riccardo mannelli

“LA SATIRA NON DEVE FAR RIDERE, DEVE FARTI BRUCIARE LA PANCIA” – RICCARDO MANNELLI, IL DISEGNATORE CHE CON LE SUE VIGNETTE SUL “FATTO” FA INCAZZARE DESTRA E SINISTRA: “HANNO PROCLAMATO TUTTI DI ESSERE CHARLIE HEBDO MA POI ALZANO LO SCUDO DELLA SUSCETTIBILITÀ OGNI VOLTA CHE UNA VIGNETTA COLPISCE LA LORO TRIBÙ” – “LA PORNOGRAFIA È IL PRODOTTO PIÙ ONESTO CHE CI SIA ATTUALMENTE AL MONDO. SE TI PROMETTE UN CULO, TI DÀ UN CULO” – LE FOTO DI LUCIANO DI BACCO DELLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIBRO DI MANNELLI, “SATIRA MADRE”

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Estratto dell'articolo di Nicola Mirenzi per “il Venerdì di Repubblica”

 

riccardo mannelli ascanio celestini foto di bacco

Il velo della pacificazione nazionale non si è posato sulle opere di Riccardo Mannelli, pittore, disegnatore, autore di satira che periodicamente scatena, con le sue vignette, reazioni furibonde.  «All'artista non viene perdonato ciò che rivela nell'animo chi lo guarda» sostiene. «Sessista», «violento», «squadrista», «schifoso»: è un rapido elenco delle parole ricorrenti usate per colpirlo nell'incandescenza delle polemiche.

 

[…]

 

Ma chi è Mannelli?  «Spesso mi attaccano senza sapere nulla né della mia storia né delle cose che faccio», dice. Il suo volto non è una maschera della commedia pubblica nazionale. Niente tv, pochi social. Di lui c'è la firma. Apposta sulla più formidabile delle riviste satiriche italiane, Il Male, di cui è stato tra i fondatori, ma anche su Cuore, Satyricon, L'Écho des Savanes, sui quadri esposti in importanti gallerie italiane e statunitensi, sulle illustrazioni per Repubblica, i disegni, i libri reportage. «Si sono presi la briga di conoscere i miei lavori prima di sputarmi addosso?».

 

nanni delbecchi riccardo mannelli foto di bacco

L'occasione per incontrarlo è la pubblicazione di Satira Madre (PaperFirst), un libro che rivisita il lavoro degli ultimi anni per Il Fatto Quotidiano. L'appuntamento è a casa sua. Roma, San Giovanni. «Ho lasciato da qualche anno la "grotta", lo studio che avevo al Pigneto», racconta. Avvolti nel cellophane, scorgo alcuni quadri della mostra Commedia in Z. E.R. O., in cui i nudi, il sangue, il sesso, il disfacimento, il brivido della violenza sadomaso diventano l'immagine della decadenza occidentale, come in un romanzo di Michel Houellebecq. «È questo che irrita di più lo spettatore: vedersi rappresentato come una rovina, anziché avvolto nella lucentezza pubblicitaria». È da questo fondale di ricerca pittorica che la satira di Mannelli emerge.

ascanio celestini nanni delbecchi riccardo mannelli foto di bacco

 

Davvero tutto decade in Occidente?

«Vede invece all'orizzonte il sol dell'avvenire?».

 

Mi domandavo, piuttosto, se si senta decadere anche lei.

«Naturalmente. Sono immerso fino al buco del culo nelle macerie. Non prendo alcuna distanza. Può ritenere tutta la mia opera un autoritratto».

 

Sta decadendo anche la satira?

LA POSTURA DI GIORGIA MELONI CON ZELENSKY SECONDO MANNELLI

«Ma lei che intende per satira?».

 

Non sono io l'esperto.

«La satira non si definisce, è questo il punto. Per me è una propaggine dell'arte, costretta dall'occasione a seguire la velocità della cronaca. Ti può strappare una risata, ma deve farti bruciare la pancia».

 

Per forza deve far male?

«Ti deve toccare da qualche parte, altrimenti è acqua fresca. L'idea che debba far ridere è ridicola. Io non sono un comico, non faccio battute. Do il sangue per cogliere il segreto di chi disegno. Lo osservo ore e ore per ricrearlo sul foglio, a mano. Dopo anni, è come se mi passasse davanti la trasformazione antropologica della classe dirigente italiana».

 

ascanio celestini nanni delbecchi riccardo mannelli foto di bacco (2)

Perché quando disegna un personaggio pubblico mette da parte la tenerezza?

