il clan di buccinasco in discoteca nel 1975

NO BUCCINASCO, IO NON CI CASCO - IL RITORNO A CASA DEL BOSS DELLA 'NDRANGHETA ROCCO PAPALIA: UNA PROCESSIONE INCESSANTE TRA PASTICCINI E CHAMPAGNE, DOPO 26 ANNI DI RECLUSIONE - L'OMICIDIO DEL '76 FUORI DALLA DISCOTECA SKYLAB (VEDASI FOTO CON POSTER DI ORIETTA BERTI SULLO SFONDO), IL CONTROLLO DEI CLAN LOMBARDI NEGLI ANNI '90. E ORA GLI INVESTIGATORI SONO PREOCCUPATI: IL SUO RITORNO CAMBIA TUTTO

 

Cesare Giuzzi per www.corriere.it

 

rocco papaliarocco papalia

Via Nearco è un budello a senso unico. È una strada quasi insignificante, specie con questa pioggia fastidiosa. E non c’è neppure parcheggio anche se è sabato pomeriggio, ma sembra l’ora di punta, di un giorno di punta.

 

Eppure è qui, in un seminterrato al civico 6 con la porta blindata dalla quale escono voci di grandi e bambini, segnali di giochi e di festeggiamenti, che passano oggi i più delicati equilibri criminali del Nord Italia. E forse dell’Italia intera. Perché Nginu Rocco, Rocco Papalia, 66 anni, è tornato a casa. Dopo cinque lustri di carcere, dopo aver retto insieme ai fratelli Domenico e Antonio, il governo della ‘ndrangheta in Lombardia negli anni Novanta.

 

E non importa se quella casa Nginu neppure l’aveva mai vista, figuriamoci abitata. La sua, quella di via Papa Giovanni XXIII ad Assago dove viveva prima di essere arrestato nel ‘91, oggi è confiscata e affidata alla Caritas. E sul muretto esterno ha un graffito con il sorriso eterno di don Pino Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso da Cosa Nostra.

il clan di buccinasco in discoteca nel 1975il clan di buccinasco in discoteca nel 1975

 

Ma Rocco è tornato, nella sua Buccinasco. E nel battito d’ali che è bastato a far scattare la serratura della sua cella, il ritorno del boss ha spazzato via anni di lotta e cultura antimafia in una cittadina che ha cercato senza riuscirci di togliersi l’etichetta di Platì del Nord. Erano i tempi dei sequestri, dei cento omicidi all’anno tra Milano e provincia, del rapimento di Cesare Casella. Erano anni sanguinari, gli anni dei Sergi, dei fratelli Papalia, dei Barbaro, dei Trimboli, dei Molluso. E di fatto, dopo il blitz Nord-Sud del 1993, qualcosa era anche cambiato a Buccinasco, a Corsico, a Cesano Boscone. Ma mai del tutto.

 

al centro rocco papalia e a destra michele grilloal centro rocco papalia e a destra michele grillo

Era cambiata certamente una cultura della legalità che qui organizza festival, incontri, dibattiti. Che ha portato alla confisca di una parte di quella villetta di via Nearco dove oggi si festeggia il ritorno del boss scarcerato venerdì sera da Secondigliano (Napoli). Nell’ala sequestrata c’è un appartamento gestito da un’associazione che dal 2015 ospita profughi e richiedenti asilo.

 

Era stato confiscato a Serafina Papalia, 37 anni, figlia di Rocco, e al marito Salvatore Barbaro, del ramo dei pillari, coinvolto nelle operazioni Cerberus (2008) e Parco Sud (2009). Ora i migranti si troveranno a condividere il cortile proprio con il boss Papalia. Sul cancello c’è un cartello posto dal Comune di Buccinasco con tutti i nomi delle vittime di mafia. Poco più in là sull’ingresso pedonale c’è invece la targhetta d’ottone con il nome di «Papalia Rocco» e della moglie «Feletti Adriana». È lei adesso a portare i soldi a casa: con la figlia Serafina gestisce il bar Pancaffé di via Ludovico il Moro, 159. Ieri chiuso.

