere posizione pronunciandosi sul piano industriale dell'amministratore delegato Scott Jovane.

In ballo ci sono due alternative. Il manager nominato a luglio al vertice della società dovrà buttare sul tavolo le proposte partorite con l'aiuto di McKinsey e di altri consulenti strapagati, e cercherà di capire qual è la strada per colmare il buco di 700 milioni. Le strade sono due: da un lato, c'è l'ipotesi di un aumento di capitale; dall'altro l'intervento della scure sulla testa di 500 giornalisti e la vendita di alcuni asset immobiliari.

Sulla prima ipotesi si sa già che numerosi azionisti si pronunceranno contro, prima fra tutti la Fiat di Yaki e Marpionne che sta cercando nuove risorse per risolvere almeno in parte i suoi problemi. Gli unici soggetti che hanno quattrini sono il patron delle cliniche Giuseppe Rotelli (primo azionista con il 16,6% fuori Patto) e Dieguito che ha ancora le tasche gonfie per il lusso e può permettersi il lusso di realizzare il sogno del "Corriere", lo strumento politico che un domani potrebbe servire anche a quel Luchino di Montezemolo che non è riuscito a frenare nella sua discesa dentro la marmellata della politica.

Per lo scarparo marchigiano, tagliato fuori dal Patto di sindacato e visto come una mina vagante dai cosiddetti banchieri di sistema, questa è la battaglia finale. Se la perde e non riuscirà a far saltare il tavolo di Rcs il suo peso diminuirà inevitabilmente anche in altre roccaforti della finanza come le Generali dove i protagonisti sono diventati Lorenzo Pelliccioli e Mario Greco, il tedesco che sta operando per rimediare ai guasti di Perissinotto.

A Milano c'è comunque la convinzione che Della Valle non sia solo e che dietro i petardi contro gli arzilli vecchietti si nascondano le manine dei due alani di Mediobanca, Alberto Nagel e Renato Pagliaro. Sono gli stessi che ad aprile 2011 mandarono a casa Cesarone Geronzi ed è chiaro il loro interesse a mantenere ferma la presa sul primo quotidiano in Italia.

Il risveglio "letterario" del banchiere romano e la difesa del 78enne Guzzetti sono stati due segnali apparentemente snobbati dagli uomini di Piazzetta Cuccia. E se è vero che Geronzi domenica tornerà sugli schermi televisivi nel programma di Maria Latella "Sky Tg 24", allora da quel giorno fino al mercoledì 19 ,quando si riunirà il Patto Rcs, assisteremo ad altri fuochi d'artificio.

2. VOLARE VIA (DALL'ALITALIA)
Le tasche sono vuote per tutti, non solo per gli azioni del "Corriere della Sera", ma anche per quelli che a dicembre 2008 seguirono la sirena di Berlusconi e di Corradino Passera per salvare l'Alitalia.

Nella cordata dei patrioti italiani è il momento delle vacche magre e a poco servono gli annunci trionfalistici dell'amministratore Ragnetti che nel marzo scorso ha preso il timone della Compagnia per volontà di Colaninno e dietro suggerimento di Rocco Sabelli. Anche in questo caso come per la vicenda Rcs si tratta di mettere mano al portafoglio chiedendo ai patrioti di aiutare il "George Clooney" di Fiumicino Ragnetti a rimettere in sesto i conti della Compagnia.

Nei giorni scorsi il manager perugino ,che ama il basket e si è distinto in Philips per alcuni brevetti apprezzati dal mercato femminile, ha chiuso un delicato accordo sindacale e ha chiesto mani libere per un'alleanza con una compagnia straniera (gli arabi di Etihad), poi ha commentato le tormentate vicende della società come "una storia di successi".

Ragnetti forse non si rende conto che gli azionisti hanno gli occhi puntati sulla clessidra e aspettano con ansia che arrivi il 12 gennaio quando scadrà la clausola di lock-up che apre la strada al "liberi tutti". C'è gente come Francesco Bellavista Caltagirone, Marcello Gavio, Totuccio Ligresti, Emma Marcegaglia, Enrico Cucchiani e la famiglia Riva che non vede l'ora di tirarsi fuori dalla ragnatela costruita quattro anni fa da Corradino Passera su mandato del Cavaliere peccaminoso.