«Perché disegno sempre la maschera che indossa o dice di indossare una persona, non la persona stessa. Ritraggo chi mi molesta con la sua invadenza quotidiana, chi mi offende con le falsità che dice, con la propaganda. Restituisco quello che ricevo. Né più né meno».

 

Le rimproverano di insultare, a volte.

«L'Italia non ha mai avuto la tradizione satirica di un Paese come la Francia. Hanno proclamato tutti di essere Charlie Hebdo ma poi alzano lo scudo della suscettibilità ogni volta che una vignetta colpisce la loro tribù. È una guerra tra bande. E non riescono a concepire che qualcuno appartenga a sé stesso e basta».

 

riccardo mannelli e amici foto di bacco

Fare Il Male era diverso?

«Alla fine degli anni Settanta, Il Male inventò quasi da zero la satira in Italia e i detriti di quell'esplosione, artisticamente irripetibile, piena di talenti nel fiore degli anni, inondarono poi le pagine di tutti i giornali».

 

Lei come ci arrivò?

«Mi chiamò Pino Zac. Facevamo una rivista a Milano, Il quaderno del sale. Funzionava. Ma per fare un salto doveva spostarsi a Roma. Caricai tutto su un furgone e mi trasferii, anche se mi ero appena sposato. Il primo giorno di lavoro trovammo sulla porta della redazione i sigilli della Guardia di Finanza. Avevano arrestato l'editore».

matteo renzi vignetta di riccardo mannelli

 

Una gran partenza.

«Nacque così il nome de Il Male. Il destino ci aveva messo subito dalla parte dei cattivi. Vincino e Zac si diedero da fare per formare una cooperativa. Mi sentivo una mezza calzetta tra quella gente. Ma da autodidatta avevo imparato a essere un'idrovora e a succhiare dagli altri quello che si poteva. Poi me ne andai. Per non convivere ogni giorno con il senso d'inadeguatezza».

 

[…]

 

Da dove le viene la sua ossessione del corpo?

«Se hai paura, ti caghi addosso. Se t'innamori batte forte il cuore. Se qualcosa ti incanta rimani a bocca aperta. Il fiume della vita scorre inevitabilmente dentro gli argini della carne. Lì c'è quello che m'importa».

 

Fino al limite della pornografia?

ascanio celestini nanni delbecchi riccardo mannelli foto di bacco (3)

 «Magari. La pornografia è il prodotto più onesto che ci sia attualmente al mondo. Se ti promette un culo, ti dà un culo. Senza packaging. Solo le cose come sono. Ambizioni artistiche più degne, ne conosco poche». L'eros, invece, mente? «Purtroppo l'ho dimenticato».

 

[…]

 

Ma oggi si scopre il sesso anche in là con gli anni.

«Il sesso è sulla bocca di tutti, ma l'impressione è che non scopi più nessuno, o quasi».

 

È questa la vera decadenza?

«Non ho i mezzi per effettuare radiografie dell'Occidente. Personalmente invecchio felice. Consapevole che invecchiare significa andare inesorabilmente incontro all'oblìo di avere un pene».

ascanio celestini foto di baccoascanio celestini foto di baccovignetta di mannelli su francesca mannocchi il fatto quotidianonanni delbecchi foto di baccoIL 25 APRILE DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI ignazio la russa vignetta di riccardo mannellipierluigi bersani vignetta di riccardo mannellimarcello dellutri vignetta di riccardo mannelli volodymyr zelensky vignetta di riccardo mannelli. giorgia meloni vignetta di riccardo mannelli 1 pallino gonfiato giuseppe conte vignetta di riccardo mannelliguido crosetto vignetta di riccardo mannelli. virginia raggi vignetta di riccardo mannellicolle buone o colle cattive mario draghi vignetta di riccardo mannelli luigi di maio vignetta di riccardo mannelli silvio berlusconi vignetta di riccardo mannelli beppe grillo m5s vignetta di riccardo mannelli supposta democrazia matteo renzi vignetta di riccardo mannelli l'evaso re silvio berlusconi vignetta di riccardo mannelli matteo salvini, lo squallido 2 vignetta di riccardo mannelli mario monti vignetta di riccardo mannelli matteo salvini vignetta di riccardo mannelli elsa fornero vignetta di riccardo mannelli giorgio napolitano vignetta di riccardo mannelli sergio mattarella vignetta di riccardo mannelli giorgia meloni vignetta di riccardo mannelli il processo nano silvio berlusconi vignetta di riccardo mannelli niccolo ghedini lo spaventapassere vignetta di riccardo mannelliignazio la russa vignetta di riccardo mannelli. silvio berlusconi. vignetta di riccardo mannelli

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…