giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

2 SETTEMBRE 2024 - GIORGIA MELONI DA DEL DEBBIO DIFENDE SANGIULIANO SUL CASO BOCCIA

 

 

DAGOREPORT

boccia e sangiuliano

Le resurrezioni professionali di “Lazzaro” Sangiuliano ormai non si contano più: “bocciato” da ministro, riacciuffato in Rai e spedito a fare il corrispondente da Parigi (malgrado non fosse abilitato alla lingua di Flaubert) e ora sbuca come capolista alle regionali campane.

 

Una svolazzante giostra che fa venire in mente l’imperdibile sketch, nei panni di Francesco Rutelli, di Corrado Guzzanti ad una puntata de ‘’L'Ottavo Nano’’, con la sua straziante esortazione: “Berlusco’, ricordati degli amici! Ricordati di chi ti ha voluto bene!”.

 

Essì: diversamente dagli irriconoscenti sinistrati, a destra gli amici non si dimenticano e vanno aiutati, anche nella malasorte. Anzi: soprattutto quando le avversità si sono accanite e ti hanno relegato nel sottoscala sociale e politico.

 

 

daria perrotta foto lapresse

Durante i tre anni a Palazzo Chigi, il “governo del merito come ascensore sociale” (copy Meloni) ha piazzato una marea di ex deputati, dirigenti locali, trombati e riciclati nei cda delle aziende controllate dallo stato.

 

La selva delle partecipate, sotto la cappella del Mef e di Cdp, servono ai tre caballeros del governo anche per “risarcire” i tecnici non graditi, da sostituire con burocrati amici (vedi il caso, Biagio Mazzotta, fatto sloggiare dalla Ragioneria di Stato alla presidenza di Fincantieri per fare posto alle giorgettiana Daria Perrotta)

 

Alessandro Zehentner

Alessandro Zehentner, candidato non eletto al Senato per i meloniani, è presidente di Snam e siede nel consiglio di amministrazione dell’Enel. Nel cda di Leonardo siedono Francesco Macrì, ex consigliere comunale meloniano ad Arezzo, e Altieri Trifone, leghista di Conversano, provincia di Bari; mentre l’ex senatore del Carroccio Paolo Arrigoni ha ottenuto una poltroncina come presidente del Gestore servizi energetici (Gse). A fargli compagnia nel cda siedono anche due azzurri trombati: l’ex senatrice Roberta Toffanin e l’ex deputato Giuseppe Moles.

 

Ancora. A presiedere Acque del Sud è il coordinatore di Fratelli d’Italia di Bari, Luigi Giuseppe Decollanz. Fece scalpore all’epoca del caso Sangiuliano la nomina dell’ex assessore meloniano di Frosinone, Fabio Tagliaferri, gestore di un salone di auto a noleggio, che venne spedito al vertice di Ales, la più importante società in house del ministero della Cultura.  

 

boccia sangiuliano

Un posticino a mo’ di risarcimento per il destino cinico e baro anche per l’ex assessora leghista del Friuli Venezia Giulia, Federica Seganti, che siede nel cda dell’Eni, ma in quota Lega c’è anche Paolo Marchioni, ex sindaco di Omegna, nel cda di Poste, e l’ex consigliera della Regione Lombardia Francesca Ceruti nel cda di Consap insieme all’ex deputato Antonio Gennaro.

 

Ricordiamoci soprattutto dei camerati sbattuti dalla perfida egemonia comunista per trent’anni nelle fogne! Il vispo diplomatico Mario Vattani, un tipino con alle spalle una gioventù piuttosto agitata (venne filmato nel 2011 mentre si esibiva nel saluto romano a una manifestazione di Casapound a Roma, poi assolto dall’accusa di aver pestato tre giovani di sinistra insieme ad altri militanti del Fronte della Gioventù, nomignolato “Katanga” per il suo passato da leader del gruppo fascio-rock “Sotto fascia semplice”), lo scorso giugno è stato nominato dal governo Meloni ambasciatore a Tokyo. Eccetera, eccetera…

 

fabio tagliaferri piazzapulita

Ora ditemi come la Statista della Garbatella poteva dimenticare Sangiuliano, immarcescibile direttore del Tg2 al servizio della Fiamma. Il futuro “Genny Delon” ‘’era salito talmente tanto nelle grazie della futura premier da essere chiamato a scrivere parte del programma dei meloniani, invitato a convention di partito e, alla fine, ricompensato addirittura con un posto di governo’’ (vedi articolo a seguire). 

