assange manafort

COME STA ASSANGE? – A MARZO IL GOVERNO DELL’ECUADOR GLI HA TAGLIATO OGNI CONTATTO CON L’ESTERNO, PERSINO INTERNET. E TE CREDO – MA SECONDO IL “GUARDIAN” NEL 2016, POCO PRIMA CHE “WIKILEAKS” PUBBLICASSE LE MAIL HACKERATE DAI RUSSI AI DEMOCRATICI JULIAN SI INCONTRÒ IN GRAN SEGRETO CON PAUL MANAFORT – L’EX MANAGER DELLA CAMPAGNA TRUMP DURANTE GLI INTERROGATORI SUL RUSSIAGATE AVREBBE MENTITO ALL’FBI

1 – RUSSIAGATE: MANAFORT INCONTRÒ ASSANGE

Da www.ansa.it

 

PAUL MANAFORT TRUMP

Paul Manafort, ex manager della campagna presidenziale di Donald Trump, incontrò in segreto Julian Assange all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra mesi prima che Wikileaks pubblicasse le e-mail hackerate dai russi a esponenti dei democratici Usa. Lo rivela il Guardian.

I colloqui tra Manafort e Assange risalirebbero al 2013, al 2015 e alla primavera del 2016, pochi mesi prima le elezioni presidenziali.

 

2 – NYT, RUSSIAGATE: MANAFORT HA MENTITO

Da www.rainews.it

 

donald trump paul manafort

Paul Manafort, l'ex presidente della campagna di Donald Trump, ha violato l'accordo siglato due mesi fa con cui si impegnava a cooperare con il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Muellerperché avrebbe mentito ripetutamente agli investigatori. Lo riporta il New York times, citando documenti depositati dallo staff di Mueller. Manafort avrebbe mentito nel corso di interrogatori con la squadra di Mueller e con l'Fbi.

 

il gatto di assange 9

2 – NON DIRE GATTO - DOPO AVER LAMENTATO LE PRECARIE ABITUDINI IGIENICHE DI ASSANGE (NON SI LAVA), IL GOVERNO DELL’ECUADOR BACCHETTA IL FONDATORE DI WIKILEAKS PER COME TRATTA IL SUO GATTO - L’AMBASCIATA DI QUITO A LONDRA, DOVE VIVE DAL 2012, GLI HA PRESENTATO DELLE LINEE GUIDA DA RISPETTARE, O L’ANIMALE GLI SARÀ SEQUESTRATO – ARTICOLO DEL 18/10/2018

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/non-dire-gatto-dopo-aver-lamentato-precarie-abitudini-igieniche-185703.htm

 

http://m.dagospia.com/assange-tratta-male-il-suo-gatto-ecco-le-regole-che-l-ambasciata-dell-ecuador-ha-dato-all-hacker-185703

 

 

3 – NELLA CLAUSURA DI ASSANGE ISOLATO DAL MONDO

Stefania Maurizi per “la Repubblica”

 

JULIAN ASSANGE ALLA FINESTRA

Lo stanno distruggendo lentamente. Con una detenzione a tempo indefinito, che va avanti da otto anni, senza via d' uscita. Julian Assange è diventata l' icona più nota delle battaglie per la libertà di informazione e la sfida a tutti i segreti di Stato. Ma alla reclusione nell' ambasciata londinese dell' Ecuador, negli ultimi tempi, si è aggiunta anche una condizione di isolamento, imposizioni e pressioni che non sembrano avere altro scopo che quello di farlo crollare.

 

il gatto di assange 6

Una morsa per demolire la sua resistenza psichica e fisica fino alle estreme conseguenze o spingerlo a lasciare la residenza diplomatica, decretando la sua fine: arrestato dalle autorità inglesi, estradato negli Usa e rinchiuso in una prigione per avere pubblicato i documenti top secret. Oggi Julian Assange è in condizioni precarissime.

 

Dopo otto mesi di tentativi, sono riuscita ad avere accesso al fondatore di WikiLeaks: dal marzo scorso l' attuale governo di Quito, guidato dal presidente Lenin Moreno, gli aveva tagliato ogni contatto con l' esterno, ad eccezione dei suoi legali. Niente amici, niente visite di star o giornalisti, niente telefono, niente internet.