Per questi "imprenditori coraggiosi" quello che c'è di peggio nel presente è l'avvenire. E l'unica salvezza può arrivare da Parigi dove sembra che l'Air France di Cyril Spinetta stia preparando il piano di fusione tra le due Compagnie. Secondo il quotidiano "La Stampa" i francesi avrebbero attivato la banca d'affari Lazard, consulente di fiducia di Air France-Klm, per la nascita di un'unica holding con un'operazione carta su carta che prevede lo scambio di azioni. In questa prospettiva l'entusiasmo manifestato da Ragnetti sarebbe funzionale ad alzare il prezzo della trattativa.

È probabile che nelle prossime ore arrivi dalla Francia una smentita, ma la strada è segnata e ha ragione il quotidiano torinese quando scrive che è solo una questione di tempo e di prezzo. A proposito del prezzo in Alitalia sostengono che un'azione di Air France ne valga al massimo 4 delle sue, mentre i francesi immaginano un concambio di 1 a 7.

Il giusto prezzo si troverà a metà strada. Così sperano i patrioti della cordata che da mesi si grattano la testa per uscire con il minor danno possibile.


3. PANETTONE AMARO PER FASSINO
Nemmeno la moglie, Anna Maria Serafini, ex-comunista poi senatrice del Pd sposata nel 1993, riesce a sollevare l'umore di Piero Fassino.

Il politico nominato sindaco a maggio dell'anno scorso è sull'orlo di una crisi di nervi perché non vuole passare alla storia come il primo cittadino che ha portato il suo comune al default. Il rischio c'è perché se non riesce a trovare risorse entro la fine dell'anno, il macigno di 3,3 miliardi di debiti lo costringerà inevitabilmente a sforare il patto di stabilità.

Purtroppo il tentativo di fare cassa vendendo alcuni gioielli per un valore intorno ai 250 milioni, sta sfumando e che sia una partita mortale lo ha dimostrato anche ieri sera il "Tg del Piemonte" dove il giornalista ne parlava con toni da pompe funebri.

L'intenzione dichiarata a luglio da Fassino era di mettere sul mercato il 28% delle azioni dell'aeroporto di Caselle gestito dalla società Sagat che ha visto declinare lo scalo in maniera paurosa. Quando la gara è stata lanciata si sono fatti vivi i Benetton con Sintonia e il solito don Vito Gamberale con il fondo F2i che mira a far man bassa di tutti i più importanti aeroporti italiani.

Purtroppo sul tavolo di Fassino l'offerta di Gamberale è stata semplicemente risibile perché il manager perennemente incazzato ha messo sul piatto una cifra nettamente al di sotto dei 70 milioni attesi dal comune di Torino.

E la stessa cosa è avvenuta per la vendita di Gtt, l'altra municipalizzata che gestisce i trasporti torinesi. Il povero Fassino farà un ultimo tentativo per alzare le offerte, ma con Benetton che si è già sfilato e Gamberale sempre incazzato, sarà molto difficile che riesca a fare un Capodanno sereno.


4. ALLA FARNESINA È SUONATA LA CAMPANA DEL RISVEGLIO.
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ieri alla Farnesina è suonata la campana del risveglio.

Dopo mesi di silenzio è tornata d'attualità la questione dei due marò italiani prigionieri in India. Stimolato dalle critiche il Segretario generale degli Esteri, Michele Valensise, ha convocato l'ambasciatore d'India per sollecitare la liberazione prima delle festività dei due fucilieri sui quali pende il giudizio della Corte Suprema di New Delhi. A guastare la giornata di Valensise e del ministro Terzi è arrivata l'anticipazione di un articolo del settimanale "Il Mondo" su un libro bianco dal titolo "RiFarnesina" nel quale il sindacato dei diplomatici mette il dito sulla necessità di attivare la spending review al ministero".


5. DOMENICA, "REPORT" ENI

Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che dopo due settimane di incertezza Milena Gabanelli ha deciso di mettere in onda domenica sera la trasmissione di "Report" dedicata all'Eni.

In quell'occasione probabilmente Paoletto Scaroni smentirà le voci che lo danno in uscita per la poltrona di Finmeccanica".

 

Della Valle allo stadioflo08 enr mentana gio florisGIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIRENATO PAGLIARO E ALBERTO NAGEL DAL CORRIERE jpegCOLANINNO E RAGNETTI MARCELLO GAVIOSALVATORE LIGRESTI MARCEGAGLIApiero fassino VITO GAMBERALE jpegMICHELE VALENSISEGiulio Terzi di Sant Agata GABANELLISCARONI E SIGNORA

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