 

Dopo le tragicomiche disavventure con la  “pompeiana esperta”, un grottesco remake dell’“Angelo azzurro” di Marlene Dietrich in versione commedia all’italiana, l’ex ministro della Cultura ha ripreso il suo posto, lasciato con una aspettativa, in Rai e subito incoronato corrispondente da Parigi.

 

POST FACEBOOK DI FABIO TAGLIAFERRI PER ARIANNA MELONI

Ora, per misteriosi motivi, si candida alle regionali in Campania, come capolista di Fratelli d'Italia. Alle proteste dell’Usigrai (“La candidatura di Sangiuliano mette in gioco la credibilità della Rai, da lui usata come un tram che lo porta dove gli pare”), ha ribattuto serafico: “Ho chiesto il permesso elettorale all’Ad Rai Giampaolo Rossi”.

 

Vero, verissimo. Come è vero che a sbrigare la faccenda è intervenuta la bacchetta magica di Arianna Meloni, la capessa della segreteria di via della Scrofa. Non è una bieca indiscrezione, lo ha affermato Sangiuliano stesso: “Ne ho parlato con La Russa e Arianna Meloni”. E Giorgia? “Mi ha detto in bocca al lupo”. Amen.

 

E’ così a destra: nessuna pietà per chi tradisce, cambiando casacca e saltando sul carro dei vincitori; massima compassione per chi finisce in un cono d’ombra dove i telefoni tacciono e gli inviti scompaiono. Gli amici fedeli non si abbandonano: tutti per uno, uno per tutti…

 

GENNARO SANGIULIANO PIANGE DURANTE L'INTERVISTA AL TG1

 

SANGIULIANO CANDIDATO, FDI HA PAURA DEL FLOP E VA A CACCIA DI VOTI 

Lisa Di Giuseppe per “Domani” 

 

francesco macri

«Se il centrodestra perde, farò il direttore del Domani». Gennaro Sangiuliano, dopo aver smentito a più riprese, ha annunciato con un’intervista la Corriere della Sera la sua candidatura al Consiglio regionale della Campania per Fratelli d’Italia. E promette che stavolta resterà al suo posto. Anche se dovesse essere all’opposizione. 

 

L’ex direttore del Tg2, ex ministro della Cultura e a questo punto ex corrispondente della Rai da Parigi, dopo una serie di post preliminari che testimoniavano il suo amore per la Campania e la Costituzione ha deciso che sì, correrà come capolista.

MATTEO SALVINI CON TRIFONE ALTIERI

 

Eppure, fino alla scorsa settimana, era in televisione a parlare di Emmanuel Macron e delle sue peripezie politiche. Sette brevissimi mesi in cui ha intervistato Michel Houllebecq e raccontato la vicenda della famiglia francese ebrea aggredita in un Autogrill in estate. 

 

Un posto, quello di capo dell’ufficio di corrispondenza di Parigi, che tanti colleghi sognano e dove lui, se davvero venisse eletto e l’aspettativa durasse per i cinque anni della legislatura, non tornerà prima di andare in pensione.

GENTE E IL GRAFFIO SULLA TESTA DI SANGIULIANO

 

Niente da fare, la passione politica ha ormai sostituito il giornalismo nel cuore di Sangiuliano. Usigrai, nel dubbio, anche se con il deposito delle liste l’ex direttore non potrà avvicinarsi più ai cespiti Rai se non per le tribune elettorali, ha chiesto che l’azienda sospenda le corrispondenze.

 

«Ci chiediamo se i vertici Rai fossero a conoscenza dei progetti politici di Sangiuliano quando hanno deciso il suo nuovo incarico, concedendogli quindi una importante vetrina personale». 

 

In ogni caso Sangiuliano può contare, oltre che sulla gratitudine per aver lasciato piuttosto in fretta la poltrona di ministro all’indomani della vicenda Boccia, sulla riconoscenza del centrodestra, ma in particolare di Fratelli d’Italia, per la visibilità che ha avuto nel suo telegiornale (con tanto di accuse sollevate nei suoi confronti dalla commissione Vigilanza Rai dell’epoca) durante l’ascesa di Giorgia Meloni verso palazzo Chigi.

Federica Seganti

 

Sangiuliano era salito talmente tanto nelle grazie della futura premier da essere chiamato a scrivere parte del programma dei meloniani, invitato a convention di partito e, alla fine, ricompensato addirittura con un posto di governo. 