 

Per una persona normale sarebbe già un isolamento pesantissimo. Per Julian Assange, che è chiuso lì dentro da sei anni, è devastante, perché internet, per lui, non è un accessorio: è il suo mondo. Lo trovo tanto dimagrito.

il gatto di assange 5

 

Troppo: appare scheletrico e neppure il maglione invernale riesce a nascondere le spalle ossute. Il volto, catturato dai fotografi di mezzo mondo, è molto teso. Barba e capelli bianchi e lunghi gli danno un aspetto da eremita, ma non da fuori di testa, perché fin dal primo scambio di saluti, è chiaro che lui è lucidissimo, razionale.

 

Nonostante l' isolamento quasi assoluto che avrebbe piegato chiunque, Assange non ha ceduto: si dedica a riflettere e a prepararsi in vista dei procedimenti giudiziari statunitensi. Ma rimane per ore e giorni in solitudine totale, con l' esclusione di visite eccezionali e dei controlli dell' azienda di security che sorveglia l' ambasciata.

Paul Manafort

 

È completamente solo tutti i fine settimana. È solo tutta la notte, in un edificio imbracato da un ponteggio edile, che potrebbe rendere possibili anche intrusioni notturne da parte di sconosciuti. L' ambasciata è problematica anche per i giornalisti: per potergli parlare le autorità ecuadoriane ci hanno richiesto "La marca, il modello, il numero seriale, il numero di IMEI e il numero di ogni telefono, tablet, computer, telecamera e altro equipaggiamento elettronico che il visitatore intende portare in ambasciata e vuole tenere con sé durante l' incontro".

anderson assange foto di dave lachapelle

 

Si tratta di una richiesta che espone i giornalisti a un rischio di sorveglianza delle proprie comunicazioni a dir poco devastante. Ma fornire i dati è stato inutile, perché i telefoni sono stati comunque sequestrati all' ingresso.

 

L' atmosfera rilassata, che avevo trovato all' interno dell' edificio in sei anni di visite, non esiste più. Il diplomatico ecuadoriano che ha sempre sostenuto il fondatore di WikiLeaks, Fidel Narvaez, è stato allontanato.

 

Perfino il gatto non c' è più: con le sue cravatte a righe e gli agguati alle palline dell' albero di Natale nell' ingresso dell' ambasciata, per anni aveva sdrammatizzato l' atmosfera.

Julian ha preferito rinunciare alla sua compagnia per salvarlo dalla clausura diventata insostenibile e concedergli una vita più salubre.

 

il gatto di assange 1

La notizia, emersa la settimana scorsa, che esiste un ordine di incriminazione del governo americano contro di lui, che doveva rimanere segreto fino a quando il fondatore di WikiLeaks non potesse più evitare l' arresto, conferma quanto Assange ha temuto per anni. Ora, è in attesa che le accuse vengano desecretate, ma non rilascia dichiarazioni: il rischio che la protezione dell' Ecuador gli venga improvvisamente revocata, magari a causa di qualche affermazione pubblica, oggi, non è irreale.

 

Due anni fa, il Working Group dell' Onu sulla detenzione arbitraria (Unwgad) ha stabilito che l' Inghilterra (e a quel tempo anche la Svezia) è responsabile della detenzione arbitraria di Julian Assange, dovrebbe liberarlo e risarcirlo. Londra non l' ha presa bene: ha fatto appello contro la decisione, ma ha perso e da allora ignora il provvedimento.

julian assange

 

I media inglesi non hanno mai richiamato il loro governo al rispetto di essa, anzi alcuni hanno criticato l' organismo dell' Onu. Se nei prossimi mesi Assange finirà nelle mani delle autorità britanniche e gli Usa ne chiederanno l' estradizione, i giornali di Londra come si schiereranno? Oggi più che mai la vita del fondatore di WikiLeaks è nelle mani dell' opinione pubblica e di uno dei pochi poteri che hanno come missione quella di frenare i peggiori istinti dei governi: la stampa.

julian assange, sotto accusa dal 2010ASSANGE E WIKILEAKSPAMELA ANDERSON ASSANGE

Ultimi Dagoreport

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...

