xavier niel

LA RIVINCITA DEI ''DROPOUT'' - NELLA SILICON VALLEY, PATRIA DEI CERVELLONI, ORMAI L'UNIVERSITÀ È DA SFIGATI, E ORA ARRIVA XAVIER NIEL, IL “PORNOGRAPHE” FRANCESE CHE SI È FATTO DA SOLO - IL RE DELLE TLC FRANCESI, CHE IL PROSSIMO ANNO SBARCHERA’ IN ITALIA COL QUARTO GESTORE, PUNTA 100 MILIONI SU UNA SCUOLA SENZA PROFESSORI NÉ ESAMI, DOVE NON CONTA IL CURRICULUM MA SOLO QUANTO SEI BRAVO

VIDEO - LA PRESENTAZIONE DI ECOLE 42 A FREMONT, SILICON VALLEY

 

 

 

Michele Masneri per “Il Foglio"

 

michele masnerimichele masneri

San Francisco. Il dropout, che grande classico della cultura americana. Il brufoloso casto che va male a scuola e abbandona l’università, quello che in Italia sarebbe entrato nei Cinquestelle e invece in Silicon Valley fonda imperi e poi ritorna come il conte di Montecristo: è un topos perenne, “ombra” psicanalitica di un Paese che rincorre lauree costosissime in atenei Ivy League indebitandosi per generazioni. Però adesso, qui in Silicon Valley, i dropout sono al potere più che mai.

la scuola 42 di xavier niella scuola 42 di xavier niel

 

Potrebbero utilizzare il classico motto “non ho mai lasciato che la scuola interferisse con la mia educazione”, secondo il re degli umoristi sanfranciscani, e dropout in proprio, Mark Twain. Ma già una sfilza di padri della patria digitale è fiera di aver lasciato lauree brevi e lunghe: Michael Dell degli omonimi computer (che molla dopo solo un anno l’università del Texas), Bill Gates dopo tre anni ad Harvard, Steve Jobs sempre affamato e folle, e mai in classe; e poi ancora, tra i più millennials, Mark Zuckerberg di Facebook, e Travis Kalanick di Uber, entrambi fuggiti dall’università a vent’anni, che poi si sono fatti una discreta posizione.

 

Oggi che tanti di questi dropout anche di seconda generazione “valgono” pil più pesanti di tanti stati sovrani, vogliono stabilire loro la loro educazione e dare la botta finale al sistema, forse anche a seguito di complessi pesantissimi trascinati tutta la vita. Alcuni turbolibertari professano il ritorno al precettore privato, altri spediscono i rampolli alla “Scuola” (in italiano nel testo), di Valentina Imbeni, la più gettonata di Silicon Valley, che propone un “Reggio Emilia approach”, in quanto Imbeni è figlia di un mitico sindaco della città emiliana.

 

come sara la scuola 42 di xavier niel nella silicon valleycome sara la scuola 42 di xavier niel nella silicon valley

I più aggressivi danno poi soldi agli studenti purché abbandonino: il solito Peter Thiel, fondatore di Paypal, eminenza grigia trumpiana, offre con la sua Thiel Fellowship una borsa di non-studio da 100.000 dollari cash a studenti che mollino i banchi per seguire una loro idea di business.

 

Adesso però qui arriva il più dropout di tutti, che non è americano bensì francese. A Fremont, luogo famoso per lo stabilimento della Tesla, apre infatti 42Usa, versione siliconvallica della omonima scuola per programmatori aperta a Parigi da un paio d’anni da Xavier Niel, imprenditore francese che già ha disintermediato il mercato delle tlc.

 

xavier nielxavier niel

Nel 1999 ha lanciato il primo operatore Internet francese, Free, dal 2012 è entrato nei telefoni mobili, terremotando il settore con una specie di Ryanair del cellulare. E’ entrato e uscito da Telecom Italia e l’anno prossimo arriva con un suo gestore. Ha fondato l’incubatore di startup più grande di Francia e forse del mondo, Station F, che aprirà ad aprile a Parigi, e un primario venture capital (Kima Ventures).

 

Nel tempo libero ha salvato il decotto Monde dal fallimento mettendosi contro i sindacati e l’intellighenzia ostile a questo “pornographe”, come lo chiamava Sarkozy, perché Niel ha cominciato a fare i soldi con gli annunci “rosa” nel Minitel, ha inventato insomma Tinder trent’anni fa (è stato anche in carcere per la titolarità di alcuni locali di peep-show, lui lo rivendica con orgoglio, è un personaggio assai disruptive).

xavier niel nella code school scuola 42xavier niel nella code school scuola 42

 

Poi, soprattutto, ha creato questa Ecole42, che era già provocatoria in Francia, messa su accanto al glorioso liceo Balzac, il più grande di Parigi, nel Diciassettesimo. Qui in America ancor di più: perché è totalmente gratis. L’imprenditore ha donato infatti 100 milioni per mettere su questa scuola che non ha professori e non ha esami e soprattutto non costa un dollaro agli studenti.

 

karlie kloss e delphine arnaultkarlie kloss e delphine arnault

Allora si prende il trenino, trenino sgarrupato, che ci scarica a Fremont, in un compound di querce e aziendone, e però non si trova il palazzo luminescente à la Frank Gehry pubblicizzato sul sito, ma una vecchia palazzina di una vecchia università privata, che  Ecole42 ha rilevato, e tra qualche mese abbatterà e ricostruirà (ci sono ancora le vecchie insegne di un vetusto e costoso college, il DeVry, inventato dall’inventore del proiettore da cinematografo, Herman A. DeVry).

 

Ce lo spiega Brittany Bir, ventisette anni, sembra Charlotte di Sex and the City, è la Coo della scuola, una specie di preside, anche se il ruolo tecnico è chief operating officer, è a sua volta una ex allieva della scuola di Niel in Francia, e il paradosso vero è che “io sono emigrata in Francia per studiare, perché qui in America non ce la facevo, costava troppo”, ci dice mentre ci porta in giro per la scuola e sono tutti emozionati che per la prima volta arriva “il nostro benefattore”, come viene chiamato Niel.

 

“C’è un vero problema di accesso allo studio” dice Bir: “Sai a quanto ammonta il debito degli studenti in America? 1,16 trilioni di dollari, più dell’intero indebitamento nazionale nelle carte di credito”. “E solo il 10 per cento degli studenti delle migliori università americane viene da famiglie povere”.

 

 

NIEL NIEL

Bir come molti degli studenti qui non ha un background matematico (anzi è laureata in Spagnolo, e poi ha un master in studi europei), perché il “coding”, cioè la programmazione, ha più a che fare con la logica (e molti qui hanno fatto studi classici, o nessuno studio). Lei abita a Palo Alto, qua vicino, si è portata il marito francese che ha incontrato a Parigi e nel frattempo sposato, e lui naturalmente sta pensando a una sua startup tecnologica qui in Silicon Valley.

 

Ci aggiriamo in una sala enorme con dei computer ancora da installare; “sono 1.024 Mac in tutto, ma non per il marchio Apple, perché consumano meno energia e scaldano meno”, dice. L’anno scolastico è partito ufficialmente da pochi giorni, fino ad ora ci sono state le “piscine”, cioè una serie di test full immersion che mettono alla prova gli studenti, un mese con 15 ore di test al giorno, che solo i migliori superano.

 

xavier niel delphine arnaultxavier niel delphine arnault

Poi facciamo un giro nella parte dormitorio e mensa, e sembra di essere in uno di quei film generazionali americani, solo che mancano i palestratoni bulli, ci sono solo i nerd, e nessuno li bullizza, anzi. Passano dei rasta, degli spilungoni, uno coi capelli gialli, un asiatico con un cappello da babbo natale, e le battono il cinque, alla preside. “Ci sono 300 posti letto, e presto raddoppieremo per arrivare a 600”, dice lei. Tutto gratis. Sale da palestra e ping pong, un piccolo cinema.

 

Alla mensa oggi ci sono delle costolette di maiale e dei noodles, c’è un tavolo a cui si parla francese, con una rara femmina più dark e tatuata – anche qui, come in tutto l’ecosistema siliconvallico le femmine sono in minoranza. “Qui nella scuola sono il 15 per cento”, dice la preside 2.0. “Ragazzi, ne volete ancora?” dice il cuoco, e uno con la maglietta del San Francisco, “ma sì, cazzo!”.