 

Sarà stato probabilmente più modesto della folla presente alle manifestazioni nazionali il pubblico che, la sera di mercoledì 22, l’ha accolto a Palma Campania, da cui è ufficialmente partita la sua campagna elettorale. Che però non parte sotto i migliori auspici, nonostante all’evento in provincia di Napoli abbia partecipato anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. 

 

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo FOTO GENTE

Secondo i sondaggi il centrodestra parte svantaggiato e, nonostante esprima il candidato presidente, Edmondo Cirielli, all’interno della coalizione Fratelli d’Italia rischia di non fare la parte del leone. O meglio, potrebbe rischiare di non farla Sangiuliano.

 

Alle elezioni europee del 2024, FdI ha preso il 19 per cento, Forza Italia l’11 e la Lega il 6. Alle ultime regionali nel 2020 – ma era un’altra era geologica dal punto di vista politico – il partito della premier era fermo al 6 per cento, la Lega al 5,6 e FI al 5,1. Al di là dei voti, però, contano le preferenze, e chi possa orientarle. 

 

Forza Italia sta beneficiando di qualche innesto deluchiano che vuole tentare la propria fortuna fuori dal campo largo che sostiene Roberto Fico, quindi una declinazione più di sinistra dell’area progressista. I transfughi però difficilmente approdano in casa FdI. Insomma, chi non ha voti propri deve sperare che il partito gliene offra qualcuno. Sangiuliano è tra i potenziali beneficiari. 

 

In salita 

giuseppe moles

Perché tutti, l’ex ministro compreso, sono ben consapevoli che la sua traiettoria l’ha portato presto lontano dalla militanza politica sul territorio. Da sempre vicino alla corrente tatarelliana di An, ha lavorato prima all’Indipendente e poi è stato direttore del Roma (all’epoca vicino al parlamentare missino) fino al 2001.

 

Dopo un’elezione persa, nello stesso anno, sempre a Napoli, l’arrivo in Rai nel 2003, durante il governo Berlusconi II. Di lì in poi, la sua attività si è spostata in maniera stabile a Roma, con pochi ritorni.

 

Alcuni li elenca lui stesso nel post dedicato a «cosa ha fatto per la Campania», dove sono citate iniziative per l’albergo dei poveri, Capodimonte, il museo archeologico, «Pompei» (il Frecciarossa quotidiano continua a correre da Roma agli scavi).

 

«Difficile però che i napoletani lo votino per questo, e lo sanno sia lui sia il partito» dice chi conosce bene il territorio. Ma il neocandidato non si è perso d’animo e, riferisce chi ha familiarità con il dossier, ha già chiesto il sostegno del partito, commissariato a Napoli e sotto il controllo della deputata Marta Schifone. 

 

In tutta la maggioranza, anche negli esponenti che nutrono simpatia nei suoi confronti, corre comunque il dubbio su che motivazione possa aver spinto Sangiuliano a fare questo passo.

 

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo 3

«Non sappiamo quale sia la sua capacità di mobilitare gli elettori. Alle regionali c’è bisogno di una rete di sindaci e persone che scelgano di spendersi per te e non per un altro candidato» dice un parlamentare che lo conosce bene. «A Parigi sta una favola» sospira qualcun altro. «Perché buttarsi in una gara in cui la concorrenza è serrata e rischia di fare una figuraccia?» 

 

Effettivamente, conti alla mano, la mossa di Sangiuliano non conviene per primo all’ex direttore: un consigliere regionale arriva a guadagnare 12-13mila euro lordi, almeno stando a un documento della regione del 2022. 

 

In Rai, l’ex ministro ha raggiunto il tetto massimo dello stipendio: 240mila euro l’anno, circa 20mila al mese. Ma ovviamente per chi lavora fuorisede sono previsti anche benefici aggiuntivi per agevolare la trasferta.

 

«Non mi candido “contro” qualcuno, ma per un intero popolo, quello campano. Voglio ringraziare chi è sempre stato al mio fianco e chi mi sosterrà in questo percorso» scrive Sangiuliano sui suoi social. Chissà se il popolo campano vuole che l’ex ministro si spenda per lui. 

Mario VattaniFrancesca Cerutigiorgia arianna meloniarianna e giorgia meloni Paolo Marchioni

PAOLO ARRIGONI

 

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