casa del boss papalia a buccinascocasa del boss papalia a buccinasco

 

Intorno alle 17.20, all’ingresso di casa Papalia citofona un ragazzo sui 30 anni arrivato a piedi dopo aver parcheggiato una Smart bianca. Sotto braccio ha una confezione gialla con una bottiglia di champagne Veuve Clicquot. Suona, entra, scende i pochi gradini e sparisce. Alle 17.05 la scena si ripete. Stavolta il ragazzo è più giovane, indossa una tuta rossa, e ha capelli rasati sui lati. Stringe tra le braccia un’altra confezione di champagne. E poi bambini e genitori, nonni con confezioni di pasticcini.

 

la casa attuale di rocco papaliala casa attuale di rocco papalia

Parenti e nipotini che Rocco Papalia, tra le carceri di Badu ‘e Carros e Secondigliano, in questi 26 anni neppure ha mai visto. Sono tutti parenti i Papalia, i Sergi, i Barbaro, i Trimboli, i Perre.

 

E quindi conta poco il fatto che il neo uomo libero Rocco Papalia non possa frequentare pregiudicati come dispone la sorveglianza speciale che durerà tre anni e che gli impedirà di lasciare Buccinasco e lo obbligherà a stare in casa di notte. Ieri il sindaco Giambattista Maiorano ha protestato, per quanto si possa protestare per un provvedimento di scarcerazione che rispetta tutti i crismi della legge, che in uno Stato democratico è un diritto. Ma di certo il ritorno di Papalia agita (e non poco) i sonni dell’Antimafia milanese. Specie se si pensa che tra un mese ci sono le elezioni comunali.

 

Rocco era il solo dei tre fratelli a poter sperare un giorno di uscire dal carcere. Domenico e Antonio hanno condanne all’ergastolo (ostativo). E Nginu c’era andato vicino già tre anni fa, quando avrebbe dovuto usufruire dei primi permessi. Poi era arrivata una nuova misura cautelare per l’omicidio del nomade Giuseppe De Rosa, ucciso nel ‘76 fuori dalla discoteca Skylab.

 

Ad incastrarlo una intercettazione di due affiliati che raccontarono a oltre trent’anni di distanza di come fu proprio Papalia a sparare. Quello, secondo i giudici, fu l’omicidio che segnò l’ascesa degli uomini di Platì (Reggio Calabria) a Milano. Per tenerlo in cella era necessario arrivare a una condanna all’ergastolo. Rocco Papalia,nel complesso gioco di aggravanti e attenuanti, venne condannato a trent’anni. Troppo poco. Così, una volta alla conta dei «cumuli» di pena, Papalia è stato scarcerato. «Un provvedimento di legge, non c’è da stupirsi di nulla», commenta ora l’avvocato Ambra Giovene. I parenti lo aspettavano a casa per giugno, la notizia ha sorpreso in parte anche loro.

la casa del boss papalia confiscata negli anni novantala casa del boss papalia confiscata negli anni novanta

 

E adesso preoccupa gli investigatori. Perché dopo gli arresti degli anni Novanta e gli ultimi colpi tra il 2010 e il 2014, il clan più potente del Nord Italia (il fratello Antonio era «capo della Lombardia») s’era ritrovato con un vuoto di potere. Una «vacanza» colmata solo in parte dagli eredi di famiglia.

 

Personaggi come Domenico Trimboli, alias Micu Murruni, o come Antonio Musitano, alias Toto Brustia, seppure di buon pedigree mafioso, mai avrebbero potuto portare (e sopportare) un cappello tanto grande. Lo aveva fatto Rocco Barbaro, ‘u Sparitu, che dopo la scarcerazione aveva lavorato a Buccinasco come gommista. Ma pochi mesi dopo è tornato in Calabria per poi darsi latitante, inseguito da un ordine di cattura per mafia. Ora c’è Nginu. E con Rocco Papalia libero cambia tutto.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?