XAVIER NIEL E SARKOZYXAVIER NIEL E SARKOZY

 

Poi andiamo verso il campus principale perché sta per arrivare Niel. La cosa sconvolgente, che è il segreto forse di quel mix strano qui californiano, tra Corsa all’Oro, retaggi di cultura hippy e aria di mare, il tutto spalmato su transistor e algoritmi, è che gli umani sono socievoli come dei buoni selvaggi. I ragazzi vengono incontro al cronista straniero, lo salutano, sono loro che chiedono chi sei, che fai.

 

Michael ha 28 anni, è russo, di Mosca, ha una laurea in fisica, aveva un buon lavoro ma poi ha scoperto questa scuola 42 e l’ha lasciato, però non voleva andare a Parigi, “saranno così svegli da capire di aprirne una in Silicon Valley, ho pensato”, e così è stato. E’ il più bravo di tutta la scuola. Il suo idolo è Elon Musk, il fondatore di Tesla, quando ne parla gli si illuminano gli occhi, acquosi come quelli dei russi dei romanzi.

 

XAVIER NIEL DELPHINE ARNAULTXAVIER NIEL DELPHINE ARNAULT

Cameron, 22 anni, invece, è di qui, dice “io sono stato abbastanza fortunato da avere una famiglia che mi mantiene. Però è vero, da noi passi la vita a pagare il debito universitario”. Clarence, 22 anni, si muove a fatica perché si è fatta male giocando a basket; è del Camerun, “ho letto su Internet di questa scuola”, ha superato i test online che sono totalmente destrutturati, “sono test di memoria e logica, puoi anche non capire niente in matematica”, poi è stata ammessa alla Piscina, è ancora devastata, “la cosa più difficile che ho fatto nella mia vita, esercizi ogni giorno, si comincia alle 8,42 e devi consegnare spaccando il minuto alle 11,42 di sera” (il 42 ossessivo è un vezzo, il nome deriva dal romanzo di fantascienza di Douglas Adams, “Guida galattica per gli autostoppisti”, in cui «42» è la risposta alla «grande domanda sulla vita, l’universo e tutto il resto» risponde Bir come un mantra).

xavier niel xavier niel

 

Il sistema escogitato da Niel è che non ci sono professori che correggono, bensì lo fanno i tuoi compagni, è un “peer to peer”, e si incrociano i compiti online, tu non sai chi ti sta correggendo quindi non puoi avere favoritismi.  È una scuola senza professori, senza esami, che non rilascia diplomi formali. Soprattutto, per entrarci non è necessaria la maturità né curriculum. Unici requisiti: avere tra i diciotto e i trent’anni, una mente non cialtrona, la disposizione a lavorare anche quindici ore al giorno davanti a un Mac.

 

Per tre anni: l’unica scuola gratis della Silicon Valley dura tanto: il primo si lavora sul sistema C/C++, il secondo su altri linguaggi come Sql e Java. Il terzo su applicazioni mobili e reti. Come poi nella casa madre francese ci sono due anni opzionali, che sono centrati sulla creazione della propria impresa e su progetti innovativi. Il motto della scuola è «born to code» e punta a formare una nuova generazione di programmatori.

xavier niel  xavier niel

 

 

Ma ora arriva, eccolo, Niel, che stranamente non ha la solita camicia bianca ormai sua uniforme, ma una polo blu, dei jeans pure blu e delle scarpe a punta. Fa delle facce molto strane, è un misto tra Depardieu e Bruno Vespa. E’ con la fidanzata, Delphine  Arnault, figlia dell’uomo più ricco di Francia, che tiene in mano una borsa Vuitton (del resto Vuitton è loro, intesa come marchio, insieme ai tanti di Lvmh).

 

Questo accoppiamento bizzarro fa parte dei contrasti del personaggio Niel (nato ribelle antisistema, odiatore delle élite, si fidanza con la principessa reale di Francia, chissà che dinamiche: lei ha un’aria sicura, come di chi si può permettere questo strano fidanzato, pur potendo avere toy boy siderali, chissà che complessi edipici).