donald trump benjamin netanyahu iran israele stati uniti khamenei fordow

DAGOREPORT – COME MAI TRUMP HA PERSO LA PAZIENZA, IMPRECANDO IN DIRETTA TV, SULLE "VIOLAZIONI" DELLA TREGUA IN MEDIO ORIENTE DA PARTE DI NETANYAHU? "NON SANNO COSA CAZZO STANNO FACENDO. DOBBIAMO FAR CALMARE ISRAELE, PERCHÉ STAMATTINA SONO ANDATI IN MISSIONE"? - È EVIDENTE IL FATTO CHE IL “CESSATE IL FUOCO” CON L’IRAN NON RIENTRAVA NEI PIANI DI BIBI NETANYAHU. ANZI, IL PREMIER ISRAELIANO PUNTAVA A PORTARE A TERMINE GLI OBIETTIVI DELL’OPERAZIONE “RISING LION” (DOVE SONO FINITI 400 CHILOGRAMMI DI URANIO?), MA È STATO COSTRETTO AD ACCETTARLO DA UN TRUMP IN VENA DI PREMIO NOBEL PER LA PACE. D’ALTRO CANTO, ANCHE A TEHERAN LA TREGUA TRUMPIANA NON È STATA PRESA BENE DALL’ALA OLTRANZISTA DEI PASDARAN… – VIDEO

elly schlein gaetano manfredi giorgio gori stefano bonaccini pina picierno vincenzo de luca matteo ricci

DAGOREPORT - MENTRE ASSISTIAMO A UNO SPAVENTOSO SVALVOLAMENTO GLOBALE, IN ITALIA C’È CHI SI CHIEDE: ‘’COME SI FA A MANDARE A CASA LA SPERICOLATA ELLY SCHLEIN?’’ - ANCHE SE HA UN IMPATTO MEDIATICO PIÙ TRISTE DI UN PIATTO DI VERDURE LESSE, LA FANCIULLA COL NASO AD APRISCATOLE HA DIMOSTRATO ALTE CAPACITÀ DI TESSERE STRATEGIE DI POTERE, PRONTA A FAR FUORI IL DISSENSO DELL’ALA CATTO-DEM DEL PD - SE IL CENTRO RIFORMISTA HA LA MAGGIORANZA DEGLI ISCRITTI DEL PD, HA PERMESSO DI AVERE UN RISULTATO IMPORTANTE ALLE EUROPEE E FA VINCERE CON I SUOI CANDIDATI LE PROSSIME REGIONALI, PERCHÉ NON TIRA FUORI UN LEADER ALTERNATIVO AL SINISTRISMO FALCE & MART-ELLY? -  LIQUIDATO BONACCINI, ORMAI APPIATTITO SULLA SCHLEIN, SCARTATO DECARO PRIVO DEL CORAGGIO PER SPICCARE IL VOLO, SULLA RAMPA DI LANCIO CI SONO IL SINDACO DI NAPOLI, GAETANO MANFREDI, MA SOPRATTUTTO GIORGIO GORI. L’EUROPARLAMENTARE ED EX SINDACO DI BERGAMO È IN POSSESSO DEL FISICO DEL RUOLO PER BUCARE LO SCHERMO E IL MELONISMO PAROLAIO. A PARTE LE GELOSIE INTERNE DEI RIFORMISTI, LA BASE, CON LA GRUPPETTARA ELLY AL COMANDO, OGGI È TALMENTE RADICALIZZATA CHE RIUSCIRÀ AD INGOIARE UN EX MANAGER DI MEDIASET SULLA PRIMA POLTRONA DEL NAZARENO?

alessandro giuli

DAGOREPORT - MA COME SCEGLIE I COMPONENTI DELLE COMMISSIONI L’INFOSFERICO MINISTRO DELLA CULTURA, ALESSANDRO GIULI? I DIRETTORI DI CINQUE MUSEI STATALI (MUSEI REALI DI TORINO, GALLERIA DELL’ACCADEMIA E BARGELLO DI FIRENZE, COLOSSEO, MUSEO NAZIONALE ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI) SARANNO SELEZIONATI DA UNA COMMISSIONE FORMATA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DA GIURISTI - PEGGIO CI SI SENTE SE SI PENSA CHE I TRE CANDIDATI PER CIASCUN MUSEO SCELTI DA QUESTA COMMISSIONE GIURISPRUDENZIALE SARANNO POI SOTTOPOSTI AL VAGLIO FINALE DEL LAUREANDO MINISTRO…

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...