la cocaina meno cara sta in colombia

POLVERE INNOCENTE - FACCI: ''LA COCAINA NON TRASFORMA UNA BRAVA PERSONA IN UN KILLER: VALE ANCHE PER GLI ASSASSINI DI LUCA VARANI - L’HANNO CONFESSATO: “AVEVAMO IL DESIDERIO DI FARE DEL MALE A UNA PERSONA QUALSIASI”: DARE LA COLPA ALLA DROGA E’ SOLO UNA INUTILE SCUSA''

Filippo Facci per “Libero Quotidiano

 

marco prato con flavia vento e nadia bengalamarco prato con flavia vento e nadia bengala

Aver preso cocaina può essere un' attenuante: non un' esimente della responsabilità penale. La cocaina, in altre parole, può trasformarti in un mostro solamente se il mostro ti albergava dentro già da qualche parte, può darti la sferzata per condurre in fondo qualcosa che avevi già abbozzato.

 

Così come il doping non trasforma un geometra in un atleta, la cocaina può solo accelerare un vortice in cui ti stavi avvitando da solo. Non occorre essere tossicologi per saperlo, e comunque non c' è tossicologo che descriverebbe questa polvere - parliamo della cocaina tagliata, anfetaminica, schifosa come quella di oggi - come un qualcosa in grado di trasformarti da agnello in lupo, da Jekyll in Hyde, da studente scavezzacollo in torturatore assassino.

marco prato   9marco prato 9

 

È tutto molto relativo: se i ragazzi hanno speso 1500 euro in cocaina (cifra che compare a verbale) è più o meno la cocaina che Marco Pantani prendeva in un giorno: ma per pedalare. Mentre i gesuiti in America Latina, e così pure gli Zar delle Russie, e i principi del Galles, e Thomas Alva Edison, i fratelli Lumière, persino Sigmund Freud, beh, la prendevano per ragioni diverse.

 

I due torturatori avevano idee precise sin dal giorno prima, maturate senza droghe: «Avevamo il desiderio di fare del male a una persona qualsiasi, questa cosa è maturata nelle nostre menti nella notte di giovedì».

 

marco prato   13marco prato 13

Anche questo è a verbale. Hanno invitato a casa un ragazzo, scelto su misura, e l' hanno narcotizzato, poi l' hanno preso a martellate e torturato, gli hanno reciso le corde vocali per non farlo gridare - sgozzato, in pratica - sinché una coltellata al petto ha chiuso il discorso.

È morto: e la morale, per alcuni, assomiglia a quella di chi dice che tizio ha sparato, sì, ma non per uccidere. Le pistole però servono a quello, e all' occorrenza anche i martelli e i coltelli da cucina.

 

I due torturatori hanno dormito col morto in casa e si sono risvegliati come vampiri accecati dalla luce del giorno: dopo la cocaina è subentrato il down depressivo, e in effetti può esser stato depressivo lo scoprire - meglio, il ricordarsi - che avevano ammazzato un 23enne per vedere l' effetto che faceva.

 

Sono usciti, hanno bevuto ancora. Uno dei due ha preso dei tranquillanti e ha finto di volersi suicidare - come finge chiunque non vi riesca - e l' altro è andato dal padre e gli ha confessato tutto, poi si è costituito. Si chiama omicidio.

 

retodelpasesito 7retodelpasesito 7

Tutto il resto è fuffa giornalistica, parolame da criminologi televisivi, divagazioni sui giovani "chemsex" o sul neo nichilismo esistenziale, cazzate, oppure, ecco, pressing mediatico su quei poveri genitori che incolpano la cocaina come se a uccidere fosse stata lei, come se fosse stata la cocaina a sniffare i loro figli e a trascinarli nella perdizione.

 

Sono gli unici che vanno compresi, i genitori e gli amici: poveri disperati, povera brava gente indurita dalla periferia, col figlio intelligente e studioso, chiaro, forse incapace di intendere e di volere, ovvio. Mentre, tutt' intorno, quella che riparte è la solita giostra: chi straparla perché vuol gettare via la chiave e, dall' altra, chi straparla di questa società e di questa cocaina.

 

Ignorando, quest' ultimi, che non esiste la cocaina: esiste il dmx, il ghb, il cobret, lo yaba, lo shabu, la ketamina, il pcp, le colle, i diluenti, i solventi, le anfetamine, gli acidi, lo speed, il superpill, poi sì, la cocaina, ma soprattutto un mondo che non possiamo dividere solo tra bianco e nero, drogati e normali, capaci o incapaci di intendere e di volere.

corriere della cocaina in perucorriere della cocaina in peru

 

Non erano dei perdenti di periferia i vari Lapo Elkann, l' attore Paolo Calissano, la modella Kate Moss, Fiorello che pure ammise di esserci caduto, tanti altri: la droga è tra noi, è un' industria che interviene secondo format di consumo consolidati (ci si veste in un certo modo, si ha una certa auto, si appartiene a un certo ambiente, si hanno certe sostanze da consumare) e c' è un mercato degli stupefacenti che ormai incide sulle scelte di vita.

 

Cocainomani sono talvolta il chirurgo, il pilota, l' investitore dei nostri soldi, la maestra dei nostri figli, e i nostri figli: gente cosiddetta "normale" che non ha una doppia vita, ha una vita sola, una vita che la cocaina accelera e concentra: non per fuggire la realtà, ma proprio per affrontarla, e lavorare come pazzi, preparare un esame in una notte, socializzare come mai riuscirebbe, essere brillanti nonostante la stanchezza, osare l' inosabile, persino uccidere per vedere l' effetto che fa.

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La cocaina non rappresenta un' emergenza: ma va affrontata come se lo fosse. La cocaina non porta a comportamenti normali: ma vanno affrontati come se lo fossero. Quello di Luca Varani è un omicidio: la differenza tra premeditato e preterintenzionale, dopodiché, è solo la differenza tra una galera e un' altra.

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