drone reaper italia droni

ARMIAMOCI E PARTITE - L’ITALIA ARMA I SUOI DRONI MILITARI! ORMAI I VELIVOLI SENZA PILOTA VENGONO SCHIERATI DA TUTTE LE AVIAZIONI DEL MONDO, E SONO “IRRINUNCIABILI” CONSIDERANDO GLI SCENARI DI SICUREZZA GLOBALE. COSÌ ARRIVANO I MISSILI SUI “RAPER” (GLI STESSI IMPIEGATI DAGLI USA A KABUL), CHE FINORA ERANO UTILIZZATI SOLO PER I VOLI DI RICOGNIZIONE…

Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

droni reaper

L'Italia ha deciso di armare i suoi droni militari, trasformandoli da ricognitori in bombardieri. Ed entrerà così tra i Paesi in grado di gestire attacchi in continenti lontani, ordinando il lancio di missili da migliaia di chilometri: in pratica, è un passo avanti verso la nuova dimensione dei conflitti, che mette in discussione tutte le regole della guerra.

 

Gli "aerei senza pilota" infatti permettono di uccidere l'avversario senza il rischio di subire perdite umane e possono rimanere in volo anche 24 ore, sorvegliando il bersaglio fino al momento più opportuno per colpirlo.

 

drone predator

I Predator e i Reaper - "falciatrice", nome che evoca la "triste mietitrice" ossia la morte - : sono stati i primi "velivoli a guida remota" a venire dotati di missili, diventando dall'autunno 2001 i protagonisti della "guerra globale contro il terrore" scatenata dagli Stati Uniti. Hanno permesso l'uccisione di decine di terroristi, ma sono ritenuti responsabili anche della morte di civili innocenti, spesso colpiti in Paesi che non erano zona di guerra come il Pakistan e lo Yemen. Per i critici, si tratta di «un'arma disumana», considerata il simbolo del nuovo imperialismo americano.

 

droni reaper

Molti generali non solo statunitensi invece la ritengono «un'arma umanitaria », perché permette di osservare a lungo gli obiettivi e ridurre al massimo i "danni collaterali". Ma pure l'ultimo raid condotto da un Reaper contro l'Isis a Kabul, poche ore prima del ritiro Usa, resta molto discusso: tra le vittime sei bambini. Mentre in Germania il dibattito sull'eventualità di comprare droni armati tiene banco nella campagna elettorale per la successione ad Angela Merkel, da noi la scelta è stata "mimetizzata" in un capitolo del "Documento programmatico pluriennale" presentato a inizio agosto in Parlamento dal ministero della Difesa.

lorenzo guerini

 

La novità è stata descritta con una formulazione così tecnica che solo gli esperti del mensile specializzato Rid sono riusciti a decifrarla: "Aggiornamento del payload MQ-9", dove MQ-9 è la sigla che indica i droni Reaper. Recita il Documento: «Il velivolo garantirà incrementati livelli di sicurezza e protezione nell'ambito di missioni di scorta convogli, rendendo disponibile una flessibile capacità di difesa esprimibile dall'aria.

 

drone predator aeronautica militare

Introdurrà, inoltre, una nuova opzione di protezione sia diretta alle forze sul terreno che a vantaggio di dispositivi aerei durante operazioni ad elevata intensità/valenza». L'operazione - che include l'aggiornamento di sensori- spia e apparati di trasmissione - prevede l'investimento di 168 milioni in sette anni. Non viene specificato quali siano gli armamenti prescelti: i Reaper statunitensi usano in genere missili Hellfire e bombe a guida laser.

 

La nostra Aeronautica è stata la prima tra quelle europee a dotarsi di droni da ricognizione, adottando i Predator e poi i Reaper made in Usa: li abbiamo impiegati in maniera massiccia in Afghanistan, Libia, Iraq, Somalia. Dal 2015 una squadriglia decolla tutti i giorni dal Kuwait per sorvegliare le mosse dell'Isis mentre due anni fa un Predator italiano è stato abbat tuto non lontano da Tripoli.

 

droni reaper 1

Nel 2010, quando fu raggiunto il massimo impegno militare contro i talebani, il governo Berlusconi chiese a Washington l'autorizzazione ad armare i nostri droni e acquistare gli apparati guida. La domanda venne bocciata perché il sistema era considerato top secret. Il via libera è arrivato anni dopo, quando però l'interesse italiano si era spento.

 

Ma gli ultimi conflitti, dalla Libia al Nagorno Karabakh, sono stati condizionati dal proliferare di droni lanciamissili, prodotti da Turchia, Cina, Israele e Russia: dozzine di aviazioni ormai li schierano. Lo Stato maggiore ritiene quindi che i droni da battaglia siano ormai "irrinunciabili": «Considerati i prevedibili scenari di sicurezza globali, gli aeromobili a pilotaggio remoto si profilano, infatti, come fattori abilitanti dell'intera macchina militare e sono quindi irrinunciabili per qualsiasi strumento militare moderno». Oltre ad armare i Reaper, si cercherà un sostituto per i più vecchi Predator nell'attesa che sia pronto il nuovo velivolo europeo: un super-drone chiamato Male, acronimo inglese che nella nostra lingua ha un significato decisamente nefasto

droni americani 4droni americani 2droni reaper usa

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...