
ANCHE BOLZANO HA IL SUO MADOFF – LA FINANZA HA RINTRACCIATO MORENO RIELLO, EX CONSULENTE FINANZIARIO DI INTESA SANPAOLO CHE, NEL CAPOLUOGO ALTOATESINO, HA TRUFFATO OLTRE 50 INVESTITORI, SPARENDO CON MILIONI DI EURO DEI LORO RISPARMI - IL 64ENNE È INDAGATO PER TRUFFA CONTINUATA, FURTO AI DANNI DELL'ISTITUTO DI CREDITO, ABUSO DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA – AVEVA MESSO IN ATTO IL CLASSICO “SCHEMA PONZI”: PROPONEVA INVESTIMENTI AD ALTO RENDIMENTO DEFINITI “SICURI”, FORNENDO DOCUMENTAZIONI FALSE, E SPOSTAVA I SOLDI DA UN UN CONTO ALL’ALTRO, PER POI “IMBOSCARE” IL MALLOPPO – UNO DEI CLIENTI RAGGIRATI: “GLI DAVI DA INVESTIRE UN MILIONE E UN ANNO DOPO TE NE RITROVAVI DUE. E TUTTI A DIRE: UN GENIO, NON SBAGLIA UN COLPO...”
Estratto dell’articolo di Giampaolo Visetti per "la Repubblica"
INVESTIMENTI IN BANCA - TRUFFA
dal nostro inviato giampaolo visetti bolzano C'è il figlio del costruttore. Era certo di aver accumulato 6,5 milioni e di poter acquistare un hotel: ha scoperto che sul conto gli euro reali erano invece 414 mila. E ci sono architetti, ex primari, commercianti e imprenditori: all'improvviso tutti hanno capito che i loro patrimoni erano carta straccia.
Tra loro anche chi ha collezionato appartamenti di lusso: ora è accusato di aver saldato con denaro inesistente. Il conto della "stangata di Bolzano", ogni giorno che passa, vede esplodere la dimensione della temuta truffa. Undici i vip altoatesini caduti nella rete, 52 i risparmiatori che finora hanno denunciato milioni volatilizzati assieme al "Madoff altoatesino".
Sul tavolo del sostituto procuratore Igor Secco, che coordina le indagini della Guardia di Finanza, c'è un nome conosciuto nell'intero Nordest: Moreno Riello, 64 anni, origini vicentine, ex consulente finanziario nella filiale cittadina di Intesa Sanpaolo. Quindici anni al "private banking": poi, il 31 dicembre scorso, inspiegabili "dimissioni immediate".
Figlio di un ispettore di polizia molto stimato, fino a ieri sembrava scomparso nel nulla, assieme a una montagna di soldi e alla compagna. Spenti i vecchi telefoni, niente recapiti, nessuna traccia. Nessun contatto nemmeno con ex moglie, figlia e fratello, a cui pure i conti non tornerebbero. La svolta grazie alle perquisizioni in agosto a Vittorio Veneto, ultimo domicilio ufficiale.
A darne notizia, la Procura di Bolzano: l'ex consulente, dopo i timori di fuga all'estero, «è stato rintracciato in Italia» e nei suoi confronti «sono state eseguite perquisizioni domiciliari e personali, con sequestro di cellulari e computer». È indagato per truffa continuata, furto ai danni dell'istituto di credito, abuso di prestazione d'opera e di intermediazione finanziaria. Ad aggravare le accuse, «l'aver cagionato un danno patrimoniale rilevante».
GUARDIA DI FINANZA - CONTROLLI
Per i cultori dello "schema Ponzi", un capolavoro. Riello si presentava benissimo, diventava "uno di famiglia" e faceva guadagnare moltissimo. «Gli davi da investire un milione – dice uno dei truffati – e un anno dopo te ne ritrovavi due. E tutti a dire: un genio, non sbaglia un colpo».
Peccato che il tesoro, da un assegno circolare all'altro, secondo le urgenze passasse anche da un conto all'altro: prima di evaporare o di gocciolare, secondo le accuse, nella cassa dell'insospettabile "re dei conti aperti e chiusi in poche ore".
[...] Un castello di «informazioni, documenti, moduli fatti sottoscrivere in bianco e firme non conformi, rendicontazioni artefatte attestanti controvalori patrimoniali ben superiori a quelli effettivamente annotati sui sistemi della banca e detenuti dai clienti».ù
«Proponeva investimenti ad alto rendimento – confermano i legali a cui non finiscono di presentarsi presunti raggirati – definiti sicuri. Solo da gennaio, dopo l'addio a Intesa Sanpaolo, il successore ha cominciato a scoprire la trappola: uno shock».
Tra gli espedienti, grazie al possesso della copia della carta d'identità dei clienti, la finta casella postale. In banca arrivava la richiesta di recapitare lì ogni documento: nel cestino aperto in realtà da Riello, unico titolare della chiave d'accesso. «L'istituto di credito – dice uno dei raggirati – ha così sempre spedito a lui ciò che doveva arrivare a noi. Chiedevamo il cartaceo e il consulente mandava plichi incomprensibili. A fissare il saldo con chiarezza, il solito whatsapp».
In una nota, la banca fa sapere di aver «sporto querela come parte lesa nei confronti di un ex dipendente» già a maggio. Fonti interne all'istituto ridimensionano la beffa: le vittime sarebbero «meno di dieci», i danni reali «inferiori a due milioni».
All'organismo di vigilanza dei consulenti finanziari, che ha sospeso Riello dall'albo nazionale, risulta invece pari a 131 milioni a 534 mila euro la differenza tra i patrimoni reali dei clienti e quelli indicati dall'ex funzionario di banca.
La domanda che sconvolge Bolzano, già scossa dal colossale crack di René Benko, è questa: possibile che Riello abbia imbrogliato tutti da solo e per anni? «Incredibile – risponde l'avvocato Gerhard Brandstaetter, che difende chi da investitore si è scoperto debitore – con i controlli attuali puoi farla franca magari due giorni, non due decenni.
[...]
Ma c'è un problema: a nove mesi dalla grande fuga finita ieri, nessuno ancora conosce i confini reali del buco. «Se tu consegni 2 milioni, ti fanno credere che sono diventati 4 e adesso scopri di avere 500 mila euro – dicono fonti investigative – hai perso un milione e mezzo, non quattro.
Non è facile provare la differenza tra promesse e risultati, distinguere tra perdite dovute a dinamiche di mercato e truffa». Partiti da un pugno in pancia da «almeno venti milioni», si profila una contesa su «decine di milioni».
«Sono in corso numerosi accertamenti bancari – spiegano i magistrati – per quantificare esattamente il danno subito dalle singole persone». Rivedere tutti i quattrini, si disperano i salotti della città, sarà un'impresa. Come riprendersi dalla doccia ghiacciata del tuffo euforia e sconforto: dura infilare la mano in una tasca che credi sempre più piena e sentirla vuota.