 

E fa un po’ impressione veder arrivare questi due che insieme varranno mezzo pil francese, senza scorta, senza limousine, o forse sì, con un africanone grossissimo con la felpa della scuola e il cappuccio (ma no, è l’altro responsabile del college, il signor Kwame Yamgnane).

 

xavier  niel  xavier niel

Niel si butta in mezzo agli studenti. Il Foglio è l’unico giornale ammesso, lui è qui per un suo viaggio d'affari californiano, è la prima volta che incontra i suoi studenti americani. Si scusa di non parlare inglese ma poi invece lo parla pure bene. Gli consegnano una targa e però lui è abbastanza ironico da evitare l’effetto-Fantozzi, con gli studenti-dipendenti adoranti in sala mensa.

 

Fa le domande: “chi dorme qui e chi viene da fuori?” Loro rispondono, si rilassano: qualcuno dice che dormiva anche nelle tende, ai tempi della Piscine. “Ah, oddio, ma non avevate freddo?”. Vi piace studiare qui, chiede, e loro dicono sì, “ma lo dite perché ci sono qui io o sinceramente?”. Poi, più serio: “42 è una scuola che fa partire tutti allo stesso livello. Il problema, in Francia come in America, è che gli studenti arrivano nelle migliori carriere non perché sono i più talentuosi ma perché hanno fatto le migliori università, e la scelta dell’università dipende da che mestiere facevano i loro genitori, non ha niente a che vedere col talento”.

MATTHIEU PIGASSE PIERRE BERGE E XAVIER NIEL MATTHIEU PIGASSE PIERRE BERGE E XAVIER NIEL

 

Niel ha passato la vita a combattere contro “les enarques”, i figli di papà dell’Ena, la Bocconi francese, lui nato nella banlieue parigina. “Il successo di questa scuola è invece di mischiare i ceti sociali, e voi non avete idea dell’effetto che fa. Esplosivo” dice oggi al Foglio. “E ancora più esplosivo quando metti queste persone poi nelle aziende”.

 

A chi lo accusa di aver messo su una scuola quadri, di investire in formazione per poi prendersi i migliori nelle sue aziende dice che “questa cosa me l’hanno rinfacciata anche in Francia, veramente su 1000 studenti ne prendiamo 3 all’anno, quindi non sarebbe un’idea molto conveniente per me”. In realtà poi come a Parigi la scuola ospita spessissimo conferenze-incontri con gli investitori e fondamentali imprenditori digitali, che si litigano i nipotini di Niel.

xavier nielxavier niel

 

“Siamo sempre alla ricerca di professionalità che escono da scuole come 42” ha detto qualche tempo fa Jack Dorsey, numero uno di Twitter. I nerd brufolosi di Niel saranno assorbiti dalla SIlicon Valley in un nanosecondo.

 

Loro si fanno dei gran selfie col loro mentore, gli fanno delle domande. Qual è la startup in cui avrebbe voluto investire? “Snapchat”, dice lui, “così almeno guadagno un po’ di soldi”. Poi un altro gli dice, senta signor Niel, ce l’avrei io un’idea buona di startup, e come si potrebbe fare per presentargliela”, e Niel dice: “ma questa non è una domanda!”. “Qual è il suo business plan?”, gli chiede un altro studente mediamente brufoloso (gli studenti sono un po’ intimiditi da questo loro benefattore francese effettivamente esotico). “Non c’è un business plan, state tranquilli, non c’è trucco e non c’è inganno” dice Niel.

xavier niel xavier niel

NIELNIEL

 

“Semplicemente” continua, “ho voluto ridare indietro un po’ di quello che ho avuto. Non so se lo sapete, ma ho fatto un bel po’ di soldi in Francia, e in America, ed ecco che mi sono chiesto, come posso ridare indietro un po’ di questa fortuna”. “Lo so che per voi americani sembra strano, ma è così!”.

 

E poi prende, saluta tutti, va a visitare i dormitori, e poi riparte per delle misteriose tappe d’affari, col codazzo: lui con la pancia e la polo blu, la Arnault bionda e regale, la finta guardia del corpo, accompagnati da un paio di studenti nerdissimi, e una assistente molto chic e stazzonata il giusto, francese, anche lei tutta Vuitton. Sembrano un gruppo french touch in tour, o il cast di un film di Guadagnino.

xavier nielxavier niel

 

 

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO