marijuana

“COLTIVARE MARIJUANA IN CASA NON E’ REATO”: CLAMOROSA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CHE RIBALTA LA LINEA RISPETTO AL 2008: “QUANTITÀ MINIME NON SONO PROVA DI SPACCIO. NON È PENALMENTE PUNIBILE CHI IN CASA COLTIVA PIANTINE DI MARIJUANA PER USO PERSONALE” – IL CASO E’ STATO SOLLEVATO DALLA CORTE D’APPELLO DI NAPOLI CHE AVEVA CONDANNATO UN 29ENNE A UN ANNO

Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

 

marijuana

Non è penalmente punibile chi in casa coltiva piantine di marijuana per uso personale: con una decisione adottata appena prima di Natale, le Sezioni Unite della Cassazione cambiano linea rispetto alla propria decisione del 2008 sulla coltivazione di piante dalle quali siano ricavabili sostanze stupefacenti, e mettono fine alle successive oscillazioni della giurisprudenza delle singole sezioni della Suprema Corte.

 

Composte da otto consiglieri e presiedute dal Primo Presidente della Corte di cassazione, le Sezioni Unite sono la massima espressione della giurisprudenza di legittimità nel risolvere i contrasti insorti tra le decisioni delle singole sezioni sulle questioni di speciale importanza.

 

Nel 2008 le Sezioni Unite avevano ritenuto che coltivare la cannabis costituisse reato indipendentemente dal fatto che il prodotto fosse destinato ad uso esclusivamente personale: e questo perché nella fattispecie di coltivazione (punibile fin dal momento di messa a dimora dei semi) ravvisavano una notevole «anticipazione» della tutela penale rispetto al «pericolo del pericolo» di incrementare le occasioni di cessione della sostanza e lo spaccio dello stupefacente.

piantagione di marijuana lungo il tevere 2

 

A distanza di anni, però, nelle sentenze di merito (Tribunali e Corti d' Appello) approdate man mano alla giurisprudenza delle singole sezioni della Suprema Corte, erano riaffiorati due contrapposti orientamenti. Uno, minoritario, tendente a valutare inoffensiva la coltivazione se in concreto irrilevante nell' aumentare l' ulteriore diffusione della sostanza, come appunto nell' uso esclusivamente personale e di minima entità (per esempio fino a due piantine); l' altro, maggioritario, granitico invece nel ritenere la coltivazione di per sé reato, a prescindere dalla finalità alla quale sia preordinata o dalla quantità di principio attivo.

piantagione di marijuana lungo il tevere 4

 

In mezzo, varie sfumature: c' erano state sentenze che agganciavano la punibilità non alla sola quantità di principio, ma anche all' estensione e livello di strutturazione della coltivazione; sentenze che ammettevano il beneficio della «tenuità del fatto» nel caso la coltivazione si esaurisse nella germogliazione di un seme; e sentenze che escludevano la ventilata incostituzionalità della punibilità anche dell' uso personale dello stupefacente coltivato, riconoscendo alla discrezionalità del legislatore la scelta di non agevolare comportamenti propedeutici all' approvvigionamento di stupefacenti per uso personale.

 

torta marijuana

Ora le Sezioni Unite della Cassazione, rispondendo a un quesito sollevato dalla terza sezione in un caso nel quale la Corte d' Appello di Napoli aveva condannato un 29enne a 1 anno per coltivazione di due piantine e cessione di uno spinello, muovono da una premessa: il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile «indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell' immediatezza», giacché sono «sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine a giungere a maturazione e produrre sostanza stupefacente».

 

MARIJUANA

Ma aggiungono un «però» decisivo: «Però non riconducibili all' ambito di applicazione della norma penale» sono «le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, per lo scarso numero di piante, per il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, per la mancanza di ulteriori indizi di un loro inserimento nell' ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all' uso personale del coltivatore».

sesso e marijuanamarijuana lightsBARRETTA ALLA MARIJUANA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO